Autostrada Pedemontana: Procura chiede il fallimento

Autostrada Pedemontana: Procura chiede il fallimento
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Non ci sarebbero le risorse per proseguire i lavori e i pedaggi scarseggiano. La società: «Una richiesta che sorprende»
28 giugno 2017

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Per la Procura di Milano l'autostrada Pedemontana Lombarda deve fallire. La società ha infatti ricevuto una richiesta di dichiarazione di fallimento depositata dalla Procura di Milano e sottoscritta dai sostituti procuratori Pellicano, Polizzi e Filippini, che ipotizza che si trovi in difetto del requisito di continuità aziendale e versi in stato di insolvenza. Lo riferisce il presidente della stessa società, Federico Maurizio d'Andrea. Sul caso dovrà esprimersi il Tribunale di Milano.

Già sotto inchiesta per l'ipotesi di falso in bilancio, la A36 si trova con i conti in rosso per via degli enormi investimenti richiesti per il collegamento tra l’A8 e l’A4 realizzato solo parzialmente. Al momento sono infatti aperte solo le prime due tratte, oltre alle tangenziali di Como e Varese, con la previsione di completare i lavori entro il 2021. Sui bilanci gravano però gli scarsi introiti derivanti dai pedaggi e le perdite: 15 milioni nel 2013, 7 milioni nel 2014 e oltre 22 milioni nel 2015. Nella semestrale del giugno 2016 si registra un’ulteriore perdita di oltre 6 milioni.

Per i procuratori «i bilanci evidenziano uno squilibrio finanziario della società che risulta sovraccaricata, quantomeno dal 2012, del peso dell’indebitamento, in particolare nei confronti degli istituti di credito e dei fornitori che rappresentano il 66-72% del totale fonti di finanziamento».

«Quella della Procura è una richiesta che ci sorprende in quanto a nostro avviso non esiste alcuna situazione, né dichiarazione di insolvenza, che pur sarebbe necessaria a motivare la richiesta di fallimento», spiega il presidente d'Andrea. «Siamo certi della regolarità della nostra condotta, della sussistenza del requisito di continuità aziendale e quindi dell'assenza dello stato di insolvenza. All'udienza del 24 luglio porteremo le nostre controdeduzioni e siamo fiduciosi che verranno accolte dal giudice competente».

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