Riccardo Agostini: «Con la F1 devi frenare quando...senti che stai per morire»

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Emiliano Perucca Orfei
18 anni compiuti lo scorso 20 aprile, padovano, Riccardo Agostini si è laureato Campione Italiano di F3 guadagnandosi sul campo un test ufficiale sulla Ferrari di F1. Ci siamo fatti raccontare da lui com'è andata
16 novembre 2012

Il 9 novembre 2012, ne siamo certi, sarà una data che Riccardo Agostini ricorderà per tutta la vita: grazie alla vittoria del Campionato Italiano F3 2012, infatti, il giovane padovano (18 anni compiuti il 20 aprile) si è guadagnato sul campo un turno di prove da pilota ufficiale Ferrari andato in scena proprio quel giorno sulla pista di Vallelunga. 

 
Di quell'eccezionale esperienza, che fa sperare per l'ennesima volta in un pilota italiano in Ferrari a vent'anni di distanza dall'ultimo vero ufficiale (Capelli, 1992), ne abbiamo parlato direttamente con Riccardo che proprio in queste ore sta definendo il suo futuro in categorie superiori alla F3.
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Riccardo Agostini con il padre

 

Sei un ragazzo molto professionale e maturo per la tua età. Ma dì la verità, la sera prima hai dormito?

«Sì sì, ho dormito! La sera prima del test sono andato a letto presto come se si trattasse di un normale weekend di gara, per cercare di essere il più fresco possibile il giorno successivo. Ho cercato di rilassarmi il più possibile e non mi sono mai svegliato durante la notte. La mattina mi sono alzato normalmente, fortunatamente grazie alla solita sveglia.»
 
Guidare la Ferrari di F1 è  il sogno di molti piloti. Come ci si sente quando si veste la tuta rossa?
«Indossare il "vestito rosso" è una grande emozione ed è sicuramente il sogno di molti piloti. Credo che le mie caratteristiche tecniche non siano inferiori a quelle dei piloti che fanno parte del Ferrari Driver Academy, quindi mi sono sentito subito a mio agio.»
 
Che aspettative avevi prima del test?
«Le aspettative per questo test erano molte. Innanzitutto volevo prendere confidenza con un mezzo molto diverso rispetto alla mia F3. Anche se avevo provato la GP2 la settimana prima, vettura più vicina alla F1 della mia, sapevo che le caratteristiche della Ferrari F60 sarebbero state per forza di cose diverse. Il secondo obbiettivo era quello di battere il mio diretto avversario della stagione passata (Cheever, anch'esso in pista), anche in virtù delle polemiche che ci sono state attorno alla mia vettura, da "alcuni" considerata superiore alle altre. Infine volevo accrescere il mio bagaglio di conoscenze tecniche lavorando a stretto contatto con ingegneri e meccanici che gravitano nell'universo della F1.»
riccardo agostini ferrari test vallelunga (3)
Riccardo ha potuto girare meno di Juncadella e Cheever per un problema al cambio che ha costretto alla sostituzione della vettura ed allo stop di un'ora. E' riuscito comunque a battere il figlio dell'ex-pilota di F1
 
Come hai girato?
«La mia prestazione credo sia stata buona. Sono stato l'ultimo dei tre piloti a scendere in pista ed ho avuto subito un problema con il cambio che ha costretto i meccanici a sostituirmi la vettura. Per questo ho perso circa 1 ora. Nonostante tutto ho trovato subito un buon feeling con la monoposto e sin dal primo turno ho fatto segnare dei buoni riscontri cronometrici. Sono stato il secondo pilota più veloce dopo Juncadella, che però ha fatto 30 giri più di me, mentre Cheever è stato più lento di oltre mezzo secondo pur girando una ventina di giri in più. Sfortunatamente con le gomme nuove sono finito in testacoda al secondo giro ma, con soli 20 giri è difficile trovare il limite con una Formula 1. Sono comunque soddisfatto di come è andato il test.»
 
Che consigli ti hanno dato i tecnici e gli ingegneri Ferrari?
«Sono stato molto a contatto con gli ingegneri durante il test. Ho cercato d'incamerare più nozioni possibili. Penso sia stato un test che mi abbia aumentato in modo importante l'esperienza tecnica.»
 
Hai avuto modo di confrontarti con Cheever?
«Con Cheever non ho nemmeno parlato. Dopo i fatti accaduti nell'arco del campionato, che peraltro non sono dipesi da noi piloti, mi ha tolto il saluto. Io non ho assolutamente niente contro di lui come pilota, è stato veloce dalla prima all'ultima gara, ma io in termini di risultati e prestazioni sono stato più costante. Per questo ho vinto il campionato. Le corse sono così, vince chi sbaglia meno.»

Le differenze tra una Formula 1 ed una Formula 3 non sono poi così numerose

 
Quali sono le differenze tra la monoposto che hai guidato sino ad oggi e la tua?
«Le differenze tra una Formula 1 ed una Formula 3 non sono poi tante. La Formula 1 ha sicuramente una velocità molto più elevata e tutto accade più rapidamente, per questo motivo all'inizio ho dovuto "prenderci la mano". La macchina è molto bilanciata, ha un carico aerodinamico impressionante e per questo si può portare molta velocità in curva. La frenata è stato l'aspetto che mi ha colpito di più perché i freni in carbonio hanno davvero un potenziale frenante è incredibile.»
 
Dove hai trovato più critica la F1 rispetto ad una monoposto di categoria inferiore?
«L'aspetto della frenata è quello su cui devo migliorare ancora un po', ma con qualche km su macchine più vicine alla massima serie sono sicuro che le cose miglioreranno molto velocemente. Di fatto la frenata è certamente il momento più critico perchè (sorride) è solo quando senti che stai per morire allora è il momento di frenare.»
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Riccardo Agostini parla con Giancarlo Minardi a margine del test
 
A parte le comparsate di Larini, Badoer e Fisichella, la Ferrari dal 1992 ad oggi non ha mai avuto un pilota ufficiale italiano. Sarebbe bellissimo se il prossimo fossi proprio tu...
«Sicuramente il mio sogno nel cassetto è quello di arrivare in F1. in questo momento nessun pilota italiano riesce a trovare un sedile libero ma penso che non tutto dipenda dalla scarsa possibilità economica. Spiegandomi meglio, credo che sia molto importante essere sempre al vertice in qualsiasi campionato. Sfortunatamente però la cosa che conta non è solo vincere, ma soprattutto farlo in breve tempo e non dopo 4/5 anni che ci si prova. E' una cosa molto difficile e fortunatamente quest'anno ci sono riuscito in Formula 3. Il percorso che sto facendo ha delle tappe ben precise e cerco ogni anno di dare il massimo in qualsiasi situazione. La possibilità di arrivare in Formula 1 per ora è ancora un sogno ma lavorando come sto facendo credo possa diventare realtà.»

Vincere dipende da un sacco di cose ma di base servono buon team, buon feeling con la squadra, una macchina competitiva e, naturalmente, un pilota ben preparato sia fisicamente che mentalmente

 
Cosa serve per vincere?
«Vincere dipende da un sacco di cose ma di base servono buon team, buon feeling con la squadra, una macchina competitiva e, naturalmente, un pilota ben preparato sia fisicamente che mentalmente. Mi auguro di aver sempre l'opportunità di trovarmi in una squadra che mi accolga volentieri e che mi metta nella condizione di vincere com'è successo quest'anno.»
 
Che cosa ti aspetti ora?
«Ora mi aspetto che ci siano le opportunità per potermi affermare in un campionato europeo come la GP3, la World Series by Renault o la Formula 3 EuroSeries.»

 

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