Formula 1 Suzuka 2014: cosa significa cucinare in Giappone per il Circus

Formula 1 Suzuka 2014: cosa significa cucinare in Giappone per il Circus
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Christian Staurenghi, Responsabile Catering per Pirelli Motorsport, ci racconta i retroscena del cucinare a Suzuka per la Formula 1, ma anche per la GP2 e la GP3
1 ottobre 2014

Ragazzi, che avventura la vita, e che avventura quando si viaggia da un posto all’altro toccando continenti e nazioni di cultura, razze, origini e abitudini diverse dalle tue, quasi una prova da superare e un percorso obbligato, facendo esperienze e scelte che ti aiuteranno a crescere ogni giorno.

Nel cuore del Sol Levante

La nostra avventura ci porta questa volta a toccare la terra giapponese, grande cultura, storia e tradizioni di una nazione che ha insegnato al mondo a non arrendersi mai, anche dopo le situazioni più difficili che farebbero desistere chiunque. Amo particolarmente questa terra, fin da piccolo ho giocato con i prodotti che arrivavano dal Giappone, i primi robot anni 70/80 come il Goldrake Ufo Robot, Mazinga (… non il giornalista!), Jeeg robot d’ acciaio e tutti i suoi fratelli che sono arrivati successivamente riempendo le nostre case tramite la tv.

Che avventure simulando di poter essere capitan Harlock il pirata dello spazio e la sua astronave Arcadia, sognando di fare azioni viste solo qualche ora prima in tv. Sì, il Giappone mi ha sempre incuriosito molto e affascinato ma non è sempre stato cosi, quando sei giovane non sai apprezzare, ma fortunatamente crescendo…

Jet lag

Siamo arrivati con un volo Emirates via Dubai verso Tokyo, giro insolito, ma il fascino di vedere Tokyo era troppo grande, e la paura di passare per le zone calde anche (Iraq, Russia etc…), quindi rotta bassa tipo “fly down” e destinazione Tokyo. Notte trascorsa nel quartiere di Ginza in hotel prenotato dal team, e mattinata a cercare souvenir come il più grande negozio di Tokyo, il Mandarake a Nakano. Da qui con un treno superveloce a Suzuka in 2 ore per il GP.

formula 1 giappone 2014 (4)
Spostamenti superveloci in Giappone, ma provate a capirci qualcosa!

 

La macchina a noleggio è come quelle dei cartoni animati di Spank, che si illuminano e sono ultratecnologiche e piene di telecamere, ci guida ogni mattina dall'hotel al circuito e ritorno comprese le spese al supermercato vicino. Alberghi sono presenti nel circondario ma le soluzioni migliori sono a circa 30 minuti a Yokkaichi.  Hotel vicino al Suzuka Circuit c’è quello che prende il nome dal circuito stesso, dove di norma alloggiano piloti e vip che a piedi possono raggiungere il circuito, dove ai bordi della strada ci sono appostati i fans più corretti e sfegatati del panorama mondiale.

Un popolo corretto e educato che approfitta del week end F1 per sfoggiare gadget, cappellini e magliette di tutti i team, ma il rosso è sempre il più amato e presente ovunque. Al suo interno un ristorante Italiano spopola nel week end, ma vi sono soluzioni ristorative ovunque. Qui qualche anno fa abbiamo conosciuto Seki, un giapponese da cartoni animati che rallegra le nostre  serate con cucina tipica giapponese e SAKE fatto da lui. Ristorante raccomandatissimo.

Supermercati... in miniatura!

Come anticipavo il supermercato è come la casa delle Barbie, nel senso che trovi tutto in miniatura e in confezioni miniaturizzate rispetto a ciò che normalmente troviamo nei nostri supermercati. Si trova però ormai di tutto, a prezzi elevati ma a qualità superiori. Dicevo oramai perché nel lontano 1997, quando lavoravo per un team inglese e il latte fresco era come per noi il caffè la mattina, trovai non poche difficoltà a farmi capire dai miei amici giapponesi del supermercato.

Il supermercato è come la casa delle Barbie, nel senso che trovi tutto in miniatura e in confezioni miniaturizzate rispetto a ciò che normalmente troviamo nei nostri supermercati. Si trova però ormai di tutto, a prezzi elevati ma a qualità superiori


Cercavo il latte ovunque, ma le scritte giapponesi e la logistica non aiutarono il mio compito anche perché nessuno parlava inglese e chi aveva qualche base  aveva vergogna a parlare. Accerchiato da alcune persone del supermercato, che cercavano di capire cosa cercassi, l’idea folgorante di simulare il verso della mucca e la mungitura della stessa portò un operatore a correre per il corridoio con una scatola che poi risultò essere latte, ma che risate si sono fatti nel vedermi districare e agire come un mimo che fa il gioco dei film... I giorni successivi ero diventato il loro eroe e simulavano la mucca alla perfezione… Cioè, invece che imparare a come chiedere io il latte, erano loro che facevano l’imitazione delle vacche!

Al circuito l’organizzazione stupisce per impegno precisione pulizia ed organizzazione. Vale la pena venire in Giappone per il GP. Raccomandatissimo. Sempre se riuscite a superare il viaggio. Infatti, va bene il treno superveloce, ma provate a uscire dall’aeroporto, prendere un taxi o un mezzo pubblico per andare in stazione, poi districatevi fra le linee private, quelle statali e quelle della metrò, poi fate il biglietto con le scritte tutte in giapponese, poi prendete il treno giusto, all’ora giusta (ne passano ogni minuto ed è facile sbagliarsi, come accadde al team Minardi una volta che per un minuto invase il treno precedente affollando le carrozze di bagagli e gente in piedi…) e poi azzeccate la stazione giusta distinguendo il nome Tsu da Yoccahici a Shiroko, la stazione più vicina al circuito di Suzuka. Fatelo coi bagagli al seguito e quanto sarete arrivati, vi sentirete eroi per un giorno!

Christian Staurenghi, Responsabile Motor Home Hospitality per Pirelli F1, GP2 e GP3, a quota 302 GP di F1

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