12, un numero per tanti (miti)

12, un numero per tanti (miti)
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Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Approfittiamo dell’ultima tripletta giorno-mese-anno del secolo per ricordare i piloti che hanno corso con il dodici su scocche o cupolino
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
12 dicembre 2012

12-12-2012: una data evocativa, l’ultima del secolo appena iniziato in cui la cifra del giorno si ripeterà per mese ed anno. Abbiamo voluto celebrare la ricorrenza ricordando i piloti che hanno scelto – o ricevuto, perché a suo tempo il numero di gara era imposto dagli organizzatori del campionato o legato alla scuderia – il numero 12 correndo ai massimi livelli.

 

Facendo emergere dai ricordi anche grandi nomi che, per un motivo o per l’altro, nell’immaginario collettivo e degli addetti ai lavori sono legati ad un altro numero di gara.

Formula 1: Niki ,Gilles e Ayrton!

Non diremo nulla di nuovo a nessuno se ricordiamo Gilles Villeneuve e Ayrton Senna fra i grandi piloti della Formula 1 che hanno avuto il numero 12 sulla propria vettura. Villeneuve lo portò sulla sua Ferrari nel 1978 e ’79: ci sono diverse immagini, fra cui quelle diffuse nelle pubblicità dall’allora sponsor Giacobazzi, ormai entrate nell’immaginario collettivo.

 

Lo scorso maggio, il figlio Jacques girò a Fiorano proprio su una “numero 12”, tanto per dare la misura di quanto il ricordo del padre fosse legato a quel numero. Ironia della sorte, lo stesso numero nel 1976 aveva trovato posto sulla McLaren di Jochen Mass, il pilota coinvolto nel terribile incidente, a Zolder, in cui Gilles Villeneuve perse la vita nel 1982.

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Gilles Villeneuve portà il numero 12 sulla sua Ferrari nel '78 e nel '79

 

Andando un po’ più indietro si trova Andreas Nikola “Niki” Lauda, che corse con il numero 12 nel 1974 e 1975 al suo esordio in Ferrari, con la conquista del primo titolo iridato nel secondo anno.

 

Bisogna invece mandare “avanti veloce” qualche stagione per ritrovare un altro grande abbonato al numero 12: quel Nigel Mansell che, agli albori della sua carriera, se lo trovò sulla Lotus nel 1982, 1983 e 1984.

 

L’anno successivo il Leone d’Inghilterra se ne andò in Williams, cedendo il numero 12 all’altro pilota che lo avrebbe stampato a fuoco nella memoria di tutti gli appassionati di Formula 1: Ayrton Senna. Il compianto fuoriclasse brasiliano, come Mansell, si trovò il numero 12 sul musetto della Lotus a cui approdò nel 1985 dopo lo spettacolare debutto della stagione precedente sulla Toleman.

 

Senna se lo “portò dietro” in McLaren nel 1988, dove al termine della stagione batté il compagno di squadra Alain Prost nella conquista del suo primo titolo iridato.

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Ayrton Senna sulla sua Lotus

 

Diversi altri piloti – meno noti, o legati al numero in maniera meno duratura o memorabile – hanno corso con il 12. Per puro campanilismo ricordiamo Trulli, Fisichella e De Angelis, ma anche il grande Alessandro Zanardi nella sua permanenza in Lotus.

 

Ma l’albo d’oro registra anche Jenson Button, Johnny Herbert, Jean Alesi nel suo periodo in Jordan e persino Felipe Massa ai tempi di Sauber. 12 in una sola stagione anche per l’indimenticabile (per gli incidenti, non i piazzamenti) Satoru Nakajima.

Motociclismo: le vittorie da leggenda e i colori italiani

Nelle due ruote, il numero 12 è indissolubilmente legato a Troy Bayliss, che lo adottò durante la sua permanenza in MotoGP dovendo rinunciare al “suo” 21 in quanto già preso da John Hopkins. Troy ci corse nelle due stagioni in Ducati (2003/2004) e nella dimenticabile annata con la Honda del team Pons, ma soprattutto in quel memorabile weekend conclusivo della stagione 2006 a Valencia, dove corse la sua ultima gara nel motomondiale in sostituzione dell’infortunato Sete Gibernau a titolo di premio per il Mondiale Superbike appena conquistato.

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Troy Bayliss in pista a Valencia con il numero 12

 

In quella occasione Troy dominò libere, prove e gara, entrando per sempre nel cuore degli appassionati e, soprattutto, in quello dei ducatisti che lo elessero ad imperitura bandiera del marchio.

 

Curiosamente, nel 1995 un altro pilota con il numero 12 compì un’impresa da leggenda. Mauro Lucchiari, pilota dalle quotazioni in ascesa ma che nessuno prendeva forse troppo sul serio, era in forze al team ufficiale Ducati a fianco di sua maestà Carl Fogarty.

 

Iridato nel 1994 e dominatore della prima gara, ad Hockenheim, King Carl aveva conquistato la pole nel secondo Gran Premio dell’anno, a Misano. La domenica, però, il campione inglese ebbe due docce gelide: fu proprio Mauro Lucchiari a suonargliele in entrambe le manche, conquistando una splendida doppietta sulla pista di casa che, purtroppo, rappresentò l’unico acuto del pilota padovano.

 

Il numero 12 è curiosamente legato alle rosse italiane nelle due ruote. A parte i due casi già citati, lo troviamo infatti sul cupolino delle Cagiva di Randy Mamola (1989) ed Alex Barros (1991).

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Alex Barros ha usato il numero 12 sulla sua Cagiva

 

Per diversi anni, sempre nella classe 500, il 12 è stato il numero di Jean Michel Bayle che all’esordio, nel 1996 non poté adottare il “suo” 111 perché a tre cifre né l’11 già scelto da Scott Russell. Occasionalmente ci corsero anche Haruchika Aoki ma – sorpresa – anche Carlos Checa quando, nel 1995, sostituì l’infortunato Puig in sella alla Honda 500: “El toro” non adottò il suo numero 7 con le corna prima del 2000.

 

Vale la pena di citare come aficionado del numero 12 anche lo svizzero Thomas Luthi, che lo porta e lo ha portato sul cupolino per tutta la sua carriera in 125 e 250/Moto2, conquistandoci anche il titolo iridato della ottavo di litro nel 2005!

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