Al Dealer Day, Matteo Salvini: Euro 7 senza senso e subito via il superbollo

Al Dealer Day, Matteo Salvini: Euro 7 senza senso e subito via il superbollo
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All'importante evento veronese che riunisce tutti gli addetti alla filiera automotive è intervenuto a tutto campo il ministro delle Infrastrutture e Vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, che ha ribadito il no a superbollo ed Euro 7
16 maggio 2023

È appena terminata la cerimonia di apertura dei lavori all'Automotive Dealer Day di Verona, che ha visto la presenza del ministro delle infrastrutture Matteo Salvini partecipare all'evento con il riepilogo degli impegni che il Governo, e in particolare il suo ministero, sta mettendo in campo per riformare il Codice della Strada, sostenere la filiera dell'automotive in  Italia e rendere efficaci tutta una serie di misure che nel passaggio alla mobilità elettrica non impattino negativamente sull'occupazione, sul know-how e sulle eccellenze italiane del settore. L'evento veronese è il più importante palcoscenico a livello europeo dove si confrontano i professionisti del settore.   

Riforma del Codice della Strada

La riforma del Codice della Strada è una delle priorità già in agenda - dice Salvini - e prima dell'estate verrà presentato un Disegno di Legge di iniziativa parlamentare per arrivare ad una riforma entro la fine dell'anno, con un coordinamento anche con gli altri Paesi europei. Il Codice della strada attuale risale al 1992, quando certi tipi di mobilità come quella "dolce" e individuale delle 2 ruote non era nemmeno immaginabile. Senza dimenticare un intenso lavoro sulla burocrazia a livello provinciale, dove i tempi di lavorazione delle pratiche sono troppo diseguali. All'interno di questa riforma il ministro insiste sulla possibilità di attivare l'innalzamento del limite di velocità a 150 all'ora su alcuni tratti autostradali, anche prendendo come esempio i dati sull'incidentalità rilevati da altri Paesi. 
 

Abolizione del superbollo

Il ministro ha ribadito l'intezione di abolire questa tassa giudicata iniqua e punitiva per i cittadini e oltretutto controproducente dal punto di vista del fisco, che ha perso molti più soldi incassando questa "microtassa" rispetto a quanto avrebbe invece ricevuto in termini di imposte legate alle vendita e alla manutenzione di auto di alta potenza. Il superbollo ha di fatto penalizzato un mercato in cui l'Italia eccelle e che oltretutto ha fatto nascere infinti "trucchi" per l'evasione.
 

Euro 7 non ha senso, la blocchiamo

Nel 2025 è prevista l'entrata in vigore dell'Euro 7, che tutti i carmaker ritengono oramai superata ed economicamente dannosa in vista dalle norme che entreranno in vigore nel 2035 con la vendite delle elettriche. Salvini ritiene prima di tutto la definizione di questo provvedimento "fuori tempo massimo" perché definita nel 2023 e destinata ad entrare in vigore nel 2025, con tempi troppo stretti perché l'industria possa adeguarsi. L'impegno del ministero è quella di rivedere l'entrata in vigore dell'Euro 7 spostandola almeno al 2026, quando è prevista anche la revisione del piano di riduzione della CO2 Fit for 55. Le elezioni europee del prossimo anno - ribadisce Salvini - si spera cambino un po' lo scenario della commissione, magari con un Commissario meno intransigente di Timmermans. Diversamente c'è il rischio che l'Italla e l'Europa dell'auto rimangano schiacciate fra il blocco cinese e quello americano. E in sede comunitaria abbiamo i numeri, in accordo con Francia, Repubblica Ceca, Romania, Portogallo, Slovacchia, Bulgaria, Polonia e Ungheria per cambiare questa disposizione.   

Incentivi: innalzamento delle soglie di prezzo

Il ministro prende atto che, in controtendenza su tutta Europa, le elettriche non stanno decollando e che gli incentivi nella forma attuale non stanno funzionando (e non hanno funzionato anche nel 2022 per quanto riguarda le EV). La proposta da più parti è l'innalzamento delle soglie di prezzo per poter fruire degli incentivi, attualmente troppo basse anche in relazione ai prezzi che hanno le elettriche. Anche il credito d'imposta detraibile per le aziende deve allinearsi ai Paesi europei, che in certi casi arriva al 100%.

 

Reti di ricarica elettriche

Il ministrio Salvini, che ha un'auto elettrica, afferma giustamente che la ricarica in una città come Roma è una vera odissea, e che la cifra di 1 miliardo di euro previsto dal PNRR per le reti di ricarica deve essere una delle cosa da attuare più in fretta possibile, ma non va sottovalutato il tema dell'approvvigionamento dell'energia, e in particolare di quella rinnovabile. Sotto questo aspetto è ancora più importante la scelta di una neutralità tecnologica che permetta di arrivare all'elettrificazione nei tempi giusti attraverso un processo di affinamento aperto a tutte le risorse in campo, compreso l'idrogeno. 

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