Staurenghi e la F.1 vista dall'hospitality Pirelli: il GP degli Stati Uniti

Staurenghi e la F.1 vista dall'hospitality Pirelli: il GP degli Stati Uniti
Pubblicità
Christian Staurenghi
  • di Christian Staurenghi
Christian Staurenghi, Responsabile del catering nell'hospitality Pirelli, ci racconta il GP degli Stati Uniti dal suo punto di vista
  • Christian Staurenghi
  • di Christian Staurenghi
24 ottobre 2015

America ragazzi, meta e desiderio di molti, siamo approdati al Circuito degli Americani, ad Austin in Texas. La F1 aveva già provato ad avere una gara americana, ultima delle quali Indianapolis, il tempio della velocità. Il circuito rimane lo stesso di qualche anno fa, molto bello da vedere, e da guidare, ma per le Hospitality mi aspetto molto di più, visto le infrastutture della gara precedente, e non voglio entrare in politica o fare paragoni, ma le evidenze non si possono negare.

 

Il popolo americano è molto cordiale e disponibile, sia al supermercato dove sembra di stare nel paradiso dello shopping vista la qualità e scelta di cibo, sia per le strade, hotel o bar dove la cordialità la fa da padrona. Sembra quasi facile quando passi per le corsie e ti trovi corsie di cibo da cui attingere risorse e sbizzarrirsi in menu succulenti e vari.

 

Qui vicino direzione San Antonio si trova l'outlet dello shopping più grande che abbia visto in vita mia, Pensate che per passare da un gruppo di negozi ad altri è necessaria la macchina vista la distanza tra il primo e ultimo negozio e trovi tutti i più famosi brand al mondo. Impressionante. Io personalmente ho comprato due paia di Levis per 40 dollari e un paio di scarpette della Vans per la mia bambina. Importante rientrare con un pensiero....

 

In circuito si respira un'aria rilassata vista la vicina città e per i locali notturni come i bar che qui abbondano, ma il pensiero va al tifone Patricia che ha allarmato un po tutti. Le prove libere del venerdì sono state cancellate per un acquazzone fuori dal comune, in stile.. americano e le previsioni per il week end non sono delle più confortanti. Basti pensare che qui tutto è grande, e ci sono le misure a crescere e non a diminuire, il contrario del Giappone. Anche se ordini un Burger, va messa in considerazione la taglia XXL.

 

Come dicevo la città offre tante scelte, e i quartieri si accavallano anche per stile. Abbiamo avuto il piacere di imbatterci in un quartiere dove il vintage la fa da padrona, Sembra di tornare agli anni 60 americani, con ristoranti tipo drive in negozi arredati a tema e anche il barbiere pare essere uscito dal film Happy Days, dove Fonzie ci teneva incollati al televisore, ancora in bianco e nero e catodico... Oggi vai al negozio della mela e vedi la gente che fa le code per accaparrarsi l' ultimo ritrovato made in USA per poi parlare con l'orologio e smanettare con lo smartphone per collegarsi a internet. Ma in Texas non c'erano i cow boy????

Pubblicità
Caricamento commenti...