Staurenghi e la F.1 vista dall'hospitality Pirelli: il GP del Brasile

Staurenghi e la F.1 vista dall'hospitality Pirelli: il GP del Brasile
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Christian Staurenghi
  • di Christian Staurenghi
Christian Staurenghi, Responsabile del catering nell'hospitality Pirelli, ci racconta il GP del Brasile dal suo punto di vista
  • Christian Staurenghi
  • di Christian Staurenghi
13 novembre 2015

Tappa sudamericana per la F1 che approda a San Paolo du Brasil. Il circuito è situato ad Interlagos a circa 40 minuti dal centro.  Il calore del popolo brasiliano sono ben palpabili nell'affacciarsi a vedere le tribune e la Torcida, cariche di fans della F1. Al supermercato come al ristorante e in hotel le domande e le curiosità sono frequenti nel vederti in divisa e a caccia di notizie. 


Il supermercato, per esempio, si trova in mezzo alle favelas e posso garantirvi che il feeling nel fare la spesa è molto sereno. Hanno investito molto in questo ipermercato pieno di negozi e brand vari. Anche la qualità del cibo è notevolmente migliorata ma a farla da padrona sono la carne e la frutta, insuperabili. 


Vi sono molti ristoranti tipici – le celebri Churrascherie -  il più famoso e conosciuto dei quali è il Fuego de Chao, dove camerieri con vestiti tipici servono carni infilzate da spade e girano tra i tavoli deliziando i clienti con le loro specialità e tagli di carne. La più famosa è la picanha. Da provare assolutamente a fine pasto come dessert la crema al mango o papaya, veramente deliziosa.


Inutile ricordare che a questo sport il Brasile ha dato campioni in tutti i suoi tempi, da Ayrton Senna a Piquet a Fittipaldi per citarne qualcuno, o almeno i più famosi. La vita del paddock questa settimana è frenetica e la sveglia suona presto a causa del traffico locale molto intenso. C'è da segnalare un cambiamento nei box: la vecchia costruzione dove si collocavano le hospitality è stata smantellata per fare posto ad una struttura un po' più agevole. I lavori sembrano non essere ancora terminati del tutto ma sicuramente è stato fatto un grande sforzo per dare un'immagine fresca al paddock. Pensate che negli anni novanta le cucine erano all'interno del garage, in un angolo per la precisione, con tavoli di plastica e posate con piatti usa e getta. Un solo lavandino per tutto il paddock era a disposizione degli innumerevoli team per poter lavare padelle e tutto il resto.

 

Con le vecchie strutture si era data un'identità di fronte ai garage per la parte ristorativa, ma insufficiente per le esigenze della attuale F1. Tengono banco nel paddock i chiacchiericci dei cugini delle moto e mi sembra di capire che la maggior parte della F1 sia schierata con l'idolo nazionale VR46. Oltre a ciò, l'attenzione è rivolta al piccolo incidente di Hamilton, ma qui non si vogliono fare gossip o polemiche, solo dare una semplice e trasparente visone di un normale week end di lavoro dall'interno del paddock della F1 da una persona comune come me.

 

Vi aspetto alla prossima e ultima tappa di Abu Dhabi.

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