Aci, 110° Anniversario: com'era ieri e cos'è diventato oggi

Aci, 110° Anniversario: com'era ieri e cos'è diventato oggi
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Si è svolto lo scorso sabato 24 gennaio l’incontro volto a celebrare i 110 anni dalla nascita dell’ACI - Automobile Club d’Italia. Una realtà poliedrica, ancora oggi al servizio dell'automobilista a 360°
26 gennaio 2015

Torino - Si è svolto lo scorso sabato, 24 gennaio, l’incontro volto a celebrare i 110 anni dalla nascita dell’ACI - Automobile Club d’Italia. Per l’occasione, il Museo Nazionale dell’Automobile – MAUTO, si è visto protagonista nell’ospitare all’interno del suo prestigioso Auditorium gli interventi di presidenti, responsabili e alte cariche di settore. Sul pulpito dell’elegante sala sono infatti saliti il presidente dell’Automobile Club di Torino Piergiorgio Re, il Sindaco della città Piero Fassino, il Presidente dell’Automobile Club d’Italia Angelo Sticchi Damiani, poi ancora il Presidente Onorario dell’Automobile Club d’Italia Rosario Alessi, il Responsabile delle Relazioni Esterne di Quattroruote Carlo Cavicchi, il Direttore del Museo Nazionale dell’Automobile Rodolfo Gaffino Rossi, il Direttore dell’agenzia di stampa Italpress Italo Cucchi, ed ancora Maurizio Lupi Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Le imprese dell'Aci

L’interessante convegno, moderato dal giornalista Ernesto Alci ha visto ripercorrere le più importanti tappe della lunga storia firmata ACI, molto ricca di particolari che hanno reso celebre la nostra nazione nel mondo del motorismo internazionale. Il momento di celebrazione è molto importante, bisogna ricordare la storia ACI, una storia prestigiosa e condita da elementi che più o meno costantemente si sono ripetuti. Fu proprio a Torino, difatti, che i fondatori Cav. Giovanni Agnelli, il Marchese Alfonso Ferrero de Gubernatis Ventimiglia, l’Avvocato Cesare Goria Gatti di Torino, il Conte Edoardo Corinaldi, il Comandante Alberto Rignano di Padova, il Marchese Carlo Benedetto Ginori Lisci, il Marchese Camillo Meli Lupi di Soragna, il Cavaliere Augusto Massoni e l’Ingegnere Cesare Gamba si riunirono, dando vita all’Automobile Club, era il 1905. Sarà proprio l’ACI che negli anni a venire, grazie al suo continuo impegno, deciderà la nascita di attività rivolte allo sport, alla tutela degli automobilisti ed alla loro sicurezza.

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La storia dell'Aci nasce nel 1905

 

L’ACI infatti vanta molte battaglie, ricordiamo la prima, avviata pochi mesi dopo la nascita dell’associazione e rivolta all’eliminazione della tassa di possesso sull’auto, in un periodo durante il quale la macchina veniva considerata solamente bene di lusso, quindi soggetta a molte tassazioni. Lo stesso anno vede anche la nascita della Commissione Sportiva, necessaria per regolamentare lo sport automobilistico ed approvare i regolamenti delle prime grandi corse, come la Targa Florio e la Coppa d’Oro di regolarità. Nel 1923 l’ACI fu sostanziale durante la costituzione del primo codice stradale, dove si decise ad esempio la circolazione sulla destra della carreggiata. Durante la Conferenza del Traffico e della Circolazione, organizzata da ACI, 250 esperti discussero del problema della ricostruzione della rete stradale che portava ancora i pesanti segni della Seconda Guerra Mondiale, ma anche dell’etilismo come causa di incidenti stradali e della necessità di misurare il tasso alcoolico dei conducenti.

Il Motorsport

Sempre grazie all’operato dell’ACI venne realizzato l’autodromo di Monza, motivo di grande orgoglio del motorismo sportivo nazionale, circuito tra i più antichi al mondo insieme a Indianapolis, Spa-Francorchamps e Brooklands: in quegli anni era molto sentito il fatto che in altre nazioni veniva disputato regolarmente il gran premio nazionale, ed in Italia no. Per la realizzazione lavorano più di 3000 operai per 110 giorni, dando vita ad una grandissima opera di ingegneria. Il 3 settembre del 1922 fu svolto il primo gran premio, dando ufficialmente vita al GP d’Italia. La situazione di Monza oggi é molto difficile, la particolare collocazione dell’Autodromo, all’interno del Parco di Monza, rende difficile la sua sopravvivenza, ma occorre rimarcare ACI lotterà fino alla morte per difendere questo fiore all’occhiello Italiano. Nel 1927 l’ACI si trasferì a Roma in via Po, nello stesso anno divenne ufficialmente titolare del Pubblico Registro Automobilistico e proclamò la prima edizione della mille miglia, interrotta a maggio 1957 a causa di un gravissimo incidente.

Sempre grazie all’operato dell’ACI venne realizzato l’autodromo di Monza, motivo di grande orgoglio del motorismo sportivo nazionale

 

Nel 1946 fu organizzato il gran premio di Torino al Parco del Valentino, vinto da Barsi su Alfa Romeo, Gran Premio che proprio quest’anno sarà protagonista di una rievocazione non competitiva ma sicuramente di grande interesse. Come ampiamente evidenziato nel convegno, ACI ha seguito attivamente lo sviluppo dell’Automobile nel Paese, da 2229 veicoli circolanti nel 1905 a 37 milioni di oggi, evidenziando sistematicamente le criticità del sistema di mobilità. Tutto questo è sicuramente solo una piccolissima parte dell’operato di ACI, impegno che ancora oggi è ampiamente percettibile nel settore nazionale ed internazionale dell’automobile. ACI è una realtà fortemente radicata sul territorio Italiano, con 106 Automobile Club provinciali, 103 sedi di uffici provinciali e oltre 1500 delegazioni.

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In 110 anni l'Aci ha dato vita ad iniziative fondamentali per la storia del nostro Paese

Dalle assicurazioni agli autodromi

Con le officine convenzionate, le agenzie assicurative SARA, le agenzie di viaggio, le autoscuole ACI-Ready2Go e gli autodromi, ACI conta circa 30 milioni di contatti annui, in pratica 1 cittadino su 2. Per capire ancora meglio le grandi potenzialità di questo Club possiamo tornare in dietro nel tempo di quasi 6 anni. Era il 2009, precisamente il secondo turno di qualifiche del GP di F1 di Ungheria, quando una molla si staccò dalla monoposto di Barrichello e colpì il casco di Felipe Massa, causandogli una frattura al cranio con conseguenti danni molto seri. Successivamente all’incidente, la Ferrari si trovò improvvisamente senza un pilota e, dopo la rinuncia di Schumacher, fu costretta ad ingaggiare Luca Badoer, uno dei due collaudatori.

 

Fu proprio questo a spingere verso la nascita della Ferrari Drive Accademy, ramo del mondo Ferrari venuto alla luce con lo scopo di formare giovani piloti in vista di campionati maggiori, nato in stretta collaborazione, appunto, con l’Automobile Club Italiano. Proprio parlando di Motorsport internazionale si può fieramente annunciare che nei prossimi anni saranno presenti un pilota nel Campionato Internazionale FIA GP2, uno nel Campionato Internazionale FIA GP3, e due piloti nel World Rally Championship (WRC), tutti con colori ACI Italia.

Con le officine convenzionate, le agenzie assicurative SARA, le agenzie di viaggio, le autoscuole ACI-Ready2Go e gli autodromi, ACI conta circa 30 milioni di contatti annui

La lotta ai non assicurati

Un altro fronte è la lotta alle auto non assicurati, come ha confermato il Presidente dell'Aci Angelo Sticchi Damiani:  «Ne viaggiano 4 milioni - sottolinea Sticchi Damiani - avevamo un'idea per eliminare questo fenomeno, ma ci hanno fermato. Mi piacerebbe che quando si formulano buone proposte non venissero stoppate. Perché siamo la più antica istituzione italiana nel campo della mobilità ed oltre avere competenza ed esperienza in materia di sicurezza, il nostro know how consente risparmi per le istituzioni e benefici in termine di semplificazione delle procedure. Siamo pronti a fare di più, siamo un risparmio per lo Stato»

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Angelo Sticchi Damiani ha schierato l'Aci in prima linea nella lotta ai veicoli non assicurati

 

L'Anci «è pronta - ha risposto il presidente Piero Fassino, ospite del convegno per i 110 anni dell'Aci - ad un'iniziativa comune con l'Aci contro l'elusione fiscale e contro tutte le forme di inquinamento del mercato automobilistico. E più in generale a collaborare per politiche che diano servizi migliori ai cittadini». Dalle associazioni dei consumatori arriva l'invito a ridurre tasse e costi che penalizzano gli automobilisti: «bisogna anche combattere il caro assicurazione», dicono Adusbef e Federconsumatori. Il presidente dell'Aci condivide: «Ogni auto costa 3.500 all'anno in tasse, si è creata una disaffezione tra gli italiani e le auto e così abbiamo il parco auto circolanti più vetusto d'Europa».

 

Nell'ambito delle celebrazioni per i 110 anni dell'Aci è stata siglata anche una partnership tra Fca Italy ed Automobil Club d'Italia: l'accordo introduce una serie di convenzioni per gli associati e la fornitura di veicoli alle autoscuole del circuito Ready2Go dell'Aci. L'intesa è stata siglata dal presidente Angelo Sticchi Damiani e da Alfredo Altavilla, responsabile Fca per la Regione Emea. Grazie all'intesa, i 4 mila dipendenti dell'Aci potranno fruire di offerte esclusive nell'acquisto di auto dei marchi Fca; i soci - un milione - avranno sconti speciali sull'acquisto dell'Alfa Romeo Giulietta.

 

Marco Delmastro

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