Autostrade rimborsa il pedaggio. Peccato che...

Autostrade rimborsa il pedaggio. Peccato che...
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Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
Applausi alla nuova iniziativa con la quale Autostrade introduce il cashback sul pedaggio nelle tratte interessate da rallentamenti. Ma c'è un ma. Anzi ce n'è ben più di uno...
  • Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
21 settembre 2021

Autostrade ha annunciato il rimborso parziale del pedaggio in caso di ritardi dovuti ai lavori in corso. Bene, applauso.

Peccato che il rimborso non scatti se a generare il ritardo è il traffico, che - com’è evidente - innesca una marcia Stop&Go proprio in presenza di più cantieri.

Peccato che non scatti neppure in caso di incidenti, quando abbiamo realizzato tutti, la scorsa estate, che gli incidenti più numerosi e anche più tragici si verificano giusto nei frequenti cambi di corsia.

Peccato che i rallentamenti della circolazione dovuti al colpevole ritardo nello spargimento del sale non siano contemplati fra i motivi del rimborso, frettolosamente liquidati come meteo avverso.

Peccato che con la stessa motivazione vengano trattati (ed esclusi) i rallentamenti dovuti alla lenta entrata in funzione degli spazzaneve (andare in Norvegia per cronometrare quanti minuti impiegano i Vichinghi a pulire le strade).

Peccato che non venga considerato degno di attenzione il tempo buttato via in code chilometriche causate da un piccolo incidente e amplificate perchè nessuno si perita di bloccare l’ingresso al casello precedente o di imporre l’uscita a chi sopraggiunge. Comprendiamo l’istinto di fare cassa che induce a ingozzare l’arteria anche quando è intasata, ma il tempo dei cittadini è un bene troppo prezioso.

Peccato, infine, che abbiamo avanzato più volte alla radio e sulla stampa, negli ultimi 20 anni, la richiesta di una riduzione automatica del pedaggio su quelle tratte ove i “lavori in corso” nascono e non muoiono mai, ove i cantieri vengono spostati avanti e indietro senza una motivazione apparente, spesso senza l’ombra di un lavoratore, quasi oasi dimenticate nel deserto del nulla.

Con forza avevamo sostenuto che il pedaggio autostradale va considerato alla stregua del corrispettivo di un servizio. E come tale deve rispettare tre condizioni:

- stabilire e mantenere uno standard di qualità:

- essere sottoposto al controllo di tale standard da un’autorità statale;

- indicare qual è l’ente terzo al quale il cittadino può ricorrere in caso di inadempienza.

Autostrade ha sempre respinto la nostra richiesta con la giustificazione che il pedaggio non è il corrispettivo di un servizio, bensì la partecipazione/adesione volontaria alla concessione governativa che la società ha sottoscritto con lo Stato. E come tale non vincolata da nessun requisito di qualità.

Applauso, quindi, al ripensamento, anche se tardivo e vistosamente vincolato a un iter burocratico e complicato per il rimborso. Attraverso Google Maps le società concessionarie potrebbero conoscere in tempo reale il danno che i cantieri fanno minuto per minuto alla collettività. E provvedere di conseguenza. Se volessero davvero rinunciare al richiamo della demagogia.

A dirla tutta, c’era anche vent’anni fa, nella cencessione sottoscritta ai tempi della privatizzazione nel 1997 e riproposta poi, nel 2009, nei nuovi contratti, un requisito stringente di qualità. Ma non riguardava tanto il pedaggio, quanto la sicurezza degli automobilisti. Era l’obbligo, controllato dal ministero delle Infrastrutture, di eseguire costantemente la manutenzione - continua e preventiva - di tutte le strutture viarie, ponti, viadotti, gallerie, illuminazione, manto stradale.

Quanto sia stato rispettato l’obbligo della corretta manutenzione è tristemente noto. Quanto accuratamente sia stato effettuato il controllo, pure.

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