Aurelio Nervo: «Il Governo ha a cuore l’industria automotive italiana»

Aurelio Nervo: «Il Governo ha a cuore l’industria automotive italiana»
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Intervista al nuovo Presidente Anfia: l’importanza della sinergia con il Governo, le strategie future, le scelte da compiere perché l’intero settore legato all’auto ritorni protagonista sugli scenari internazionali
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
4 dicembre 2015

Roma - Non ha avuto quasi neppure il tempo per brindare alla nuova carica: appena eletto per il prossimo triennio Presidente dell’Anfia, Aurelio Nervo si è subito calato nella parte, facendo gli onori di casa all’assemblea pubblica dell’Associazione, che ha ragionato sulla mobilità sostenibile e la manifattura intelligente, cui ha partecipato in rappresentanza dell’annunciato ministro Federica Guidi, il  suo vice Carlo Calenda.

 

Ed è proprio il ritrovato feeling con il Governo che Aurelio Nervo sottolinea come tratto distintivo delle attività dell’Associazione che ora presiede

«Rispetto a quanto purtroppo non accaduto nel recente passato, il Governo attuale mostra un’attenzione inedita e convinta alle esigenze dell’industria automotive. Un’efficace politica programmatica e di sostegno è premessa indispensabile allo sviluppo dell’intera filiera produttiva e, come hanno dimostrato episodi recenti come il positivo risultato del progetto di sviluppo dell’impianto Lamborghini, quando c’è il concorso congiunto di aziende ed istituzioni, il valore del Made in Italy torna ad affermarsi in tutta la sua positività». 

 

E’ sul punto di debuttare nel lavoro di Presidente: quali crede possano essere i primi passi da leader dell’Anfia?
«La strada è quella segnata dalla gestione di Roberto Vavassori, che sostituisco nell’incarico ma al quale senz’altro mi ispiro: il suo impegno e gli ottimi risultati conseguiti dall’Anfia sotto la sua Presidenza restano la stella polare. La mia attenzione sarà soprattutto rivolta ad allargare la partecipazione alla vita dell’Associazione, coinvolgendo le aziende, come le tante dei cosiddetti “fornitori di secondo livello”, che ancor oggi non ne fanno parte, puntando anche a migliorare il livello dei servizi che l’associazione offre ai suoi soci». 

mercato stabilimento
Secondo l'Anfia il Governo ha compreso l'importanza dell'industria automobilistica italiana

 

Può descriverci la situazione del comparto automotive in Italia, oggi?
«Veniamo da un decennio di crisi, con la produzione dimezzata rispetto a quello che l’ha preceduto. A partire dal 2014, l’andamento si è invertito in senso positivo, come confermano anche i dati dei primi dieci mesi del 2015: siamo a quasi il 70% in più della produzione di autovetture e del 18% per i veicoli commerciali, leggeri e pesanti, con benefici effetti a cascata anche nella produzione di componenti. E’ lecito attendersi per la fine dell’anno in corso il raggiungimento del milione di unità prodotte; ricordo anche che il 68% del Made in Italy è destinato all’export. Giusto per dare qualche altro numero, stimiamo siano circa 3.200 le imprese riconducibili alla filiera automotive, con oltre 1.200.000 addetti tra diretti ed indiretti; il tutto genera un fatturato di 80,5 miliardi di euro, con quota export superiore ai 32 miliardi».

 

C’è un problema di credibilità delle aziende automotive da parte dell’utenza? E come si ricrea il rapporto di fiducia incrinato dai recenti scandali?
«Semplicemente tornando ad essere limpidi e trasparenti. Sembra un’ovvietà, ma impone scelte diverse da quelle che alcuni hanno finora fatto. Se la regolamentazione ambientale impone limiti severi per il settore, non è facendo i furbi che si risolve il problema: piuttosto, è corretto chiedere tempi giusti per permettere all’industria di pianificare tutti gli interventi necessari a soddisfare i requisiti richiesti».

 

Torniamo per un attimo al rapporto con il Mise, il Ministero dello Sviluppo Economico: quali sono i contesti internazionali sui quali agirete nel prossimo futuro?
«Il viceministro Calenda è impegnato a sondare ed analizzare le potenzialità dei mercati esteri, in ambito extraeuropeo. D’altro canto, il quadro è chiaro: ormai in Europa siamo a meno del 20% di produzione di veicoli, che solo nel 2007 era del 27%, mentre la quota di produzione asiatica è ormai al 50% del totale, di cui il 27% in Cina. Per una filiera automotive di qualità come quella italiana, dunque, ci sono interessanti opportunità di lavoro in nazioni oggi in pieno ed impetuoso sviluppo, ad ogni latitudine. Dall’Iran al Messico, solo per citarne un paio, senza dimenticare il mercato cinese. Abbiamo poi del lavoro da svolgere per eliminare i punti deboli del nostro settore: costi energetici e di logistica frenano ancora la competitività dell’industria automotive, e molto c’è ancora da fare sul versante della semplificazione burocratica e dell’eccessiva fiscalità che grava sul settore».

Per una filiera automotive di qualità come quella italiana ci sono interessanti opportunità di lavoro

 

Oggi discutete di mobilità sostenibile e manifattura intelligente: come dovranno cambiare le aziende per cavalcare le trasformazioni e non farsi travolgere da esse?
«Un segmento come l’automotive italiano con alta propensione all’innovazione e massima qualità dei processi lavorati e dei prodotti finiti, ha nell’opportunità di sviluppare soluzioni inedite ed innovative a basso impatto ambientale una grande occasione per riaffermare la sua posizione di riferimento internazionale. La digitalizzazione dell’industria permetterà di creare filiere virtuose interconnesse, per rendere sempre minore il gap dimensionale tra le imprese, creare nuove figure professionali e sostenere così anche l’occupazione. Punteremo sempre di più su due pilastri come appunto la connettività e la digitalizzazione per rendere più moderno e competitivo l’intero sistema produttivo italiano».

ferrari stabilimento operai
La filiera italiana dell'automotive è uno dei fiori all'occhiello del nostro Paese

Anfia: la carta d’identità

Costituita a Torino nel 1912, l’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) svolge la funzione di portavoce delle aziende che operano nei settori della costruzione, trasformazione ed equipaggiamento degli autoveicoli per il trasporto individuale e collettivo di persone e di merci. Con circa 270 aderenti, Anfia è tra le maggiori Associazioni di categoria che aderiscono a Confindustria e rappresenta il punto di riferimento relazionale e strategico tra la filiera automotive e il contesto politico-istituzionale. L'Associazione è strutturata in tre Gruppi merceologici, ciascuno coordinato da un Presidente.

 

Componenti: produttori di parti e componenti di autoveicoli;
Carrozzieri e Progettisti: aziende operanti nella progettazione, ingegnerizzazione, stile e design di autoveicoli e/o parti e componenti destinati al settore autoveicolistico;
Costruttori: produttori di autoveicoli - inclusi camion, rimorchi, camper, mezzi speciali e/o dedicati a specifici utilizzi - ed allestimenti ed attrezzature specifiche montati su autoveicoli.

 

L'attività dell'Associazione è organizzata nelle seguenti strutture operative:
Area Tecnica e Affari Regolamentari, Affari economici e Progetti europei, Studi e Statistiche, Saloni ed Eventi, Consulenza e formazione, Relazioni istituzionali e Public funding, Comunicazione e Ufficio stampa, che definiscono e realizzano la missione e l'offerta associativa di Anfia:
• Tutelare gli interessi delle Aziende associate nelle sedi istituzionali pubbliche e private, nazionali ed internazionali.
• Provvedere allo studio e alla risoluzione dei problemi di natura economica, giuridica, tecnica, fiscale e legislativa del comparto automotive.
• Promuovere il miglioramento continuo della qualità.
• Analizzare l’andamento del mercato autoveicolistico, sviluppando elaborazioni statistiche ad hoc per ognuno dei Gruppi Anfia.
• Organizzare partecipazioni alle manifestazioni espositive d’interesse delle Associate, nonché ottenere condizioni preferenziali di partecipazione ai Saloni.
• Informare i media e l’opinione pubblica sulle tematiche associative.

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