Villeneuve: «I giovani? Sembrano bambini che vogliono giocare alla F1»

Villeneuve: «I giovani? Sembrano bambini che vogliono giocare alla F1»
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Paolo Ciccarone
Abbiamo avuto modo di parlare con Jacques Villeneuve sulla F1 odierna, dai piloti attuali alle giovani promesse passando per i regolamenti tecnici. Non sono mancate le sorprese | <i>P. Ciccarone, Sepang</i>
22 marzo 2013

Non gli piacciono le gomme, non gli van bene i piloti di allevamento e non sopporta le domande dei giornalisti: «Ho parlato talmente tanto oggi che non so più che dire» quando poi fai presente che nel paddock di F.1 Jacques Villeneuve è ancora un nome e uno che vale la pena ascoltare, si addolcisce e risponde come in fiume in piena.

Dal volante al microfono in mano il passo è breve, specie se hai corso in F.1 e i canali TV hanno fame di esperti del settore. Se prende piede questa moda, fra poco per parlare di ippica assumeranno i cavalli, ma scherzi a parte quando c’è un purosangue come Jacques Villeneuve sulla piazza, meglio prenderlo a occhi chiusi. Anche perché il canadese, nelle sue esternazioni su Sky Sport F.1 ha già fatto capire come la pensa e senza peli sulla lingua:

Che mondiale è quello di quest'anno?
«Questo è un mondiale di gomma, nel senso che il pilota che sa gestirle e sa usarle al meglio, vince. Infatti non è un caso che gente come Raikkonen o Alonso, che in qualifica non sono mai stati dei fenomeni, in gara riescano a gestire al meglio le coperture, mentre tanti altri che in qualifica fanno i fenomeni, poi scompaiono dalla circolazione. Mi sembra un po’ la F1 di fine anni 90, di quando avevamo due costruttori di gomme e dovevamo scegliere quelle che andavano bene per la gara e meno per la qualifica. Oggi i piloti che lavorano all’antica con la squadra, per me sono favoriti. E’ una F.1 che mi sarebbe piaciuto correre anche se ora faccio altro».

Nostalgia o voglia di salire in macchina ti viene ogni tanto?
«Nei primi 20 secondi di telecronaca, poi mi passa e mi diverto nel fare quello che sto facendo, ho scoperto cose nuove in questo lavoro, fin tanto che mi lasciano libero di parlare e commentare quello che voglio, lo faccio, altrimenti mollo».

Mi piacciono quelli che lavorano all’antica, come Raikkonen e Alonso, sanno gestire le gomme e sono perfetti per questa F.1

 

In due gare ti sei già fatto notare nel paddock…
«Se è per questo non posso andare a pranzare in un motor home o in un paio di squadre, se la sono segnata al dito, ma va bene così».

Ti si vede spesso alla Williams…
«Si mangia bene, strano a dire il vero, ma hanno migliorato l’ospitalità, ai miei tempi era uno schifo, ma han peggiorato le macchine, non so cosa sia meglio…».

Fra i piloti di oggi chi ti impressiona?
«Mi piacciono quelli che lavorano all’antica, come Raikkonen e Alonso, non sono dei fenomeni in qualifica ma sanno gestire le gomme, perfetti per questa F.1, è gente che sa amministrare, ha una visione di gara completa».

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Questo è un mondiale di gomma, nel senso che il pilota che sa gestirle e sa usarle al meglio, vince

 

Dei giovani che pensi?
«Penso male, sembrano tanti bambini che vogliono giocare alla F1 e la mamma gli dà i soldi per farlo, andate bimbi ma non fatevi male. Sono tutti piatti, senza personalità. Salvo Jules Bianchi, che rispetto agli altri ha di più sotto questo aspetto».

Ma c’è gente brava in giro, ragazzi che si impegnano…
«Ma lascia perdere, se penso alla Red Bull che ha una filiera di piloti e li usa come pedine da cambiare, mi vien da ridere. Non è F.1 questa, va cambiato qualcosa».

Nella tua vita privata hai però ottenuto un bel successo familiare, terzo figlio e papà a tempo pieno…
«Eh sì, è la cosa migliore che potesse capitarmi, sono felice e non pensavo che avere tanti figli fosse così bello, mi piace e mi diverto a fare il papà, a curarli, a cambiare anche i pannolini se serve».

Le gomme di questa F1 non mi piacciono. Hanno costretto Pirelli a fare cose impensabili, non è tecnica questa, non è progresso. Son tornati ai radiali di 20 anni fa con le tele in acciaio, ma se va bene a loro…


Visto che tuo padre era il grande Gilles e tuo zio Jacques ha corso anche lui in F.1, con i tuoi tre figli in F.1 non ce la farete mai, troppa gente e pochi posti liberi!
«Ma no, andremo tutti alla 24 Ore di Le Mans, così corriamo tutti insieme e ci divertiremo un mondo, ma ora son troppo piccoli e io devo darmi da fare».

Qualcosa che proprio non ti piace di questa F.1?
«Le gomme, hanno costretto Pirelli a fare cose impensabili solo per lo spettacolo, non è tecnica questa, non è progresso. Son tornati ai radiali di 20 anni fa con le tele in acciaio, ma se va bene a loro…».

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