Formula 1: il pilota per cui la chance con Porsche e Audi arriva troppo tardi

Formula 1: il pilota per cui la chance con Porsche e Audi arriva troppo tardi
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Nel 2026, Porsche e Audi faranno il loro ingresso in Formula 1. Ma sarà troppo tardi per un pilota che ha scritto pagine importanti della loro storia in altre categorie
3 maggio 2022

L’amministratore delegato del gruppo Volkswagen, Herbert Diess, ha ufficializzato l’ingresso di Audi e Porsche in Formula 1 a partire dalla stagione 2026, che vedrà l’introduzione di una nuova generazione di power unit, senza la MGU-H. Le condizioni ideali per ridurre significativamente il vantaggio competitivo dei motoristi già presenti nella categoria, favorendo l’ingresso di new entry alla ricerca di un’esposizione mediatica e di un posizionamento premium che solo la F1, tra le categorie del motorsport, riesce a garantire ad oggi. 

È ancora decisamente presto per il toto-piloti. Non solo perché le tempistiche dell’ingresso non saranno immediate, ma anche perché al momento non conosciamo le realtà con cui Porsche e Audi si affilieranno, sebbene indiscrezioni insistenti parlino di un matrimonio tra la casa di Zuffenhausen e la Red Bull. Ma con Porsche e Audi in arrivo in F1, non possiamo che pensare a un pilota, fortemente legato ai due marchi tedeschi, per cui questa chance arriverà troppo tardi per poterne approfittare.

Vent’anni fa, André Lotterer, all’epoca test driver della Jaguar, sembrava vicinissimo al debutto in Formula 1. Ma l’affiliazione con quella che di lì a pochi anni sarebbe diventata la Red Bull non portò i frutti sperati. Lotterer decise di tentare una carta allora poco gettonata, correre nella Formula Nippon giapponese, anziché languire tra opportunità limitate in Europa. L’esordio in Formula 1 sarebbe arrivato molto più tardi, quando André aveva già 33 anni. La Caterham, dopo il divorzio da Kamui Kobayashi, si ritrovò ad avere bisogno di rimpiazzarlo con urgenza per il GP di Spa del 2014.

Lotterer arrivò in Belgio senza possibilità di testare la macchina, nemmeno al simulatore. E si ritrovò a scendere in pista con una monoposto tutt’altro che esaltante, sicuramente non degna del talento che aveva mostrato sia in Giappone che nelle corse di durata. Nonostante le difficoltà, riuscì a farsi notare in qualifica, battendo il compagno di squadra Marcus Ericsson di oltre un secondo. Le speranze di farsi notare in gara, però, si esaurirono nell’arco di meno di un giro per colpa di un problema tecnico. 

La Caterham offrì a Lotterer il sedile anche per Monza, a patto che si dividesse le prove libere con Roberto Merhi. Una proposta rispedita al mittente, così come l’offerta di correre ad Abu Dhabi quella che sarebbe stata l’ultima gara della storia della Caterham in F1. D’altronde, il CV di Lotterer gli permetteva di snobbare chance al di sotto delle sue capacità. Oltre all’impegno in Super Formula, André aveva colto tre vittorie alla 24 Ore di Le Mans insieme ai fedeli co-équipier Marcel Fassler e Benoît Tréluyer, con l’iconica Audi R18. 

Lotterer, campione del mondo del WEC nella stagione inaugurale, nel 2012, dopo il ritiro della casa dei Quattro Anelli dal mondiale Endurance si accasò con Porsche, accarezzando un’altra vittoria nella classica del Circuit de la Sarthe prima del ritiro per un problema di pressione dell’olio. A fine 2017, anche Porsche decise di lasciare il WEC, e Lotterer, parallelamente a un impegno con la Rebellion, debuttò in Formula E, precedendo di un paio di stagioni la casa di Zuffenhausen. 

A 40 anni, Lotterer è tra i piloti più longevi nell’impegno con le monoposto. A fargli concorrenza c’è il solo Fernando Alonso, suo coetaneo e ancora più estroso di lui nelle scelte di carriera, dalla Dakar alla IndyCar. In comune con il due volte campione del mondo di F1 Lotterer ha la determinazione a continuare la propria avventura nel motorsport, sia in Formula E che nel mondiale Endurance, dove Porsche tornerà nel 2023 con una LMDh che potrà correre anche nell’IMSA statunitense.

Ma Lotterer, per quanto determinato a continuare ad esprimersi al massimo, non potrà essere un candidato per l’avventura di Porsche e Audi in F1. All’inizio della stagione 2026, si starà avvicinando ai 45 anni. E se Alonso intende continuare più o meno fino a quell’età in F1, Fernando ha un bagaglio di esperienza nella categoria che Lotterer, con un solo weekend di gara all’attivo nel Circus, non può vantare. Senza contare che nel WEC, 45 anni sono un’età indubbiamente non geriatrica come nel Circus. 

La carriera di Lotterer è la dimostrazione lampante che c’è vita oltre la F1, e che lasciando andare un grande sogno, se ne possono realizzare altri, non meno soddisfacenti. Ma un pilota della sua caratura meritava una chance nella massima categoria del motorsport, almeno per una stagione. E vedendo due marchi che hanno segnato la sua carriera in F1, forse lo stesso Lotterer penserà che nelle corse, così come nella vita, a volte è questione di tempismo. 

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