F1. Dal sorpasso capolavoro di Piquet all'impresa di Ocon, 5 momenti iconici del Gran Premio di Ungheria

F1. Dal sorpasso capolavoro di Piquet all'impresa di Ocon, 5 momenti iconici del Gran Premio di Ungheria
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Disputato da sempre sul tortuoso toboga dell’Hungaroring, il GP di Ungheria ha vissuto delle edizioni molto emozionanti nonostante la tipica difficoltà nell’effettuare sorpassi
29 luglio 2025

 

  • 1986 - Di traverso

L’edizione del 1986 del GP di Ungheria è una prima volta storica in quanto rappresenta la prima visita della Formula 1 in un paese del blocco sovietico. Negli ultimi anni della Guerra Fredda il Circus supera la cortina di ferro e fa tappa sul nuovo Hungaroring. In un caldo 10 agosto, davanti a 200.000 spettatori, tanto per cambiare è il solito Ayrton Senna a partire dalla pole position ma nel 1986 sono le Williams di Piquet e Mansell ad essere le macchine da battere. Nella sua prima configurazione, il tracciato è ancora più tortuoso di quello attuale, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Monaco senza muretti”, l’unica vera chance di sorpasso è rappresentata dal rettilineo di partenza ed è proprio qui che Piquet, partito secondo, dipinge il suo capolavoro. Dopo un primo tentativo di sopravanzare Senna all’interno di curva 1, nel giro successivo Nelson battezza l’esterno, molto più gommato e pulito, e dopo aver messo la sua FW11 davanti alla Lotus, comincia a stringere la corda, di traverso e con le ruote fumanti. Con quello che all’unanimità è considerato il sorpasso più bello mai visto in F1, Piquet si invola conquistando così il primo GP di Ungheria della storia.

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  • 1989 - Rimonta da Leone

Nigel Mansell, per quanto abbia conquistato un solo titolo mondiale, è stato uno dei piloti più rappresentativi e veloci degli anni ‘80-’90. Ayrton Senna, notoriamente spietato e quasi senza rivali in pista, era solito dire che l’inglese fosse l’unico pilota in grado di intimorirlo veramente, e che quando era in giornata fosse in grado di superare i suoi avversari anche volando. D’altronde proprio il brasiliano sperimentò suo malgrado la velocità del Leone il 13 agosto del 1989. Accasatosi in Ferrari per la stagione ‘89, Mansell si ritrova tra le mani la rivoluzionaria “papera”, la 640 con cambio semi-automatico progettata da Barnard. Ancora troppo acerba dal punto di vista dell’affidabilità, la vettura del Cavallino quando funziona a dovere si dimostra però molto veloce e proprio in Ungheria conquista la sua vittoria più bella. Partito 12° dopo una qualifica deludente, Nigel comincia a rimontare ad un ritmo incredibile scavalcando i rivali uno dopo l’altro nonostante la tortuosità del tracciato, fino a sfruttare una rara indecisione di Senna durante un doppiaggio per agguantare la prima posizione e involarsi verso una grande vittoria. A dimostrazione dello stato di grazia del pilota Ferrari, il distacco del campione brasiliano a fine gara sarà di circa 26 secondi.

 

  • 1998 - Cambio di strategia

“Michael, ci servono 19 giri da qualifica per recuperare 25 secondi”. Così Ross Brawn, nel bel mezzo del GP di Ungheria del 1998, interroga il suo pilota in merito ad un possibile cambio di strategia che possa cambiare le sorti di una gara che sembra inchiodata. La risposta che gli arriva è tanto fredda quanto lapidaria. “Ok, grazie”. Lo stratega del Cavallino ha capito che per battere le McLaren sul tortuoso tracciato ungherese non basta l’ottimo passo di Schumacher, che pure quel giorno sembra discretamente in palla, serve qualcosa di diverso, qualcosa di folle. Così da una strategia a due soste, si decide di passare ad una a tre soste, a patto però che Schumacher sfrutti la fase centrale della gara con poca benzina per inanellare un giro veloce dopo l’altro e di fatto recuperare il tempo necessario a smarcare l’ultimo pit stop. Detto fatto. Complice anche un problema al cambio di Häkkinen, Michael riesce a completare uno stint impressionante e accumulando circa 26 secondi di vantaggio in 19 giri riesce a rientrare in pista in prima posizione dopo la terza e ultima sosta, per poi avviarsi indisturbato verso una galvanizzante vittoria in ottica iridata.

 

  • 2008 - Mondiale in fumo

Tra i tanti episodi del Campionato del 2008, uno dei turning point decisivi per le sorti iridate è sicuramente quello del Gran Premio di Ungheria del 3 agosto. Come nel 2007, la lotta per l’iride è una questione tra Ferrari e McLaren, infatti alla vigilia dell’appuntamento magiaro, sono Hamilton, Räikkönen, e Massa ad occupare le prime tre posizioni della classifica. Ma se in qualifica sono le McLaren di Hamilton e Kovalainen a dominare la prima fila, la domenica è Felipe Massa a prendere la testa della corsa con una partenza fulminea. Il brasiliano riesce a condurre senza problemi la gara mentre il rivale Hamilton perde posizioni a causa di una foratura. Potrebbe essere una vittoria decisiva per acciuffare la testa del mondiale ma a tre giri dalla fine il V8 Ferrari va in fumo proprio sul rettilineo del traguardo lasciando ammutolito il popolo ferrarista. Kovalainen conquista così la sua prima ed unica vittoria in carriera. Per Massa, col senno di poi, si rivelerà una mazzata decisiva, poiché tra questo e il controverso GP di Singapore vedrà sfumare un titolo che sembrava ampiamente alla portata.

 

  • 2021 - Difesa di ferro

Un campionato letteralmente da film quello del 2021, con tanto di finale thrilling. Il duello Hamilton-Verstappen è stato forse il più intenso di sempre in 75 anni di storia. 14 volte i due piloti hanno occupato le prime due posizioni arrivando a pari punti alla vigilia dell’ultima gara. L'unica gara che non li ha visti protagonisti, se non in parte, è stato proprio il GP di Ungheria. Succede pressoché tutto nelle prime tornate. In partenza, anche a causa della pista umida, Bottas e Stroll sbagliano la staccata e innescano una carambola che costringe la direzione gara ad esporre bandiera rossa. Tra i piloti coinvolti c’è anche Verstappen, che con la macchina pesantemente danneggiata si trova già estromesso dalla lotta per la vittoria. Nel frattempo la pista si asciuga e alla ripartenza tutti rientrano ai box per montare le slick. L’unico che rimane fuori è il poleman Hamilton che in una scena alquanto comica si ritrova a partire da solo dalla griglia. L’inglese però deve rientrare ai box dopo un solo giro per montare le gomme da asciutto, rientrando in ultima posizione. È dopo questo valzer che Esteban Ocon e la sua Alpine si ritrovano incredibilmente in testa. Anche grazie al determinante aiuto del compagno di squadra Alonso, che per parecchi giri contiene magistralmente la furiosa rimonta di Hamilton, il francese riesce a regalarsi la prima vittoria in carriera, al termine di una giornata memorabile sia per lui che per il team.

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