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Il conto alla rovescia è ufficialmente iniziato. Dal 29 novembre 2026 entrerà in vigore lo standard Euro 7, una normativa destinata a riscrivere le regole del gioco per l'intero settore automobilistico europeo. E attenzione, perché questa volta nessuno potrà chiamarsi fuori: le nuove disposizioni riguarderanno tutti i veicoli, dalle auto a combustione interna fino alle elettriche pure, passando per ibride, furgoni, autobus e autocarri. Una rivoluzione silenziosa ma potentissima che cambierà il modo in cui pensiamo all'impatto ambientale delle quattro ruote.
La vera sorpresa dell'Euro 7 sta in ciò che guarda oltre il classico tubo di scappamento. Per la prima volta nella storia della regolamentazione automobilistica mondiale, l'Europa punta il dito contro una fonte di inquinamento troppo a lungo ignorata: l'attrito. Freni e pneumatici, infatti, rilasciano nell'aria enormi quantità di particolato fine, microplastiche e polveri sottili PM10 e PM2.5 altamente inalabili, responsabili di gravi patologie respiratorie.
E qui arriva il colpo di scena che molti non si aspettavano. Le auto elettriche, spesso celebrate come la soluzione definitiva all'inquinamento urbano, non potranno più nascondersi dietro l'assenza di emissioni allo scarico. Il loro peso maggiore, dovuto alle batterie, provoca infatti un'usura degli pneumatici più marcata rispetto ai veicoli tradizionali. Certo, la frenata rigenerativa riduce l'utilizzo dei freni meccanici, ma il bilancio complessivo impone comunque ai costruttori di ripensare materiali e tecnologie. Una sfida affascinante che spingerà l'innovazione verso frontiere inesplorate.
L'iter legislativo è stato lungo e tortuoso, ma ora la tabella di marcia è cristallina grazie al Regolamento UE 2024/1257. Il debutto ufficiale è fissato per il 29 novembre 2026, quando nessun nuovo modello di auto o furgone potrà ottenere l'omologazione senza rispettare i requisiti Euro 7. Ma il vero terremoto per il mercato arriverà esattamente un anno dopo, il 29 novembre 2027, quando l'obbligo di conformità si estenderà a tutti i veicoli nuovi in vendita, compresi quelli già presenti nei listini prima dell'entrata in vigore della norma. Per i mezzi pesanti come autobus e autocarri, invece, è previsto un calendario dedicato con scadenze differenziate.
Un'altra colonna portante della riforma riguarda la cosiddetta "vita utile" dei sistemi anti-inquinamento. Con l'Euro 7, la conformità agli standard non dovrà essere garantita solo al momento dell'acquisto, ma per un periodo di 10 anni o 200.000 chilometri. Si tratta di un raddoppio netto rispetto ai requisiti dell'attuale Euro 6, un segnale fortissimo contro l'obsolescenza programmata e a favore di una mobilità più durevole e sostenibile. Per i veicoli pesanti, la soglia di resistenza si spinge addirittura fino a 875.000 km, un traguardo che promuove investimenti in qualità costruttiva e manutenzione preventiva.
Sul fronte delle auto elettriche, l'Europa introduce finalmente garanzie concrete sulla longevità delle batterie. I pacchi accumulatori saranno sottoposti a test rigorosi per valutarne la degradazione nel tempo, con requisiti minimi di longevità pensati per proteggere i consumatori e favorire il mercato dell'usato. I nuovi standard prevedono che le batterie mantengano almeno l'80% della capacità originale dopo 5 anni o 100.000 km, e non meno del 72% dopo 8 anni o 160.000 km. Una garanzia che renderà l'acquisto di un'auto elettrica, nuova o usata, molto più sereno e trasparente.
Per assicurarsi che nessun veicolo superi i limiti durante la sua vita operativa, l'Euro 7 introduce una tecnologia destinata a fare la differenza: l'On-Board Monitoring, ribattezzato già "vigile elettronico". Si tratta di un sistema evoluto di sensori capace di registrare in tempo reale i livelli di ossidi di azoto e particolato, inviando i dati via etere e attivando una spia di avviso per il conducente in caso di superamenti significativi. Questa tecnologia anti-manomissione permetterà alle autorità di monitorare lo stato di salute dell'intero parco circolante, incentivando riparazioni tempestive e prevenendo quelle modifiche illegali ai sistemi di post-trattamento dei gas di scarico che per anni hanno inquinato le nostre città.
L'Euro 7 non sarà l'unica rivoluzione normativa del 2026. L'anno nuovo si aprirà con una raffica di cambiamenti che gli automobilisti faranno bene a conoscere fin da subito.
Dal primo gennaio entreranno in vigore i nuovi test EuroNCAP per la sicurezza, il più importante aggiornamento dal 2009. Le auto che affidano troppe funzioni ai touchscreen avranno vita dura nell'ottenere le ambite 5 stelle: per raggiungere il massimo punteggio, le vetture dovranno disporre di comandi fisici almeno per clacson, frecce di emergenza, indicatori di direzione, tergicristalli e pulsante eCall. I crash test terranno conto di una gamma più ampia di corporature e fasce d'età, includendo bambini, anziani e adulti di statura non standard, mentre gli ADAS verranno valutati anche in contesti di guida reale. Particolare attenzione sarà riservata alle maniglie elettriche, che dovranno funzionare anche dopo un impatto per permettere l'apertura delle portiere dall'esterno.
Sempre dal primo gennaio, la normativa Euro 6e-bis diventerà obbligatoria per tutte le nuove immatricolazioni di auto ibride plug-in. I test di omologazione più rigorosi estendono il ciclo di prova da 800 a 2.200 km, con un aumento dei valori dichiarati di CO2 stimato tra 45 e 120 g/km. Dati più veritieri che potrebbero ridurre sensibilmente i benefici fiscali e gli incentivi di cui finora i veicoli plug-in hanno goduto.
Dal 7 gennaio toccherà ai veicoli commerciali, che non potranno più essere omologati senza conformarsi ai nuovi requisiti ADAS, includendo funzioni obbligatorie come la riduzione degli angoli ciechi, sistemi di rilevamento di utenti vulnerabili della strada e la scatola nera. Entro il 7 luglio, invece, tutti i nuovi veicoli, comprese le auto, dovranno essere dotati dell'avviso avanzato di distrazione del conducente ADDW, un sistema più sofisticato del Driver Drowsiness and Attention Warning obbligatorio dal 2024, capace di monitorare movimenti del volante, degli occhi e posizione della testa.
La buona notizia è che diversi costruttori hanno giocato d'anticipo. Molti modelli lanciati nel 2025, tra cui Peugeot 208, Toyota Yaris Cross, Alfa Romeo Tonale, BMW X1 e Volvo XC60, pur non avendo ancora formalmente l'etichetta Euro 7, incorporano già le tecnologie richieste dalla nuova normativa, come i sistemi di monitoraggio delle emissioni in tempo reale. Un segnale incoraggiante che dimostra come l'industria automobilistica europea stia prendendo sul serio la sfida della transizione ecologica.
Il 2026 si preannuncia dunque come un anno di svolta epocale per il mondo dell'auto. Tra nuovi standard ambientali, test di sicurezza più severi e tecnologie sempre più sofisticate, il futuro della mobilità si fa sempre più green, sicuro e trasparente. E questa, per tutti noi, non può che essere un'ottima notizia.
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