Caso Ghosn: Nissan nega le ipotesi di complotto

Caso Ghosn: Nissan nega le ipotesi di complotto
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La Casa giapponese ribatte alle accuse del suo ex numero uno
2 luglio 2020

Il caso Carlos Ghosn, l’ex potentissimo manager al vertice dell’Alleanza Nissan-Renault-Mitsubishi arrestato in Giappone nel novembre del 2019 per frode fiscale e altri reati aziendali e fuggito clandestinamente in Libano, continua a tenere banco in casa Nissan.

In occasione dell’assemblea annuale degli azionisti, il presidente del comitato di revisione Motoo Nagai ha dichiarato che non ci sono fatti a sostegno delle accuse rivolte poco tempo fa a Nissan da Ghosn di aver ordito un complotto per estrometterlo dalla guida dell’azienda.

Della possibilità di un piano da parte dei vertici dell’azienda per spodestare Ghosn ha parlato nelle passate settimane anche Bloomberg, citando delle fonti riservate e sostenendo di aver avuto accesso ad uno scambio di email tra top manager che volevano impedire che il rapporto tra la Casa giapponese e quella francese divenisse irreversibile, una trasformazione che il manager franco-libanese desiderava fortemente.

L’operazione aveva come obiettivo il rovinare la reputazione del dirigente poi arrestato e sarebbe stata guidata dal vicepresidente, allora vice proprio di Ghosn, Hari Nada, oggi suo principale testimone d’accusa.

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