24 Ore Le Mans: i protagonisti dell'edizione 2014

24 Ore Le Mans: i protagonisti dell'edizione 2014
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I Campioni in carica della classica dell’endurance battono gli sfidanti. Jota Sport vince in LMP2. La Ferrari conquista il successo in GTE Pro. Aston Martin domina la gara delle GTE Am
17 giugno 2014

Questa 82esima edizione della 24 Ore è stata una delle più belle, con grandi duelli tra i prototipi di Audi, Porsche e Toyota, ricca di colpi di scena e incerta fino alla penultima ora, e si chiude con il trionfo dell’Audi, il tredicesimo e il meno scontato di tutti. Dopo i primi due round del WEC dominati dalla Toyota e la differenza a livello prestazionale rispetto agli avversari vista fino a pochi giorni fa, erano infatti arrivati qui a Le Mans non certo con il ruolo dei favoriti.

Oltre 260.000 spettatori

E invece, davanti a oltre 260.000 spettatori, hanno battuto il Costruttore giapponese e la Porsche. La gara l’hanno vinta di nuovo Marcel Fässler, André Lotterer e Benoît Tréluyer con la R18 e-tron quattro n°2. E’ il loro terzo successo, dopo quelli del 2011 e 2012. Sono andati al comando della gara per la prima volta alla domenica mattina, poco dopo le 5, dopo aver tenuto costantemente sotto pressione la Toyota n°7 che ha condotto la corsa fino a quel momento. Hanno dovuto cambiare una turbina sulla loro R18, scivolando temporaneamente al terzo posto. Sono poi tornati davanti grazie ad una rimonta strepitosa durante la quale Lotterer ha fatto segnare anche il giro più veloce della gara in 3’22”567.

Un trionfo inatteso

Il trionfo inatteso della Casa dei quattro anelli è completato dal secondo posto di Lucas di Grassi, Marc Gené e Tom Kristensen. Dopo il terribile incidente di Loïc Duval durante le Prove Libere del mercoledì il team è stato costretto a preparare una nuova vettura  a tempo di record e a richiamare Gené al posto di Duval. Lo spagnolo era iscritto nella classe LMP2 con il team Jota Sport. In gara la n°1 ha sofferto parecchio: hanno dovuto sostituire un iniettore e anche una turbina, ma con un distacco di 3 giri dai compagni di squadra sono riusciti comunque a conquistare la piazza d’onore...

Gara da dimenticare e grande dispiacere per gli appassionati italiani per il ritiro prematuro, dopo solo un’ora e mezza, dell’Audi n°3 che il nostro Marco Bonanomi divideva con Albuquerque e Jarvis. Marco aveva il compito di cominciare la gara e lo aveva assolto benissimo rivelandosi uno dei più veloci e combattivi, in grado di lottare per il podio. Poi, quando la pioggia è arrivata fortissima sul tracciato della Sarthe tanto da costringere l’ingresso della safety car, Bonanomi procedeva lentamente con le gomme slick, rispettando le bandiere gialle, ed è stato centrato in pieno dalla Ferrari 458 di Sam Bird che, piombato sulla sua auto ad altissima velocità, gli ha distrutto la parte posteriore compromettendone la meccanica e costringendolo così ad abbandonare la gara.

Decisivi per l’Audi anche il passo costante dei propri piloti che non hanno mai commesso errori e una squadra capace di reagire sempre velocemente ai problemi che si sono presentati durante la gara.  E’ il loro ottavo successo con un motore a gasolio e il terzo con una vettura ibrida. La corsa è stata molto dura, con tanti incidenti e tutti i prototipi dei Costruttori impegnati in questa fantastica battaglia hanno sofferto problemi tecnici.

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Un weekend amaro per la Toyota quello di Le Mans, che ha però iniziato con il piede giusto il WEC 2014

Toyota: una sconfitta amara

Per la Toyota un’amara sconfitta, dopo le due vittorie in Campionato, la pole position e il passo mostrato in gara dalle TS040 Hybrid. La n°8 abbandona presto le proprie ambizioni  dopo il brutto incidente al 25° giro che mette fuori gioco Bonanomi e vede coinvolto anche Nicolas Lapierre che arriva a tutta velocità ed evita l’impatto con l’Audi n°3 ma non con il rail. Il francese è più fortunato di Marco, torna lentamente ai box e dopo una lunga riparazione la vettura è di nuovo in gara.  Da quel momento per Anthony Davidson, Sebastien Buemi e Lapierre comincia una lunga rimonta che viene premiata con un terzo posto inatteso che lascia comunque l’amaro in bocca ed è dovuto soprattutto al ritiro degli avversari.

La n°7, partita dalla pole con Alexander Wurz al volante, sembra imprendibile e conduce a lungo con un gran ritmo. Durante la notte l’equipaggio dell’Audi n°2 cerca di mettere pressione, ma il gap è sempre oltre il minuto. Poi, alle 5:10 del mattino, la disfatta: la vettura di Nakajima si ferma al giro 220 nell’ultimo settore per un principio d’incendio dovuto a un guasto all’impianto elettrico. Dopo aver dominato per quasi tutte le prime 14 ore di gara cede la leadership all’Audi n°2 di Treluyer. Viene confermato il ritiro e sfuma così il sogno di una vittoria per il Costruttore giapponese.

Delusione Porsche

Per la Porsche doppio ritiro per le 919 Hybrid. Già dopo pochi giri Neel Jani con la n°14 era stato costretto ai box perdendo circa 10’ e 4 giri per la riparazione della pompa della benzina. E dopo una lunga rimonta un problema al cambio nella penultima ora li mette fuori gioco negandogli un 4° posto più che meritato.  Alla fine il team rimette in gara la vettura di Dumas, Lieb e Jani per consentirgli di passare lentamente sotto la bandiera a scacchi, tra gli applausi del pubblico e quello sportivo e sincero della squadra Audi.

Verso la fine della 22° ora termina anche il sogno di Brendon Hartley, Timo Bernhard e Mark Webber che sono stati anche in testa alla gara e in quel momento sono al secondo posto. E’ l'australiano ex F1 a rallentare vistosamente sul rettifilo delle Hunaudieres per un problema alla trasmissione e si chiude la loro gara dopo ben 346 giri. Peccato, potevano ancora lottare per la vittoria.

Anche nella classe LMP2 la battaglia è stata molto intensa: 17 prototipi al via, un grande equilibrio per l’intero weekend  e una gara spettacolare vinta dal team britannico JOTA Sport. Simon Dolan, Harry Tincknell e Oliver Turvey hanno portato al successo la loro Zytek Z11SN con un incredibile 5° posto assoluto


Comunque il Costruttore tedesco è tornato con una macchina che ha mostrato un grande potenziale, che si è rivelata competitiva ma che forse necessita di essere rivista dal punto di vista tecnico per potersela giocare alla pari con Audi e Toyota, soprattutto a Le Mans. Ci hanno comunque fatto divertire, appassionare e hanno fatto letteralmente sognare i tanti appassionati della Casa di Stoccarda. Quarta ma staccata di ben 19 giri l’unica R-One Toyota superstite del team elvetico Rebellion Racing  con Prost, Heidfeld e Beche. Viste le premesse del weekend è già un risultato.

LMP2

Anche nella classe LMP2 la battaglia è stata molto intensa: 17 prototipi al via, un grande equilibrio per l’intero weekend  e una gara spettacolare vinta dal team britannico JOTA Sport. Simon Dolan, Harry Tincknell e Oliver Turvey hanno portato al successo la loro Zytek Z11SN con un incredibile 5° posto assoluto, con un giro di vantaggio sui loro più diretti rivali.

Dopo una brillante qualifica con la pole persa per soli 65 millesimi, i tre piloti britannici al volate della loro Zytek gommata Dunlop hanno fatto una gara priva di errori e con un ritmo molto elevato. L’unico pit stop non programmato è giunto ad inizio gara ed è costato loro 2 giri e circa 7 minuti per sistemare la carrozzeria.

Senza dimenticare che per Tincknell era la prima volta alla 24 Ore e Turvey ha raggiunto il team solo il giovedì mattina, chiamato all’ultimo minuto per sostituire Marc Gené. Oliver non guidava quella vettura dallo scorso settembre…

Secondo posto per il team Thiriet by TDS Racing che portava al debutto la nuova Ligier JS P2 Nissan, partita dalla pole grazie a Tristan Gommendy, che divideva la coupé dello storico marchio con Pierre Thiriet e Ludovic Badey. Determinante per loro la foratura e il conseguente danno alla sospensione sofferto nella 21° ora di gara. Il terzo gradino del podio è per la Signatech Alpine ORECA di Nelson Panciatici, Paul-Loup Chatin e Oliver Webb. Ma i veri mattatori della gara sono stati i piloti del G-Drive Racing con la Ligier n°35: Alex Brundle, Jann Mardenborough e Mark Shultzhitskiy hanno condotto a lungo la gara, costruendo un vantaggio importante sugli avversari, poi hanno perso molto tempo prima con la rottura di un disco dei freni posteriori, poi con il motore che mancava di potenza e infine con una foratura. Chiuderanno così al 5° posto alle spalle dell’ORECA del team di Sebastien Loeb.

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Nella classe GTE Pro la vittoria è stata ottenuta ancora dalla Ferrari

GTE Pro

Ancora una volta la lotta tra Gt è stata a dir poco entusiasmante e contraddistinta da grandi duelli. Gianmaria Bruni, Giancarlo Fisichella e Toni Vilander  vincono la 24 Ore nella categoria GTE Pro dopo una battaglia straordinaria. Sulla Ferrari 458 Italia n°51 di AF Corse (l’unico team italiano al via della gara) replicano così il successo del 2012 sul circuito della Sarthe.

E’ stata una gara difficile quella dei Campioni del Mondo in carica del WEC. Partito dalla pole position, Bruni ha dominato le prime ore di corsa poi ha dovuto fare i conti con la pioggia: nel pomeriggio di sabato sono arrivati ben due temporali sul circuito della Sarthe che hanno messo in difficoltà la loro vettura,  superata dalle Corvette e Porsche. Ma appena la pista è tornata asciutta hanno cominciato una rimonta straordinaria. Nel cuore della notte hanno conquistato  la prima posizione e non l’hanno più ceduta agli avversari chiudendo la gara con un distacco di quasi 2 giri nei confronti della Corvette C7.R n°73 di Garcia, Magnussen e Taylor. Terzo posto, a quasi tre giri, per la Porsche n°92 di Holzer, Makowiecki e Lietz.

La vittoria è frutto del grande lavoro fatto dai tre piloti ma anche della straordinaria affidabilità della loro 458, che non ha avuto nessun problema, al contrario di quanto è accaduto a molti degli avversari. Gavin, Westbrook e Milner con la Corvette C7.R n°74 hanno lottato a lungo per la testa della gara poi, traditi da problemi all’alternatore, si devono accontentare del quarto posto. E’ andata ancora peggio a Darren Turner, Stefan Mucke e Bruno Senna: a lungo al comando con la loro Aston Martin Vantage, sono stati protagonisti di splendidi duelli con le Ferrari e le Corvette, poi un problema al servosterzo li costringe a chiudere la gara al 19° posto assoluto,  a 27 giri dalla Ferrari dei vincitori.

GTE Am

L’Aston Martin si consola con una vittoria indiscussa nella classe GTE Am con la V8 Vantage n°95 del trio danese Nicki Thiim, Kristian Poulsen e David Heinemeier Hansson. Hanno condotto quasi sempre la gara e hanno chiuso sotto la bandiera a scacchi con due giri di vantaggio sulla Porsche n°88 del Proton Competition di Ried, Bachler e Al Qubaisi. I tre piloti danesi hanno giustamente dedicato la vittoria al loro amico e connazionale Allan Simonsen, scomparso tragicamente l’anno scorso in un incidente durante i primi giri della 24 Ore. Ferrari e AF Corse conquistano anche il terzo gradino del podio in questa categoria con Luis Perez Companc, Marco Cioci e il “rookie” Mirko Venturi sulla 458 Italia n°61. E’ durata poco l’avventura dell’innovativa NISSAN Zeod RC, costretta al ritiro al 7° giro per problemi al cambio.

L’Aston Martin si consola con una vittoria indiscussa nella classe GTE Am con la V8 Vantage n°95 del trio danese Nicki Thiim, Kristian Poulsen e David Heinemeier Hansson. Hanno condotto quasi sempre la gara e hanno chiuso sotto la bandiera a scacchi con due giri di vantaggio sulla Porsche n°88 del Proton Competition di Ried, Bachler e Al Qubaisi

Gli altri italiani

Nella classe regina, in una gara che si preannunciava difficile per il team Rebellion Racing e le nuove R-One con motore Toyota, è costretta al ritiro dopo soli 73 giri quella che il nostro talentuoso Andrea Belicchi divideva con Kraihamer e Leimer. In LMP2  termina dopo solo 9 giri la corsa dell’ORECA-Nissan del  team SMP Racing partita con Minassian, in equipaggio con Ladygin e Maurizio Mediani. Nella GTE Pro è stata purtroppo costretta al ritiro per il cedimento del propulsore la 458 Italia n° 71 di Davide Rigon, al via con Olivier Beretta e Pierre Kaffer (chiamato a sostituire James Calado dopo l’incidente delle prove ).

La gara del Ram Racing è stata un vero calvario e si chiude dopo 140 giri per il “rookie” Federico Leo che aveva fatto davvero bene e divideva il volante con  Griffin e Parente. Nella GTE Am è giunta al 4° posto, a un passo dal podio, la Ferrari n° 90 del team 8 Star Motorsports con Gianluca Roda, Paolo Ruberti e Frankie Montecalvo. Ritiro per Lorenzo Casè e Raffaele Giammaria con la Ferrari n°60 che dividevano con Peter Mann. Finisce presto anche la gara di Michele Rugolo, senza nemmeno salire in macchina, dopo il terribile “botto” di Sam Bird con la 458 n°81, che condividevano con  Steve Wyatt.


Verso le 8 di mattina Viktor Shaitar con la Ferrari 458 dell’SMP Racing si è schiantato causando una “slow zone” e l’ingresso della safety car in pista per proteggere i tecnici che dovevano riparare le barriere distrutte dal russo. E’ così che ha tolto la possibilità ad Andrea Bertolini di lottare fino alla fine per un podio per il quale aveva dimostrato di potersela giocare. Il prossimo round del WEC è in programma il 20 Settembre a Austin, in Texas.

Nicola Villani

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