Auto ibride in Italia, troppe varianti e poca chiarezza. Honda: "serve una nuova classificazione"

Auto ibride in Italia, troppe varianti e poca chiarezza. Honda: "serve una nuova classificazione"
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Ormai le auto ibride dominano il mercato italiano, ma c’è tanta confusione sulle nuove tecnologie e il loro utilizzo.
30 luglio 2025

Il mercato delle auto ibride è in forte crescita in Italia, con oltre 760 varianti a listino, ma la mancanza di chiarezza a riguardo delle migliori tecnologie, genera un po di confusione. La distinzione tra Mild, Middle, Full e Plug-in Hybrid non è uniforme e spesso il cliente non comprende a piene le reali capacità elettriche di ogni modello.

Siamo entrati nell’era dove trasformazione è la parola chiave: auto elettriche e ibride che rappresentano sempre di più una scelta per chi cerca efficenza, sostenibilità e una riduzione notevole dei consumi.

Secondo l’ultima analisi dell’Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School, il listino italiano delle auto nuove comprende ben 762 varianti ibride, suddivise su 244 modelli e proposte da 48 marchi. La maggioranza è costituita da Mild Hybrid, che rappresentano il 62,3% del totale, seguiti dai Plug-in Hybrid con il 27,6% e dai Full Hybrid con il 9,8%, mentre i Range Extender si fermano a una quota molto più bassa, 0,3%.

A complicare ulteriormente le cose è la nuova categoria dei cosiddetti Middle Hybrid, che includono 65 varianti e consentono di viaggiare in modalità elettrica a basse velocità. Le ibride non ricaricabili dall’esterno costituiscono la parte più consistente delle vendite: tra gennaio e aprile 2025 hanno coperto il 44,9% del mercato italiano e il 35,9% di quello europeo, arrivando a rappresentare il 72% di tutte le vetture ibride disponibili.

Per quanto riguarda le Plug-in Hybrid, la capacità media delle batterie si attesta a 20,3 kWh, con una percorrenza media in elettrico di 78,9 km, perfetti per la percorrenza di strade urbane senza ricorrere al motore termico. Inoltre, sul fronte delle alimentazioni, il 77% delle auto ibride è a benzina, il 22% a gasolio e solo lo 0,3% è bifuel GPL/benzina.

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Verso una classificazione più chiara

Per rispondere a questa complessità, l’Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School ha proposto una nuova strategia di classificazione, articolata su due livelli temporali.

Nel breve periodo, l’idea è quella di introdurre un indice basato sul “grado di elettrificazione” del veicolo, calcolato mettendo in relazione la potenza del motore elettrico, quella del motore termico e la massa complessiva dell’auto. Questi dati, permetterebbero di avere una scala più precisa e confrontabile tra i diversi modelli.

Nel medio periodo, invece, la proposta è ancora più ambiziosa: misurare la percentuale di percorrenza in modalità elettrica durante i cicli urbani, così da classificare le ibride in tre macro-categorie. Si parlerebbe quindi di Full Hybrid per quelle che percorrono oltre il 60% della distanza con il motore a combustione spento, Middle Hybrid tra il 30% e il 59%, e Mild Hybrid per quelle sotto il 30%.

Questo potrebbe essere d’aiuto a tantissimi consumatori. Per esempio, Honda, che vanta oltre 25 anni di esperienza nella tecnologia ibrida, è stata tra i pionieri con la Insight del 1999, la prima ibrida lanciata in Europa. Il marchio ha puntato su un’elettrificazione progressiva, culminata nel 2023 con l’introduzione della gamma completamente elettrificata grazie al sistema e\:HEV.

A livello globale invece c’è un’obbiettivo molto ambizioso: raggiungere la neutralità carbonica su tutti i veicoli e le attività aziendali entro il 2050. Il che significa una progressiva, ma totale evoluzione verso modelli 100% elettrici come ce lo dimostra Honda con la sua gamma di auto 0 Series.

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