Colpo basso dalla Cina: tassati i sogni a quattro ruote europei

Colpo basso dalla Cina: tassati i sogni a quattro ruote europei
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Nuova guerra commerciale fra Europa e Cina sulle auto elettriche, con una tassa che prende di mira i marchi premium del Vecchio Continente.
3 settembre 2025

Dopo lo stop europeo ai bonus per i modelli “Made in China”, Pechino risponde con una tassa che avrà effetti negativi in Europa. Risultato: i sogni a quattro ruote di Porsche, BMW e Mercedes costeranno (ancora) di più ai clienti cinesi, con il rischio di diventare un vezzo per pochi irriducibili disposti a pagare la differenza.

Fino a ieri, la tassa del 10% colpiva solo i modelli venduti a più di 1,3 milioni di yuan (circa 155.000 euro). Da luglio, però, la soglia è stata abbassata bruscamente a 900.000 yuan, poco più di 105.000 euro. Una mossa chirurgica, che sembra disegnata apposta per mettere i bastoni tra le ruote agli europei, visto che pochissimi marchi cinesi hanno modelli così cari.

L’eccezione è Hongqi, la Rolls-Royce locale, ma il resto della partita si gioca tutto sul fronte delle importazioni occidentali. E i numeri lo dimostrano: il mercato cinese delle auto importate è crollato del 18% a luglio, con tonfi da brivido per i marchi tedeschi. Mercedes ha lasciato sul campo un pesante -22%, mentre BMW ha segnato un drammatico -34%. Non proprio il tipo di “performance” che piace a chi guida il marchio dell’elica.

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La risposta europea: produrre in Cina per vendere in Cina?

In questa atmosfera da Risiko automobilistico, i costruttori europei non possono certo stare fermi a guardare. BMW, per esempio, ha già deciso di spostare la produzione della nuova iX3 elettrica direttamente in Cina: una scelta che più che strategica sembra obbligata, visto che Pechino resta il suo primo mercato mondiale e che la futura Neue Klasse potrebbe trovare lì il suo trampolino di lancio ideale.

Il gruppo Volkswagen, dal canto suo, può già contare su Audi China, una mossa che oggi appare quasi profetica e che potrebbe diventare il piano B di tanti altri costruttori europei. La verità è che, strette tra regolamenti comunitari da un lato e barriere doganali cinesi dall’altro, le case del Vecchio Continente rischiano di trovarsi senza terreno di gioco se non quello locale.

Una soluzione paradossale: per vendere in Cina, le auto europee dovranno smettere di essere europee. Un destino beffardo per chi ha fatto del “Made in Germany” (o in Italia, o in Francia) un marchio di qualità riconosciuto ovunque.

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