Formula 1: Mercedes e Renault vicine all'addio?

Formula 1: Mercedes e Renault vicine all'addio?
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Paolo Ciccarone
Con la scadenza del Patto della Concordia sempre più vicina, si susseguono le indicrezioni sul futuro della F1. Se Mercedes e Renault pensano all'addio, per Toto Wolff potrebbe prospettarsi un futuro da ad di Liberty Media
9 maggio 2019

C'è un focherello che arde sotto la cenere della F.1 e riguarda il futuro della categoria. Due sono gli asset in discussione: le regole con relativa spartizione dei premi, la dirigenza stessa della formula. Una clamorosa indiscrezione giunge dal sito racefans.net dove il giornalista Dieter Rencken, da sempre molto informato su certe cose, ha lanciato il sasso. Toto Wolff potrebbe diventare Amministratore Delegato di Liberty Media a partire dal 2021 sostituendo Chase Carey che resterebbe presidente del gruppo. Nessun commento da parte del portavoce di Liberty Media, ma gli elementi portati sono diversi e tutti di spessore.

Anche se da nostre fonti c'è un altro aspetto importante da seguire. Intanto, Wolff ha un contratto in scadenza con la Mercedes a fine 2020, dopo di che il suo futuro è ancora incerto: "E' ancora presto per parlarne ma è chiaro che ci sto pensando" ha detto in conferenza FIA a Baku. Il futuro, infatti, dipende da cosa farà Mercedes. Secondo nostre informazioni, infatti, la Casa tedesca, dopo l'uscita di Dieter Zetsche (passato ad altro incarico) sta valutando se rimanere o meno in F.1. Dopo aver vinto molto (forse troppo secondo alcuni) rimanere in F.1 solo per essere sconfitta non avrebbe senso. Non si tratta di spirito sportivo ma di semplice analisi costi benefici.

Finora Mercedes ha raccolto molto negli ultimi anni, a compensazione di quanto speso per il ritiro ufficiale, quando nei primi anni era sempre battuta da tutti. Adesso la domanda nel boarding Mercedes è: vale la pena restare, a 500 milioni di euro all'anno, mettendo in preventivo che non si può vincere sempre allo stesso modo e quindi ci sarà da spendere per perdere? La risposta è no. Anche perché il sostituto di Zetsche oltre a non avere un buon rapporto con Toto Wolff non ama le corse, vedendo nella F.E una migliore fonte di investimento e immagine rispetto alla F.1 attuale. Quindi, prima bomba F.1: dal 2021 Mercedes potrebbe ritirarsi in forma ufficiale e magari lasciare solo i motori (e nel caso telai) alla AMG (che di fatto è il team ufficiale supportato dai capitali Mercedes) ribattezzati in altro modo. Ammesso che la F.1 e le regole varate soddisfino in qualche modo.

Renault vicina all'addio alla F1?
Renault vicina all'addio alla F1?

Altra bomba: Renault potrebbe non rinnovare la sua presenza. E qui scatta la seconda fase. I risultati Renault in F.1 nel programma di 5 anni previsto dall'ex presidente Ghosn sono del tutto insufficienti, quindi restare, spendere e beccarle, non fa parte del programma. Inoltre ci sono grosse nubi all'orizzonte per quanto riguarda il futuro stesso del gruppo. In Giappone danno per scontato che Nissan vorrebbe proseguire per conto proprio e lontano dalla F.1 e dalla politica del gruppo. Voci addirittura dicono che dopo Infiniti che ha lasciato l'Europa, potrebbe toccare anche a Nissan, che in listino ormai ha solo tre modelli e in affanno. Qashqai, XTrail e Micra hanno trainato il marchio, ma le politiche anti diesel e un mercato che ha bisogno di novità, mette Nissan di fronte al dubbio.

E quindi, con una questione commerciale aperta, si sta valutando alternative. In questo caso Renault ne uscirebbe indebolita e visti gli insuccessi in F.1 anche qui si sta valutando l'ipotesi di non rinnovare. A questo punto ci sarebbero solo Ferrari e Honda in forma ufficiale e questa ipotesi non piace agli investitori di Liberty Media. Ecco che con un Chase Carey apprezzato e stimato negli USA a livello commerciale e a Wall Street, passare la palla a uno come Toto Wolff, che guarda caso ha già avuto incontri con Ecclestone, Montezemolo e Horner, fa presagire a giugno un traumatico passaggio di consegne che la gestione Liberty vorrebbe soft e con tutti i protagonisti d'accordo nel prosieguo dell'attività sportiva, che poi di fatto è solo una questione commerciale.

Sono questi gli scenari su cui si dipana la F.1 e che comprendono i vari aspetti del futuro. Le regole, i costi, ripartizione dei premi e possibilità di nuovi introiti. Chiaro che se ci fossero solo team privati, i costi sarebbero più bassi, quindi le entrate sarebbero sufficienti a coprire il fabbisogno delle squadre. Ma è anche vero che con Mercedes e Renault in bilico, la F.1 perderebbe l'appeal necessario per attrarre investitori in grado di legarsi in qualche modo a marchi prestigiosi. Infine il calendario gare: Liberty vorrebbe 25 GP all'anno. Troppi secondo alcuni, la F.1 non è la Nascar (da cui prende spunto l'idea di pezzi standard per le auto, dai cerchi ai freni, cosa che manda in bestia alcuni partner storici della F.1 e che non sono d'accordo) e fare troppe gare di fila rischia di snaturare sia l'interesse sia la portata stessa della F.1. E la FIA? Al momento guarda alla finestra. Jean Todt ha un suo piano preciso, ma da perfetto politico osserva, prende nota e al momento opportuno giocherà le sue carte...

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