Formula 1, il racconto del Gran Premio del Qatar da Losail

Formula 1, il racconto del Gran Premio del Qatar da Losail
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Paolo Ciccarone
Il racconto dell'avventura del Gran Premio di Formula 1 del Qatar 2023 direttamente dal circuito di Losail
7 ottobre 2023

Le prime avvisaglie arrivano in aeroporto a Malpensa. Il volo Qatar Airways è bello pieno e un gruppetto di giornalisti italiani va verso Doha dove oltre al GP si svolge il GIMS, il salone dell’auto di Ginevra che si svolge in Qatar. Le differenze balzano subito agli occhi: inviati F.1 in classe economica, a limare le spese, invitati salone in Busines Class con tanto di omaggetti e ricordini della compagnia aerea.

In Business pranzo al top, in economica le preferenze e le intolleranze segnalate, saltano e ti arrangi con quello che passano. In Business Class hostess che ti coccolano, in economica dopo aver pagato il biglietto, devi pagare anche l’assegnazione del posto visto che, di fatto, sul volo non lasciano sedili liberi. Salvo riempire l’aereo e poi assegnare lo stesso posto gratis. Politica aziendale. Ai giornalisti F.1 che viaggiano ai GP sponsorizzati Qatar Airways, sconto sul biglietto. Poca roba, 50 euro su oltre 500. Per andare a Imola e godere dello sconto avremmo dovuto fare Milano Doha e Doha Bologna e ritorno. Vabbè, problema italico, non loro. In ogni caso appena atterrati le differenze proseguono.

Inviati F.1 a beccare taxi (meglio dire Uber, costa meno) o auto a nolo con tariffe ultralight. Schede telefoniche locali da 4 giga a 12 euro per una settimana. Invitati con limousine in attesa, hostess con targhetta in attesa agli arrivi. Inviati in hotel sparsi per non pagare cifre folli, invitati in 5 stelle zona diplomatica. E poi magari qualcuno si lamenta anche per lo stress. Due punti di vista che chi scrive, per fortuna, ha sperimentato in entrambi i sensi ricordando con emozione una trasferta a Dubai e volo in prima classe Emirates. Altri tempi, altre situazioni.

Di certo c’è che l’esperienza maturata in anni di trasferte consente di aprire una agenzia di viaggi per le migliori soluzioni. Qui si chiama Ramada nella zona del Suq. Un quattro stelle enorme e spazioso pagato una fesseria perché non avevano visto il calendario F.1 e non potevano aumentare i prezzi. Quando lo hanno capito, hanno provato a cancellare la prenotazione, salvo scontrarsi con l’esperienza decennale del vostro inviato che millantando una collaborazione col il locale governo per l’evento, oltre allo stesso prezzo ha strappato la colazione inclusa e il parcheggio gratis…allo stesso prezzo, ovviamente.

Doha è un cantiere in continua evoluzione e anche i navigatori vanno in bambola. Infatti danno indicazioni sbagliate per andare in circuito e per come guidano da queste parti, è una lotteria. Ovvero, SUV da 5700 cc V8 come minimo, parcheggiati sui marciapiedi anche se hanno il parcheggio vicino ma fa figo metterli in bella vista uno dietro l’altro. La polizia che lascia un biglietto blu sul finestrino scusandosi per il disturbo e dicendo che il veicolo è stato multato per divieto di sosta. Cioè, la polizia si scusa per la multa? Ovviamente svelato il motivo: spesso sono mezzi appartenenti alla famiglia reale o ai parenti e nel dubbio, i poliziotti ci vanno cauti. Se si tratta di uno normale, paga e via, gli altri magari vengono graziati. Chi lo sa.

Il panorama verso il circuito è fatto di grattacieli dalle forme ardite, moderne, da fantascienza, che di notte si illuminano di tanti colori dando una visione da fiaba. I locali notturni offrono ogni genere di cibo e bevande, anche alcoliche vietate. Poi scopri che c’è una moschea ogni quartiere e nella zona del Suq ce ne sono tre attaccate. Il problema? E’ che la prima fa partire la preghiera del muezzin alle 4,34 di ogni mattina (prima delle cinque preghiere quotidiane) le altre due sballano di qualche minuto, per cui dagli altoparlanti si sentono le urla e le preghiere ma completamente fuori sincrono e a seconda del muezzin con voce più o meno impostata…Si mettessero almeno d’accordo.

Viene consigliato un ristorante di pesce presso Ketara beach, un agglomerato una via di mezzo fra un centro commerciale e un museo moderno dell’arte locale. Il ristorante è ottimo, solo che gli addetti ti fanno aspettare perché tutti i tavoli occupati. Arriva gruppo di locali, vestiti con abiti tradizionali, e subito lasciano entrare. Chiedi se hanno prenotazione, ti dicono di no, ma intanto tu aspetta. Passa una ventina di minuti e dopo evidenti segni di nervosismo, una cameriera asiatica ci fa accomodare. Si va al banco del pesce, si sceglie il prodotto, si dice come lo si vuole cotto e torniamo al tavolo. Arriva finalmente la pappa ma la sempre gentile cameriera ci dice che dobbiamo sgombrare. Chiedo perché e la risposta è che un ricco qatariota con gentile fanciulla al seguito, volto rigorosamente coperto, vuole il nostro tavolo perché la vista sul mare lo incanta

Ci spostano di peso, trovano un altro tavolo e restiamo in attesa del cibo che nel frattempo è stato servito al tavolo col signore e signora locale. Chiediamo a che punto è il nostro ordine, tempo di vedere il panico diffondersi in sala e tutti che corrono da un lato e l’altro per servire quanto dovuto. Unica consolazione, il servizio navetta per andare al parcheggio e un conto di 28 euro in totale fra antipasto, pesce alla griglia, bevande etc.

In pista l’arrivo è traumatico. Il parcheggio stampa è vicino all’autostrada. Si deve mollare la macchina, farsi un centinaio di metri a piedi su un piazzale vuoto prima di arrivare a un controllo di polizia, messo sotto un tendone bianco, dove col metal detector ti fanno un esame completo. Un giornalista svizzero comincia a discutere perché dopo il primo controllo della borsa, la polizia locale voleva vederlo ancora. Lui replica che lo hanno già controllato, risultato si presentano in 4 e lo arrestano per aver mancato di rispetto alla polizia! Intervento degli addetti stampa e dopo una quarantina di minuti arriva ai box scortato.

A due meccanici Mercedes e McLaren è andata peggio, perché la sera prima, uscendo dall’ennesimo controllo, uno dei quattro aveva detto “Non vedo l’ora di andare via da questo posto fottuto”. Offesa al luogo, polizia infuriata e due ore in cella prima dell’intervento di un responsabile locale che ha spiegato che era un modo di dire inglese e per niente offensivo verso i locali…Si raccontano altri episodi durante i mondiali di calcio che qui è inutile riprendere. La sera rientro al Suq, dove i gatti imperano, i turisti trovano tutti i tipi di ristoranti disponibili e le passeggiate sono piacevoli, mentre sullo sfondo della Corniche si ammirano i grattacieli colorati che danno un tocco magico alle serate (calde, si passa dai 39 ai 43 gradi con 32 di notte) e si pensa al GP che assegnerà il mondiale a Verstappen…

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