Bimbi in auto, come viaggiare sereni

Bimbi in auto, come viaggiare sereni
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Per i passeggeri più piccoli i viaggi per le vacanze possono diventare un problema: vediamo come trasformarli da incubo in piacere
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
7 giugno 2023

...Ovvero, come passare dal «Quando ci fermiamo?» al «Peccato, siamo già arrivati!»: per molti genitori l'esperienza di un lungo viaggio in auto con tutta la famiglia, con il caldo estivo e magari con qualche imprevisto di traffico che aumenta le ore a bordo, si può rivelare un calvario.

Anzi, diciamocela tutta: basta anche una sola mezz'ora di viaggio per dare il via all'interrogatorio incalzante, con domande tipo «Quanto manca?», «Quando ci fermiamo?» o «Questa strada non finisce mai?».

Una sequela di richieste ripetute a raffica, che mette a dura prova anche il più ascetico dei guidatori e rende spesso inutili anche le più consolidate pratiche di meditazione zen.

Alla base di tutto, c'è una verità scientifica: la percezione del tempo cambia con l’avanzare dell’età e quindi un viaggio in auto di poche ore a un bambino di cinque anni sembra molto più lungo rispetto a un adulto di cinquanta, e da questa premessa deriva la spiegazione del perché un tragitto anche di poche ore seduto nel seggiolino provochi capricci e mugugni.

Aggiungiamo inoltre le frequenti esigenze dei bambini (dalla pappa ai bisogni fisiologici) ed abbiamo un quadro completo di come le ore in auto, dopo l’entusiasmo iniziale, tendano a trasformarsi in occasione di capricci e lamentazioni.

Ma non è tutto perduto; anzi, precise strategie pedagogiche trasformano un potenziale problema irrisolvibile in una questione da affrontare con il sorriso sulle labbra... vediamo come.

Con il gioco, il viaggio dura poco

Nei percorsi quotidiani, da casa a scuola o per andare a fare sport, non c’è quasi il tempo di annoiarsi; ma quando la distanza aumenta, ecco che occorre utilizzare alcune precauzioni perché lo stare a bordo non si trasformai in mal d’auto.

Una buona strategia riguarda l'orario di partenza: muoversi molto presto al mattino permette di sfruttare il famoso effetto “narcotizzante“ dell'auto sui bambini (e non solo su essi, ad essere precisi...), godendo di una o più ore del loro sonno, che sia traduce in tranquillità per chi guida.

Altra mossa importante, prevedere soste frequenti, evitando quindi le lunghe tirate: anche pochi minuti, magari per bere un succo di frutta, mangiare un biscotto e fare qualche passo, sono molto gradite dai passeggeri più piccoli, perché in così di interrompe la monotonia della seduta e si ritorna a bordo con animo più predisposto al viaggio.

Ma è sull'ambiente interno che si gioca la partita più importante e si creano le premesse per la vittoria: la vettura va attrezzata infatti con gli accessori più utili a favorire la permanenza a bordo, dalle tendine parasole alla play list da ascoltare e cantare insieme, fino ai vassoi da viaggio dove sistemare giochi o fogli da disegno, e senza dimenticare da portare in auto il peluche preferito. 

Non abbiamo finora citato il più diffuso dei sistemi per distrarre i bambini, ovvero un dispositivo elettronico, tablet o cellulare che sia, l'uso del quale a nostro avviso va del tutto evitato e se non possibile assolutamente contenuto in limiti di tempo ridotti.

In auto, infatti, i bambini vanno distratti e coinvolti in attività con gli altri a bordo, non messi in una sorta di bolla che li isola dal mondo circostante e che non li mette in relazione con il paesaggio che scorre lungo i finestrini.

Quindi spazio al karaoke collettivo, con mamma e papà che cantano insieme ai figli, ai giochi inventati all'istante (indovinare i colori delle macchine, fare le somme con le targhe, spiegare i segnali stradali), una gara di indovinelli (argomenti classici: i nomi dei parenti, gli animali - con sottosezioni dedicate a quelli che volano, vivono nel mare oppure sulla terra, o ancora ai versi che fanno -, i cantanti o i campioni dello sport), alla creazione di filastrocche o poesie con le rime più strane e curiose, ma anche spazio ai disegni.

Insomma, lo sforzo dev'essere di rendere l'abitacolo una sala creativa, con continue sollecitazioni ai bimbi per distrarli e far così passare il tempo in fretta, quasi senza che se ne accorgano, piuttosto che connotarlo come un ambiente claustrofobico e noioso, nel quale ci si trova reclusi e dal quale si vuole fuggire.

E se una volta a destinazione la prima frase sarà, «Ma come, siamo già arrivati?», vorrà dire che avremo fatto un capolavoro e che le vacanze possono iniziare nel migliore dei modi. 

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