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    Alla vigilia dei nuovi colloqui di Bruxelles sullo stop alla vendita di auto termiche dal 2035, i costruttori tedeschi lanciano una proposta destinata a far discutere. Hildegard Müller, presidente dell’associazione VDA, ha ipotizzato un “obbligo di ricarica” per le ibride plug-in, ovvero la necessità di rifornire periodicamente la batteria, pena la riduzione automatica della potenza del motore.
Una misura che resta solo un’idea, ma che potrebbe trasformarsi in uno strumento per favorire i produttori europei, spingendo i clienti verso un uso più “virtuoso” delle plug-in. L’obiettivo? Dimostrare a Bruxelles che le ibride possono essere una vera alternativa ecologica, se usate nel modo giusto.
            
            
        Il tema non è nuovo: da anni le ibride plug-in (PHEV) sono al centro di polemiche tra costruttori e ambientalisti. Secondo molte associazioni ecologiste, chi guida una PHEV tende a usarla come un’auto a benzina, ignorando la ricarica e vanificando così i vantaggi in termini di emissioni e consumi. La proposta tedesca dell’“obbligo di ricarica” nasce proprio per rispondere a queste critiche, cercando di rendere più “trasparente” l’utilizzo dei sistemi ibridi.
Tuttavia, la VDA non ha ancora specificato quale distanza o tempo dovrebbero far scattare la penalità, né di quanto verrebbe ridotta la potenza. Resta dunque un’idea provocatoria, ma che nasconde una precisa strategia industriale.
            
            
        Dietro l’attivismo della VDA c’è un contesto economico complesso. Dopo aver sostenuto nel 2019 il bando ai motori termici, oggi la Germania si trova a fare i conti con la crisi energetica, la concorrenza cinese e un mercato dell’auto elettrica che cresce più lentamente del previsto.
Da qui la spinta a valorizzare soluzioni “di compromesso” come le ibride plug-in e gli e-fuel, i carburanti sintetici che promettono di allungare la vita ai motori a combustione. Con questa mossa, Berlino tenta di salvaguardare la competitività della propria industria automobilistica, offrendo una terza via tra il tutto elettrico voluto da Bruxelles e la realtà di un mercato europeo ancora in cerca di equilibrio.