24 Ore di Daytona 2020. Vittoria di Ryan Briscoe, Renger van der Zande, Scott Dixon e Kamui Kobayashi

24 Ore di Daytona 2020. Vittoria di Ryan Briscoe, Renger van der Zande, Scott Dixon e Kamui Kobayashi
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Francesco Bagini
Dopo 833 giri vince la classica dell'endurance americano la Cadillac del Wayne Taylor Racing. In GTLM trionfo della BMW
26 gennaio 2020

Dopo 24 ore e 833 giri la Cadillac DPi-V.R numero 10 affidata a Ryan Briscoe, Renger van der Zande, Scott Dixon e Kamui Kobayashi ha tagliato per prima il traguardo.

Al secondo posto, a circa 65 secondi, la Mazda numero 77 di Oliver Jarvis, Tristan Nunez e Oliver Pla, autori della pole position.

Sul terzo gradino del podio, a 20 secondi della vettura giapponese, si è piazzata la Cadillac di Sébastien Bourdais, Loic Duval e Joao Barbosa.

Si è trattata di una corsa piuttosto lineare, con poche bandiere gialle. Questo ha permesso ai primi classificati di percorrere, nell'arco delle 24 ore di gara, ben 833 giri.

Quarto posto per l'ex Formula 1 Juan Pablo Montoya, staccato di 4 giri a causa anche di problemi tecnici, patiti nel finale di gara. Insieme al colombiano anche Dane Cameron e Simon Pagenaud.

Nella classe LMP2 il successo è andato all'Oreca pilotata da Ben Hanley, Henrik Hedman, Colin Braun e Harrison Newey. Secondi, a un giro, si sono classificati Gabriel Aubry, Ben Keating, Simon Trummer e Nick Boulle.

Nella GT Le Mans festeggia la BMW M8 GTE di Jesse Khron, John Edwards, Augusto Farfus e Chaz Mostert del team Rahal Letterman Lanigan. Alle loro spalle grande duello tra la Porsche 911 RSR di Earl Bamber, Laurens Vanthoor e Mathieu Jaminet e la vettura gemella di Nick Tandy, Fred Makowiecki e Matt Campbell.

Infine nella categoria GT Daytona c'è stata una doppietta Lamborghini. Al primo posto si è piazzata la Huracan di Bryan Sellers, Corey Lewis, Madison Snow e Andrea Caldarelli. Dietro di loro Andy Lally, Spencer Pumpelly, Marco Mapelli e John Potter. Terzo posto per un altro marchio europeo, cioè l'Audi R8 nelle mani di Marco Bortolotti, Rolf Ineichen, Daniel Morad e Dries Vanthoor.

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