Formula 1: Racing Point, la Ferrari farà appello contro la sentenza della FIA

Formula 1: Racing Point, la Ferrari farà appello contro la sentenza della FIA
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La Ferrari ha deciso di ricorrere in appello alla sentenza della FIA nei confronti della Racing Point: ora la Rossa ha 96 ore di tempo per agire. Ma la lotta politica va ben oltre le somiglianze tra la RP20 e la Mercedes W10
8 agosto 2020

Che la sentenza della FIA non sarebbe stata l'ultimo capitolo della querelle legata alle somiglianze - volendo usare un atroce eufemismo - tra la Racing Point RP20 e la Mercedes W10 dello scorso anno era ampiamente preventivabile. E puntuale è arrivata l'intenzione di fare appello alla decisione della Federazione. Ma a schierarsi non è solo la Renault: dopo una lettera di chiarimenti inviata in settimana, la Ferrari scende in campo nella lotta per il futuro della Formula 1. La Rossa ha confermato le proprie intenzioni belligeranti in una nota diffusa alla stampa, e ora ha 96 ore di tempo per formalizzare la propria istanza alla Corte Internazionale d'appello della FIA. 

E di mezzo c'è molto di più dei condotti dei freni della RP20: ad essere messa in discussione sarà la legalità dell'intera monoposto. Ma per Ferrari, Renault, McLaren e Williams - anche i due team britannici hanno fatto sapere di essere pronti all'azione legale - non si tratta solo di eliminare la concorrenza di una potenziale rivale nel mondiale costruttori. La vertenza legale sulla Racing Point farà giurisprudenza sulle vetture clienti in Formula 1. E la guerra dei cloni, se vinta dal duo Racing Point-Mercedes, con quest'ultima al momento completamente graziata dalla Federazione, potrebbe davvero cambiare lo schieramento della F1 nei prossimi anni. 

Ma la guerra fredda tra la Mercedes e la Ferrari - perché la Racing Point è ovviamente una pedina nelle mani del team di Brackley nei giochi di potere - non finisce affatto qui. Sul tavolo c'è infatti la firma del nuovo Patto della Concordia, che dovrebbe avvenire entro il prossimo 12 agosto. Pochissimi giorni per sciogliere dei nodi spinosi. Ovviamente economici. E la scontenta in questo caso è la Mercedes, perché, come spiegato da Toto Wolff, da Stoccarda gradirebbero una distribuzione più equa dei premi del mondiale costruttori. La Ferrari, grazie al suo status di scuderia storica, si accaparra un bonus extra decisamente sostanziale dei proventi della F1, a prescindere dai risultati in pista. Oltre ad avere diritto di veto. Ma questo è inaccettabile per la corazzata Mercedes, che negli ultimi anni ha masticato e sputato senza pietà tutti i rivali. E ha anche investito moltissimo come fornitore di motori.

Sul piatto c'è anche la volontà da parte della F1 di eliminare l'unanimità per le decisioni a breve termine, il che renderebbe vulnerabile un team ad eventuali alleanze da parte di altre scuderie. Un po' quello che sta succedendo alla Mercedes: quando c'è un nemico comune, si formano le intese più improbabili. E finalmente si schiera anche la timida Ferrari, con Mattia Binotto che punge, ricordando che la Rossa è l'unico team sempre presente in F1, sin dagli albori. Gli altri vanno e vengono. Leggi: nessuno è indispensabile, Ferrari a parte. La Mercedes è avvisata, insomma. Visto che in pista le Frecce nere sono imbattibili, la vera lotta è destinata a giocarsi nel dietro le quinte, con intrighi di palazzo sempre più evidenti. E questa guerra senza esclusione di colpi rischia di essere più interessante del campionato in corso. 

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