Biden: 2 trilioni di dollari per dare una “scossa” agli USA

Biden: 2 trilioni di dollari per dare una “scossa” agli USA
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
I dettagli dell'ambizioso piano del Presidente USA per rilanciare l'economia della nazione e superare la crisi pandemica
  • Alfonso Rago
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1 aprile 2021

Non è come il New Deal, ma inizia a somigliargli molto: se finora con questo termine abbiamo conosciuto sui libri di scuola l’ambizioso piano di riforme economiche e sociali promosso da Franklin Delano Roosevelt fra il 1933 e il 1937, necessario a risollevare il Paese dalla grande depressione che aveva travolto gli Stati Uniti nel 1929, a distanza di poco meno di un secolo un altro Presidente, appena insediato alla Casa Bianca, prende di petto la non facile situazione economica cui la pandemia ha inferto un colpo (quasi) mortale, per tentare di invertire la tendenza.

Come rivela una completa analisi pubblicata dal New York Times, il presidente ha reso noti i dettagli della sua proposta, che punta a ricostruire le infrastrutture e rimodellare l'economia: un piano da da 2 trilioni di dollari, necessari ad uno sforzo di trasformazione teso a creare «l’economia più resiliente e innovativa del mondo».

Nella lunga lista di interventi, spiccano quelli per il rifacimento di ben 20.000 miglia di strade ed autostrade, per la sistemazione di oltre 10.000 ponti e viadotti, oltre all'eliminazione dei tubi in piombo dalle tubature idriche; tutte misure che creeranno milioni di posti di lavoro nel breve periodo.

I costi di questo sforzo titanico sarebbero compensati da un aumento del gettito fiscale sulle società in quindici anni, in particolare delle multinazionali che guadagnano e registrano profitti all'estero, aumentando l'aliquota d'imposta al 28% rispetto all’attuale 21%, quindi annullando il taglio a favore delle grandi imprese firmato dal predecessore Donald Trump. 

Biden ha fatto un appello bipartisan al Congresso per ottenere il sostegno di entrambi i partiti: se quello dei democratici è scontato, più problematico appare ricevere il via libera dai repubblicani.

Se approvato, il piano porrebbe fine a decenni di stagnazione negli investimenti federali per ricerca ed infrastrutture: sono previsti impegni di spesa per un totale di 180 miliardi di dollari per ricerca e sviluppo, 115 miliardi per strade e ponti, 85 per il trasporto pubblico e 80 miliardi per l'Amtrak e tutto il trasporto ferroviario; ci sono poi 42 miliardi di dollari per porti e aeroporti, 100 miliardi per la banda larga e 111 miliardi per le infrastrutture idriche, inclusi i 45 per garantire che nessun bambino sia mai costretto a bere acqua da un tubo di piombo, il che può rallentare una crescita corretta e comportare problemi fisici e comportamentali.

L'impegno per contrastare il cambiamento climatico si traduce nel rendere è strade, ponti ed aeroporti più resistenti agli effetti di tempeste, inondazioni e incendi estremi provocati dal riscaldamento del pianeta; ma l’attenzione di Biden si concentra anche sulle maggiori fonti di inquinamento da gas serra che provocano il riscaldamento del pianeta negli Stati Uniti, automobili e centrali elettriche.

Si punta molto ad aumentare l'uso delle auto elettriche, che oggi sono solo il 2% dei veicoli sulle strade americane, mettendo a disposizione 174 miliardi di dollari per incoraggiare la produzione e l'acquisto di veicoli elettrici, tramite crediti d'imposta e altri incentivi alle aziende che producono batterie per veicoli elettrici negli USA invece che in Cina, con l’obiettivo è ridurre il prezzo dei veicoli.

Sarà poi finanziata anche la costruzione di circa mezzo milione di stazioni di ricarica per veicoli elettrici, sebbene gli esperti concordino sul dire che tale numero è ancora sottodimensionato rispetto alle reali esigenze di una conversione dai motori termici a quelli a zero emissioni.

Riguardo poi alle centrali elettriche, Biden propone interventi per 100 miliardi di dollari per aggiornare e modernizzare la rete, renderla più affidabile e meno suscettibile ai blackout, come quelli che hanno colpito il Texas, costruendo più linee di trasmissione dagli impianti eolici e solari alle grandi città, arrivando a creare uno "Standard per l'elettricità pulita", un mandato federale che prevede che una certa percentuale di elettricità negli USA sia generata da fonti di energia a zero emissioni di carbonio, come eolica e solare.

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