CIR 2019. Tuscan Rewind: “Hey, il Campione sono ancora io!”

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Piero Batini
  • di Piero Batini
“Un Giorno da Navigatore” con Paolo Andreucci. Chiacchiere e riflessioni. Il CIR al termine, 4 Piloti ancora in corsa per il Titolo. Si dimentica troppo in fretta. A ben pensarci, il Campione Italiano in carica è ancora lui. Sentiamolo…
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
20 novembre 2019

Granducato di Toscana, Novembre 2019. C’è una classifica fatta anche di quarti di punto, manca ancora un Rally alla fine e ci sono 4 “Pacchetti” ancora in corsa per il Titolo del Campionato Italiano Rally. Naturalmente c’è anche un ordine. Giandomenico Basso, Simone Campedelli, Andrea Crugnola, Luca Rossetti. Stanno in un corbello di neanche 20 punti, ma tra scarti, coefficienti, doppie gare che valgono tre quarti e singole gonfiate a uno e mezzo, alla fine i quattro moschettieri sono praticamente affiancati, e la pratica di assegnazione del Titolo è sulla scrivania dell’ultima Prova del Campionato, il Tuscan Rewind. Gran lusso. La formula è fatta apposta…

In Toscana il CIR e il CIRT si incontrano. Fratelli di sangue, Italiano Rally e Italiano Terra in realtà dovrebbero essere tutt’uno, o tutt’al più siamesi. Invece a Roma imperano e dividono. Quindi, sebbene il CIRT sia finito con la vittoria di un francese, tale Consani che si dice le prove le consuma, l’ultima è per l’onore e scendono in campo tutti. Compreso Paolo Andreucci. Lo incontriamo a una delle feste che organizza per amici, tifosi e sponsor. “Un Giorno da Navigatore”. Formula collaudata. Una tavolata con le portate della cucina tradizionale toscana, una tavola più piccola per i taglieri dell’aperitivo, e un tavolino per le bottiglie. Ah, sì, anche una Peugeot 208 T16 R5, un po’ di Navigatori, a turno, la coda è interminabile, e una giornata di colline toscane, di quelle che diluvia dappertutto e qui c’è il sole, a disposizione. Privilegio di Granducato.

Allora Paolo. Tutto in Toscana. L’Italiano si chiude al Tuscan Rewind. Situazione assai equilibrata e imperscrutabile. Chi è, secondo te, il Campione Italiano?

Paolo Andreucci. “Mi consenta. Secondo me la domanda è formulata malissimo. L’uso del presente enfatizza certamente la tensione del momento, ma non è pertinente, per termini fuorvianti, all’importante realtà che sottintende, che vorrei permettermi di sottolineare. Al momento attuale, fino a prova contraria e fino a chiusura ufficiale del torneo italiano, il Campione sono io, Paolo Andreucci, del quale è ancora in vigore l’undicesimo Titolo di Campione Italiano Rally conquistato il 13 Ottobre 2018 in compagnia della mia compagna Anna Andreussi a bordo della Peugeot 208 T16 R5 che già portava il numero #1. Se poi il Campionato 2019 dovesse andare a monte, che so io per manifesta inferiorità dei concorrenti, ecco che si prospetta l’ipotesi interessante che il mio Titolo venga mantenuto in carica per una ulteriore stagione. Come vede siamo ben lontani dal poter liquidare il mio palmares…”

Ma non si arrabbi Andreucci, ci stavamo riferendo all’attualità, all’imminenza dell’ultima del Campionato 2019…

PA. “Non mi arrabbio una bella… ma ci tengo a essere preciso… dai finiamola di scherzare. Cominciamo dalle cose interessanti, dall’ultima del CIR, che poi lo è anche del Terra che abbiamo già assegnato. Rally Tuscan a parte, che è sempre un momento agonistico, ambientale, evocativo molto forte e bello, i due Campionati, CIR e Terra, si incontrano. Era giù successo in Sardegna, ma lì la situazione era stata troppo frammentata e riduttiva, mentre in effetti al Tuscan Rewind, per coefficienti e momentum del CIR, si arriva con uno spessore agonistico garantito e certamente massimo. Buon per gli spettatori. Sarà dunque una sfida difficile e bella, con il possibile inserimento di altre variabili, nello scenario dalla quale credo che anche i protagonisti del Terra potranno dire la loro. Diciamo che è possibile avere una classifica finale top “mista”, composta cioè da attori dell’uno e dell’altro versante.”

È giusto pensare che debbano esistere due Campionati, quando i due messi insieme rappresenterebbero meglio lo scenario globale della Specialità?

PA. “Io sono sempre stato dell’idea che si dovrebbero fare meno campionati e magari gestirli, pubblicizzarli, costruirli meglio. Più partecipanti, più Macchine, più gente vuol dire una cosa sola: alzare la qualità. E quindi più iscritti, più sponsor, più ritorno. Anche gli organizzatori sarebbero più contenti. Ma tant’è, capisco anche la situazione attuale nella quale si cerca di accontentare più capillarmente più addetti. Certamente, dal punto di vista sportivo sarebbe meglio ridurre, concentrare, alzare la qualità.!

Vostro onore, riformulo la domanda. Hai un’idea di chi possa essere il Pilota cui consegnerai il TUO Titolo?

PA. “Argh! Guarda, così com’è strutturato il Campionato, con due scarti e l’ultima a coefficiente uno e mezzo, la classifica è cortissima. In pochi punti ci sono 4 Piloti, in pochi punti può succedere di tutto! Dire l’uno o l’altro è impossibile, e magari tutto può risolversi imprevedibilmente, con un solo episodio chiave. Se capita qualcosa in una gara a coefficiente 0,75 è una cosa, se capita a coefficiente 1,5 è un’altra. Insomma, c’è anche il caso che alla fine non vinca... il migliore. C’è da dire che è anche bello che ci sia questa lotta all’ultimo… Tuscan. Comunque, le regole sono queste, inutile discutere a un giorno dalla fine del Campionato. Semmai e nel caso, comincerei a parlarne il giorno dopo…”

Il Terra è archiviato, adesso corri nel Terra al Tuscan, ma di fatto anche dentro al CIR. Per caso hai intenzione di dar fastidio? Magari di ribadire vecchi concetti sempre attuali?

PA. “Mah, inevitabilmente succederà. Però non la vedrei in alcun modo come un fastidio. Corro, faccio questo Campionato perché mi piace, per tenermi in allenamento, per il piacere che continuo a provare. Non ho obiettivi particolari, questo è altrettanto certo, ma sicuramente quello di far bene, di riuscire a guidar bene, come abbiamo fatto quest’anno con un programma privato e “famigliare” per il piacere di tutti. Con la Peugeot 208 T16, con Peletto, Fiamm, Tomei, con Pirelli e gli altri amici, insomma un bel Campionato, divertente e serio, che ha generato molto interesse e ha accresciuto la sintonia tra i componenti del gruppo di amici che fanno parte della cordata.”

Infatti, dice Simone Tomei, titolare di Tomei Griup e Nautica Service, sponsor e anfitrione dell’evento di Settembre a Viareggio:

“Ci siamo conosciuti tramite amici in comune. Nonostante il periodo di collaborazione non sia così lungo abbiamo riscontrato in Paolo una persona molto disponibile. È un nome importante, una celebrità nel mondo del rally, e nonostante questo è sempre molto disponibile con i fans e con le persone che vogliono incontrarlo. Sa dare risposte esaurienti e in maniera gentile, e non ha fretta di abbandonare gli eventi ma anzi si intrattiene fino a che l'ultimo partecipante non se ne va. Così ci siamo conosciuti meglio. Siamo molto soddisfatti dell'amicizia e della collaborazione, che sicuramente avrà un seguito.”

Paolo, in effetti attorno al tuo Campionato e ai tuoi amici hai creato questa specie di “Tour”, una serie di manifestazioni-test, con gli sponsor, per gli amici e per i tifosi. Sempre il pienone.

PA. “È una cosa alla quale abbiamo pensato subito. Un anno e un Campionato più rilassanti, con meno tensioni, con la voglia di divertirsi. E perché non far divertire anche la “truppa” della missione? Hai detto bene, è una cosa nata tra amici, mi sembrava sacrosanto che anche gli amici si divertissero, ma davvero. Così abbiamo organizzato degli eventi per gli sponsor, per i loro dealers, per i clienti, un’opportunità reale di avvicinarsi alla bellezza del Rally un po’ più da dentro. Non è una cosa inedita, ma di iniziative di questo genere se ne vedono pochissime. Come vedi, abbiamo affittato un’aia nella campagna toscana, una sala da pranzo… e un tratto di strada privata. Abbiamo organizzato “Copilota Per Un Giorno”, oggi con FIAMM, la volta scorsa con Simone Tomei di Nautica Service. Questa volta è venuto giù anche Stefano Peletto, che è sponsor, amico e Pilota. Che occasione migliore? Qualche serpentello maligno è andato subito a piagnucolare in federazione accusandoci di provare abusivamente. Pensa te, manca solo la televisione? Certo che andiamo in Macchina, certo tutte le volte che possiamo, certo ma si vede che le cose fatte bene e nelle regole sollevano oltre la polvere anche qualche coda di paglia… Comunque chi se ne frega, non ci roviniamo il piacere di gruppo per queste cose. Dicevamo dell’iniziativa. È una cosa abbastanza difficile da organizzare, e anche costosa, se vogliamo, ma è qualcosa che rimane, che resta nel patrimonio esclusivo di emozioni di ciascuno dei partecipanti. Quello era ed è il nostro obiettivo. Tutti guidano la macchina, non tutti possono sentire uno sterrato a 130-140 all’ora con una macchina da corsa. Questo resta nella memoria, lo sappiamo perché è parte della nostra passione. Lo faremo ancora, magari sempre di più, possibilmente migliorandoci.”

Ecco, a proposito, Stefano Lapi rappresenta FIAMM. Confermi? Cosa avete scoperto in questa esperienza accanto al Pilota?

Stefano Lapi. “È un’esperienza! Io ho visto velocità, molta passione e professionalità, un’incredibile attenzione al dettaglio. È una giornata molto bella, non solo per il meteo, e abbiamo potuto portare con noi e coinvolgere i rappresentanti delle nostre Officine Fiamm Network. Quindi divertimento, nozioni tecniche, inedito avvicinamento a uno Sport appassionante come il Rally. Non è la prima volta che lo facciamo e credo che altre verranno.”

Paolo. Insomma, più sponsor e amici ora che hai “teoricamente” tirato i remi in barca rispetto al passato. Che succede?

PA. “Ho 5-6 sponsor, sì. Amici, sì. Beh, sai, quando si corre da ufficiali, la superficie della macchina è quasi tutta… occupata. Non restano molti spazi. No, la verità è che siamo riusciti a finalizzare un programma privato nonostante la non-ufficialità. È una cosa bella, un po’ nuova, un po’ all’antica. Fedele a Peugeot, a Pirelli, ai partner storici importanti, ho ritrovato lo spirito della vicinanza degli amici e degli sponsor, amici diventati sponsor e sponsor diventati amici. Così è con quelli che sono con noi qui, o Easy Pay, o Studio Strambi. È anche un bello stimolo a continuare su questa strada. Vediamo cosa ci dicono Peugeot e Pirelli, poi con gli amici ci troveremo ancora. Vedi Stefano? È Peletto, ha iniziato come sponsor, ora è uno di noi.”

Stefano Peletto. Amico o sponsor. Da dove comincia la storia, dunque?

Stefano Peletto. “Io dire dallo Sponsor. E poi dall’amicizia che vedo affiancarsi sempre più spesso alle mie iniziative. Quasi un presupposto, o un diverso modo di intendere la sponsorizzazione, molto personale. Ho iniziato con le Moto, poi i Rossi, Graziano Rossi. Un evento lui non si sentiva di guidare e ho iniziato. Così. Mi dispiaceva che non si sarebbe visto il nostro logo e sono salito in macchina per mostrarlo. Il logo di Peletto lo hanno visto per più tempo perché andavo piano! Mi è piaciuto, ho fatto dei corsi, 3 anni di Drifting, poi la macchina da Rally. Non mi piaceva la trazione anteriore. Ho pensato a una Mitsubishi, in affitto. Non andava, così… l’ho comprata. Rally del Tartufo. Dalle mie parti. Decimo assoluto, primo dopo 9 R5. Mi sono gasato. Che avreste fatto voi? A Monza incontro Paolo. Parliamo, concludiamo, diventiamo amici. Ci troviamo spesso, facciamo festa, aiutiamo un poco gli altri. Vengo da una famiglia molto povera, sono passati trent’anni ma non ho dimenticato. So cosa vuol dire avere quel qualcosa in più che ti serve per vivere. Se posso do una mano. Insomma sono dentro. Decidiamo di fare insieme il Tuscan. La Mitsu ha dei problemi che non si risolvono, poco tempo per reperire ricambi sempre più introvabili. Idea. Affittiamo una R5. Una Skoda R5 di Perico. La guido la prima volta. Non devo dimostrare nulla, quello l’ho già fatto e lo sto facendo con la mia famiglia. Andiamo avanti, Peletto è diventata una Scuderia, 50 iscritti, al Tuscan anche con Tony Cairoli. Lo faccio come faccio tutto: al 100%. Pensiamo a un Progetto importante per l’anno prossimo. Un grande progetto. Per ora lo tengo per me e ne parlo solo con un amico. Paolo Andreucci. Un buon amico, un Pilota fortissimo. Andiamo al Tuscan. Vedrete che darà fastidio. Anzi lo sta già dando. Basta il nome, la sua fama. Pensare che è così umile!”

Parliamo di Mondiale con l’Esperto. Che immagine hai del finale di questa Stagione WRC?

Palo Andreucci. “Quest’anno abbiamo visto un netto dominio di Tanak… Beh, netto forse è troppo, diciamo un dominio. A livello Piloti è Tanak con Toyota, a livello delle Marche è Hyundai. Gran lavoro di Squadra, direi che la Squadra ha lavorato meglio dei Piloti. In Toyota, viceversa, il Pilota ha lavorato meglio della Squadra. Questo vuol dire che Adamo ha giocato molto bene le sue carte, mentre Makinen, pur avendo una macchina molto competitiva, può essere soddisfatto del rendimento di Tanak ma non altrettanto degli altri Piloti che aveva a disposizione. Per Citroen è un’annata difficile, purtroppo con qualche problema determinante per la classifica finale. Credo che la Squadra sia molto competitiva, la macchina anche, ma purtroppo certi anni le cose non vanno come dovrebbero andare, nonostante Ogier. Ford, Wilson continua a investire nei giovani per rimanere nel Mondiale, ma gli ci vorrebbe un top drive, anche se Evans, che quest’anno ha avuto un problema, non è lontano dall’esserlo.”

Ecco, che pensi dei differenti schemi adottati? Toyota con tre posti “fissi” e Hyundai con la “panchina lunga”, chi meglio?

PA. “Beh, Adamo una certa situazione se l’era trovata già impostata dalla precedente gestione, probabilmente farà ancora dei cambiamenti e la “sua” Squadra la vedremo solo l’anno prossimo o quello successivo ancora. Possiamo solo dire che la strategia ha funzionato, e che con l’acquisto di Tanak la qualità sale ancora.”

Chiacchiere a parte. Nel caso, vedresti bene l’accoppiata Ogier-Toyota?

PA. “Eh sì. Dovesse essere è sicuro che Ogier e Toyota lotterebbero per vincere il Mondiale.”

Grazie. Buono questo Sirah. Buon appetito.

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