Mercedes: dalla F1 alla strada, ecco cosa hanno imparato

Mercedes: dalla F1 alla strada, ecco cosa hanno imparato
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Paolo Ciccarone
Ecco come i dati raccolti in Formula 1 si traducono nella produzione di serie delle vetture
13 maggio 2018

A margine delle prove del GP di Barcellona, Mercedes AMG ha organizzato un panel di discussione su cosa si impara in F1 e come viene trasferito alla produzione di serie. L'incontro è stato molto interessante, sopratutto perché ha svelato alcuni aspetti nascosti dei GP e su come queste informazioni possano essere trasferite alla grande serie. Grazie alla presenza di tecnici di primo piano, come i responsabili di TIBICO o Qualcomm e sotto la regia di Geoff Willis, responsabile tecnico del team F.1, si è scoperto ad esempio che la macchina di F.1 è un enorme computer viaggiante, capace di trasmettere dati in tempo reale su motore, cambio, gomme, elettronica, aerodinamica e altri parametri vitali della monoposto.

Questi dati vengono trasmessi al box dai vari punti del circuito ma ogni volta che Hamilton o Bottas passano davanti ai box scaricano 1 gigabyte al secondo di informazioni che vengono poi raccolti in memorie da svariati Terabyte e contemporaneamente, via cavo o satellite, tutti questi dati vengono inviati a Brackley e Brixworth dove si fanno i telai e i motori, dopo di che vengono analizzati e ritrasmessi al box. Il tutto sfruttando le connessioni wi fi esistenti (e che la Marelli aveva sviluppato in collaborazione con la FOM in pista con una velocità di 16 megabite al secondo). In pista questa enorme mole di dati serve per la messa a punto della vettura, per modificare ad esempio i tempi di cambiata (che sono di pochi millesimi di secondo) rendendo gli innesti più duri o morbidi o lenti a seconda delle necessità, ma nel frattempo tutto il funzionamento della vettura diventa una enorme equazione matematica.

Questi dati consentono, trasferiti alla serie, di far diventare una equazione matematica ogni aspetto della progettazione, ovvero durata delle batterie nei modelli ibridi, funzionamento dell'aerodinamica a velocità di crociera (130 orari in autostrada) e altro ancora. Per cui i modelli di F.1 trasferiti alla serie consentono di accelerare i tempi di sviluppo e progettazione di un modello, di partire da parametri conosciuti e tramite le analisi dei dati, influire già a livello di progettazione. Lo stesso dicasi per la durata delle batterie e dei materiali usati, la cui ricerca porta a risultati sorprendenti. Ci sono poi svariati altri aspetti da sviluppare, come ad esempio il 5G, non ancora affidabile al momento. Di sicuro la conclusione del panel è eloquente: "Quando una macchina passa a 310 orari davanti al traguardo otteniamo più informazioni di quante ne potrebbe avere in mesi di lavoro un ingegnere seduto alla scrivania davanti al suo computer e siccome non ci sono molti ingegneri in grado di andare a 300 all'ora, ecco che la F.1 diventa un banco prova e analisi unico al mondo".

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