10 cose che puoi vedere solo alla 24 Ore del Nürburgring

10 cose che puoi vedere solo alla 24 Ore del Nürburgring
Pubblicità
Dalle auto prese a martellate alle sportellate a 270 km/h, ecco 10 cose che potete vedere solo alla 24 Ore del Nürburgring
23 giugno 2025

1. Un drift show per autentici petrolhead (politicamente scorretto)

Lo spettacolo inizia ben prima della gara. Il venerdì sera, ogni anno, va in scena il leggendario drift show al tornante del circuito GP. I direttori d’orchestra sono i piloti ufficiali del Falken Drift Team, sostenuti da tantissimi driver più o meno famosi provenienti da mezza Europa. Decine di treni di gomme in fumo per un’ora di puro delirio in formato petrolhead. L’unico scopo? La ricerca del traverso perfetto, che manda in delirio migliaia di persone sugli spalti. E che potrebbe far arrabbiare molto gli ambientalisti. Anche se, difficilmente, ne vedrete uno da queste parti…

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

2. Il numero 1 della Toyota che guida una Yaris

Passeggiando per i garage è possibile imbattersi in piloti più o meno affermati. Ma anche in personaggi che non ti aspetteresti mai. Quest’anno, sulla griglia di partenza, ci siamo imbattuti personalmente in “Morizo-San”. Altrimenti noto come Akio Toyoda, niente di meno che il numero uno in persona della Toyota (è il Chairman of the Board of Directors, quindi il Presidente del Consiglio di Amministrazione). E non era per nulla infastidito dal nostro stupore, anzi. Prima ha pensato bene di salutarci con un solenne inchino e di mettersi in posa nonostante non sapesse minimamente chi fossimo. Poi ha affrontato la gara con una magnifica GR Yaris TG-RR gestita da Rookie Racing, condividendo l’auto con suo figlio Daisuke Toyoda e altri due piloti. E l’ha pure finita, la corsa, che è già un grande traguardo al Nürburgring, in 54esima posizione assoluta (su 140 auto). Un risultato grandioso, considerando che la piccola Yaris si è messa dietro auto molto più potenti, come una sfilza di Cayman GT4 e persino qualche GT3, grazie a una gara priva di errori, Trovateci un altro manager con una carature simile che faccia una cosa del genere. Poi se lo avete trovato ce lo segnalate nei commenti…
 

3. Le auto vengono prese a martellate (occasionalmente)

La 24 Ore del ‘Ring non è una gara come le altre. Rappresenta forse una delle più autentiche espressioni del motorsport sopravvissute alla modernità. Per questo conta non solo vincerla, se possibile, ma anche solo finirla, a qualsiasi costo. Per questo le auto, che in una qualsiasi altra gara verrebbero messe su un carro-attrezzi, nascoste sotto a un telo e ritirate nel garage, qui vengono riparate ad ogni costo, con un lavoro straordinario fatto da meccanici eccezionali. Che non risparmiamo sonore martellate, all’occorrenza, pur di raddrizzare telai e scocche, così da poter tornare il più presto possibile nell’Inferno Verde. Un incubo per ogni carrozziere, uno spettacolo da sogno per ogni appassionato di corse.

 

4. Un costruttore di gomme che sfida i costruttori di macchine

In questa gara le squadre che scendono in pista non sono quelle canoniche, a cui siamo abituati nel mondo delle corse. Quindi non ci sono solo i costruttori ufficiali o semi-ufficiali delle varie marche (Aston, Mercedes, Audi, Porsche, ecc.). Ma ci si può imbattere anche in un marchio di pneumatici - Falken, in questo caso - che si fa una squadra corse tutta sua. E che usa delle Porsche gommate Falken, ça va sans dire, per sfidare, tra le altre, delle Porsche semi-ufficiali. Come quella della Manthey Racing (Grello) che, però, è gommata Michelin. Strano vero? È come se in Formula 1 ci fosse un undicesimo Team Bridgestone, che usa una Ferrari gommata Bridgestone, per sfidare le Ferrari della Scuderia Ferrari con pneumatici Pirelli. Ma al Ring tutto è possibile. Per la cronaca il Falken Team, nel corso della sua lunga militanza al Ring, si è portato a casa due quarti posti (2014, 2021) e un terzo posto (2015). Più sfortunato quest’anno, dove ha subito due ritiri, uno dei quali per un incidente davvero assurdo e difficilissimo da digerire.

5. Una Dacia Logan che sfida una Aston Martin Vantage GT4 (e non finisce bene)

Quando una gara di durata va in scena all’Inferno Verde non bisogna aspettarsi (solo) le classiche auto da corsa. Qui si possono trovare mezzi di ogni forma, potenza e dimensione. Dalla Mercedes-AMG GT3 alla Mini Cooper S, passando per un’Audi R8 LMS GT3 V10 Evo2 e una vecchia BMW E36. Se vuoi correre, insomma, un modo si trova qui, non importa che auto hai a disposizione. L'anno prossimo, per esempio, arriverà una curiosa Twingo I serie con swappata con il motore di una Clio RS. E, da alcuni anni, si può scorgere persino una Dacia Logan con il roll bar. Sicuramente l’auto più lenta in pista a cui, però, gli appassionati si sono molto affezionati nel tempo. Certo, quando sei su una Aston Martin Vantage GT4 Evo, hai appena affrontato la compressione di Pflanzgarten, e te la trovi in traiettoria dopo una curva cieca potrebbe non essere piacevole, come vedete nel video in cui la povera Logan dice addio ai suoi sogni di gloria, almeno per quest’anno. Ma anche questo fa parte del gioco da queste parti. 

 

6. 200.000 litri benzina bruciati in un giorno (elicotteri esclusi)

Quest’anno sulla linea di partenza si sono presentate 140 auto. Immaginate cosa accada quando iniziano i doppiaggi. Ma soprattutto quando, una dopo l’altra, iniziano ad aver bisogno di fermarsi ai box. Ognuna si scola 100 litri di carburante ogni 60-90 minuti di gara, a seconda della categoria. Questo significa che, arrotondando per difetto, considerando i vari ritiri e le pause forzate ai box per interventi di riparazione, una 24 ore al Ring fa fuori facile facile qualcosa come 200.000 litri di benzina. O sei autocisterne da 44 tonnellate da 34.000 litri l’una, se preferite un altro termine di paragone. Ma non sono di certo gli unici consumi energetici dell’evento. Per esempio, per tutte le 24 ore, la pista viene sorvolata da una serie di elicotteri, alcuni dei quali fondamentali per garantire le riprese aeree durante la diretta TV. Ne vale la

7. Auto che usano il tetto al posto delle ruote

I doppiaggi sono un tema bollente durante la 24 Ore. La Nordschleife è molto più stretta rispetto ai circuiti tradizionali, non ha praticamente vie di fuga. E ammette auto di taglie e categorie molto diverse tra loro. Non c’è distinzione - se non quella di classe - tra una Yaris a tre cilindri e una R8 V10. Entrambe sono ammesse alla corsa e gareggiano contemporaneamente sul tracciato, chi per la vittoria assoluta, chi per quella di categoria. Per questo gli incidenti in fase di sorpasso sono molto frequenti e possono essere anche molto spettacolari. Quest’anno, per esempio, il leader della corsa Kevin Estre, al volante della leggendaria “Grello”, nel tentativo di sfuggire al suo inseguitore su BMW M4 GT3, ha urtato una Aston in fase di doppiaggio, infilandosi in un pertugio impossibile. Risultato? Aston capovolta, nessuna conseguenza per il suo pilota e 100 secondi di penalità per il francese alla guida della Porsche. Una sanzione che, a fine gara, lo farà retrocedere in seconda posizione, facendo così sfumare la vittoria assoluta nonostante una corsa dominata, quasi per intero, dall'inizio alla fine.
 

8. Il campeggio più pazzo del mondo

Assistere alla 24 Ore del Nürburgring per migliaia di tedeschi - e non solo - rappresenta una vero e proprio pellegrinaggio verso “La Mecca” del Motorsport. Quest’anno gli organizzatori hanno registrato 280.000 persone nel corso del weekend di gara. Molte delle quali danno vita alla magia dei campeggi sparsi lungo il tracciato. Farci visita significa immergersi nella più pura e verace cultura automobilistica tedesca. Tra grigliate no stop, cascate di birra, divani appesi agli alberi a mo’ di altalena e hospitality fai-da-te, con tanto di spillatrici e maxi-schermi per seguire la corsa, il campeggio al Ring merita una visita almeno quanto il paddock (e il negozio ufficiale del merchandise della pista).
 

9. Persone che dormono sugli spalti (e persone che dormono un po’ ovunque in generale)

Una gara di 24 è estrema per i piloti, le squadre, i meccanici. Ma, in un certo senso, anche per il pubblico. Per questo soprattutto nelle prime ore del mattino non è difficile imbattersi persone che dormono un po’ dappertutto e nelle posizioni più improbabili. Come questo fan che si è appisolato sugli spalti ed è finito in diretta mondiale. La scomodità di quei seggiolini sotto alla schiena si percepisce quasi a distanza. Ma fa capire quanto sia estremo seguire una corsa di questo tipo, un po’ per tutti, nessuno escluso.

 

10. Sportellate a 270 km/h

La 24 Ore del Nürburgring non è, per fortuna, sotto la supervisione della FIA, come la maggior parte delle gare di fama mondiale. Ma viene organizzata dall’ADAC, una sorta di ACI in salsa germanica. Per questo le regole, qui, sono un po’ diverse ed è ancora permesso correre su un tracciato spettacolare ma, al tempo stesso, insidiosissimo, come quello della Nordschleife. Questa particolarità garantisce un sapore più genuino a questa gara che profuma ancora, almeno un po’, del motorsport di una volta. Vedere le GT3 darsi battaglia attraverso 170 curve (per giro!) immerse in un marasma di auto tutte così diverse tra loro regala uno spettacolo unico. E sorpassi spettacolari e veraci, con tanto di sportellate, come quello vi proponiamo qui, a 270 orari, tra la Mercedes-AMG della Get Speed e l’Audi R8 V10 della Scherer Sport. Buona visione!

Pubblicità