Le pagelle del GP Russia F1 2020

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Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
I voti ai protagonisti dell'ultimo GP F1 corso ieri
  • Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
28 settembre 2020

L’ha vinta Bottas o l’ha persa Hamilton? La domanda è meno banale di come potrebbe sembrare, anche se un tantino ingenerosa nei confronti del finlandese. Difficilmente però Bottas avrebbe avuto una possibilità di successo senza la penalizzazione di Hamilton, anche se poi una volta in testa, con la pista e la mente libera, ha dimostrato che la velocità non gli manca. Nel dubbio voto 8,5, anche considerando una qualifica così così su una pista in cui di solito va fortissimo. Perché il problema di Bottas è che ormai fatica a convincere anche quando vince. Enigma.

Secondo al via, secondo al traguardo, dopo un brivido alla prima curva per come ha tagliato la via di fuga infilando a folle velocità l’assurdo “checkpoint” voluto dalla Direzione Gara. Un numero di alta scuola anche quello (non riuscito allo stesso modo ad alcuni suoi colleghi…). Ormai per far vedere tutto il suo talento gli tocca inventarsi diversivi così, poveretto, con una Red Bull troppo veloce per guardare gli specchietti e troppo lenta per vedere le Mercedes davanti a lui. Voto 8, annoiato.

Solo 3° Hamilton, e questa è la vera notizia di giornata: tutti aspettavano la sua storica vittoria numero 91, tante quante Schumacher, invece l’inglese ha infilato un paio di castronerie del tutto veniali, ma sconcertanti per un pilota con la sua esperienza. Allora stavolta voto 6, distratto.

Si è visto poco, ma ha tirato dall’inizio alla fine, dopo avere nettamente surclassato il compagno Stroll in qualifica. Il fatto che il canadese abbia un contratto per il prossimo anno e lui no rende bene l’idea di come dietro il mercato piloti in F1 a volte ci siano questioni che niente hanno a che fare con la velocità in pista. Voto 8 a prescindere. Con una Renault in crescita, ma ancora lontana dalla zona podio, Ricciardo ha regalato un lampo dei suoi quando ha superato Vettel senza perdere tempo, come non aveva saputo fare Ocon prima di lui. Per il resto un’altra bella gara per l’australiano, capace di prendere con filosofia anche un’assurda penalizzazione. Voto 7,5, sempre una garanzia.

A volte le imprese passano inosservate, come arrivare sesti con una macchina che è un autentico disastro: non sembra a scorrere le classifiche ma Leclerc va forte, fortissimo; al sabato si arrabbia pure con il team come se avesse perso la pole position, non un piazzamento in griglia comunque mediocre; e la domenica massimizza un potenziale che è davvero poca cosa. E allora voto 9 per il piede, l’impegno e la voglia di fare.

Alle sue spalle Ocon è apparso in crescita, però anche stavolta in gara nel momento decisivo non riesce a essere così efficace come Ricciardo, tanto è vero che finisce alle spalle del ferrarista, nonostante una Renault superiore alla Ferrari. Arrivato in F1 come un grande talento, in questa stagione di rientro il francese rimane almeno in parte un progetto incompiuto: voto 7, bene ma non benissimo.

In proporzione al mezzo a disposizione, ci è piaciuta di più la gara di Kvyat: il russo è risalito bene ritardando la prima sosta, ma prima e dopo il cambio gomme ha avuto il merito di tenere sempre un ottimo ritmo, conquistando così un buon 8° posto. Per lui una gara veloce e senza errori, di fronte al pubblico di casa. Ci voleva: voto 8.

Più tormentata la gara di Gasly, alle sue spalle, con un cambio gomme forse fin troppo anticipato e un’ultima sosta nel finale che sembrava avere compromesso le sue possibilità di piazzamento a punti, invece il francese anche in quel frangente ha tirato fuori le unghie, dopo avere regalato uno dei pochi momenti divertenti della gara battagliando con Norris e Albon. Voto 7,5, sempre più vicino alla Red bull (ma gli conviene davvero tornarci?).

Alla fine un punticino lo ha preso anche Albon, ma dopo il sospirato podio al Mugello in thailandese è ripiombato nell’anonimato più totale: lento al sabato, in gara tenta la sosta molto anticipata, ma poi rimane per troppo tempo invischiato a lottare con vetture sulla carta inferiori alla sua Red Bull. Forse la monoposto dei “bibitari” è meno buona di quel che fanno pensare i risultati di Verstappen, ma non può essere così mediocre come quando al volante c’è Albon. Dopo la bella parentesi al Mugello, la crisi continua: voto 5.

A proposito di crisi, voto 4 a Vettel, e non tanto per l’incidente in qualifica: a mancare è proprio il ritmo, ormai cronicamente più lento di Leclerc al sabato, in gara poi non riesce con l’esperienza a trovare qualcosa di buono a cui aggrapparsi, arenandosi perfino dietro i team clienti della Ferrari. E siccome per quanto scarsa non crediamo che la Ferrari di quest’anno valga meno di Alfa Romeo e Haas, è evidente che anche il tedesco ci mette del suo in negativo: certo la motivazione non sarà ai massimi, ma stiamo pur sempre parlando di un 4 volte campione del mondo, e pagato come tale…

Brutto week end, comunque, anche per la coppia McLaren: per Norris un’altra gara incolore (voto 5), anche se forse a questo punto è lecito pensare che forse sia la macchina ad essere cresciuta meno di altre monoposto rispetto alle prime gare, e per Sainz (voto 3) un altro erroraccio al primo giro dopo quello al Mugello. Che succede?

A proposito, nel botto dello spagnolo, che poteva avere conseguenze ben peggiori, il vero colpevole è comunque la Direzione di gara (voto 0), che ha avuto la brillante idea di piazzare quella specie di chicane obbligata a filo di un muro in cemento, per chi usciva largo alla curva 2: naturalmente non hanno pensato che i piloti l’avrebbero interpretata come un invito a tenere giù il piede, tanto bastava passare lì in mezzo… Ridicolo e pericoloso, e soprattutto un brutto risveglio dopo la bellissima ghiaia del Mugello, dove stranamente nessun pilota aveva la tentazione di andare fuori pista…

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