Covid-19, la strategia post-crisi: rivoluzione nei trasporti e abolizione delle ore di punta

Covid-19, la strategia post-crisi: rivoluzione nei trasporti e abolizione delle ore di punta
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Daniele Pizzo
Mascherine, biglietti elettronici, distanziamento, limiti di capienza, più percorsi obbligati: ecco come potrebbe cambiare prendere un bus, la metropolitana o un treno nella fase di ripartenza
21 aprile 2020

Praticamente azzerato col “lockdown”, il trasporto pubblico, un tempo argomento piuttosto marginale nell’agenda politica, diventa ora un nodo essenziale per la cosiddetta “Fase 2”, quella della ripartenza delle attività economiche e quotidiane una volta che ci saremo messi alle spalle la fase più critica dell’emergenza sanitaria.

Superato il picco dei contagi, il tema principale è (e sarà ancora per un po’ di tempo) riavviare l’economia e con essa fornire ad aziende e lavoratori la possibilità di sostentarsi, ci si augura meglio di prima. Ciò non può prescindere da una riorganizzazione del sistema dei trasporti collettivi, dal momento che la prima esigenza della giornata per milioni di persone (si calcola circa il 20% della forza lavoro) è quello di raggiungere il luogo in cui si presta la propria opera. Nell’Italia ante-Coronavirus la media del numero di passeggeri trasportati era di 5,4 miliardi all’anno.

«Non possiamo limitarci a pretendere, da parte della singola impresa, il rispetto del protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro che pure abbiamo predisposto per questa epidemia. Dobbiamo valutare anche i flussi dei lavoratori che la riapertura di questa impresa genera. Le percentuali di chi usa i mezzi pubblici, i mezzi privati, in quali orari, con quale densità. Come possiamo garantire all’interno dei mezzi di trasporto la distanza sociale? Come possiamo evitare che si creino sovraffollamenti, le famose “ore di punta”? Come favorire il ricorso a modalità di trasporto alternative e decongestionanti?», ha fatto notare il premier Giuseppe Conte proprio in queste ore a proposito del piano per la ripartenza a cui si sta lavorando a Roma.

Il nodo “ore di punta”

In attesa di conoscere le misure nel dettaglio, sappiamo già che la strategia italiana, al pari di quelle adottate in altre parti del mondo, si basa su un caposaldo: abolire le “ore di punta”, quelle cioè più o meno tra le 7.30 e le 8.30 e tra le 17.30 e le 19.

Che significa? Significa distribuire l’utenza su un arco temporale più ampio rispetto alle prime ore del mattino o del tardo pomeriggio per limitare il più possibile la vicinanza e la concentrazione tra e di persone. Al lavoro insieme all’esecutivo su questo fronte ci sono l’Inail, l’Asstra, l’associazione delle aziende del trasporto pubblico locale e le varie task force di esperti, che stanno già ipotizzando alcuni accorgimenti concreti.

Come si farà? Si pensa ad orari differenziati di ingresso nei luoghi di lavoro e a giornate lavorative spalmate su più turni e su più giorni rispetto al classico lunedì-venerdì dalle 9 alle 18.

Obbligo di guanti e mascherine per i passeggeri

E’ ormai un fatto assodato che il contagio da virus si può limitare fortemente indossando una mascherina. Lo dicono anche le linee guida dell’OMS. Non importa che la mascherina sia di tipo filtrante FFP2 o FFP3 (l’importante è che sia senza valvola di esalazione), ma può essere anche una mascherina chirurgica oppure una di quelle fatte in casa. Al limite si può usare anche un fazzoletto sul viso. L’obiettivo è infatti quello di arginare le cosiddette “droplet”, cioè quelle particelle di saliva che inevitabilmente col respiro, oppure parlando e ancora di più tossendo o starnutendo, vengono liberate nell’ambiente e possono raggiungere gli altri. E’ fondamentale però che siano indossate da tutti.

Anche i guanti possono aiutare: indossarli, più che a proteggere le mani funge da promemoria per evitare di toccarsi involontariamente bocca, naso e occhi. A patto, comunque, che i guanti siano come le mani frequentemente igienizzati e correttamente smaltiti. Per questo motivo potremmo assistere al moltiplicarsi di dispenser di gel igienizzanti. Allo stesso modo potrebbe essere obbligatorio indossare una mascherina per tassisti e loro clienti, che dovranno necessariamente accomodarsi sul sedile posteriore.

Difficilmente assisteremo presto nuovamente a scene come questa: secondo Asstra sarà fondamentale regolare l'accesso a bordo per garantire la sicurezza di operatori e utenti
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A bordo ma a distanza

Essendo dei luoghi in cui normalmente si concentrano tanta gente, risulta fondamentale mantenere una distanza di almeno 1,5 metri tra passeggeri. In mezzi di trasporto come autobus extraurbani, aerei, navi o traghetti in cui tutti hanno assegnato un posto a sedere, ciò risulta di facile applicazione. Più difficile sarà far rispettare la distanza di sicurezza all’interno dei mezzi progettati per viaggiare anche in piedi, come nei vagoni della metropolitana. A questo fine pare che l’orientamento sia la posa di adesivi sul pavimento per indicare la posizione da mantenere e del personale addetto al controllo.

Limiti di accesso

Dunque si dovrà inevitabilmente ridurre la capienza dei mezzi pubblici, contingentando i biglietti e bloccando l’ingresso a bordo una volta raggiunta la capienza massima di sicurezza, un po’ come già accade in discoteche e concerti. Opzioni che prendono quota sono i tornelli conta-persone e la priorità assegnata a chi si sposta per lavoro.

Per Asstra però è poco praticabile l’incremento delle corse per compensare la ridotta capienza, dal momento che personale e flotta potrebbero non essere in grado di sostenere i nuovi ritmi imposti dalle necessità di distanziamento.

Tornelli contactless e biglietti sugli smaprthone potrebbero diventare sempre più diffusi
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Giù le mani

Un’altra misura che probabilmente verrà adottata sarà quella di limitare fortemente l’emissione di biglietti cartacei e l’uso macchine distributrici di biglietti, in favore di biglietti “smaterializzati” sui telefonini al fine di ridurre al minimo i contatti con pulsantiere e tastiere. In diverse stazioni di alcune città sono da tempo installati tornelli con lettori ottici, che potrebbero in questo periodo conoscere un’impennata nella diffusione come quella di altri sistemi “touchless”.

Sì al “senso unico”

In aeroporti, stazioni e all’interno degli stessi mezzi pubblici, dovranno essere creati dei percorsi a senso unico, in modo che l’utenza non possa incrociarsi. E’ più o meno il metodo applicato negli ospedali, quello del cosiddetto “percorso pulito-sporco”. Bus, tram e metropolitane hanno già dei percorsi stabiliti, con le porte di ingresso e le porte di uscita chiaramente indicate, anche se è una regola che spesso viene ignorata. Anche in questo caso si dovrà pensare a personale addetto all’instradamento dei flussi, oppure a percorsi obbligati ad esempio attraverso transenne e tornelli. Fondamentale sarà anche la sanificazione frequente di veicoli ed altri ambienti. Si parla di una defiscalizzazione di queste spese.

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L’importanza dello sharing

In una fase in cui prendere un mezzo pubblico è visto come un rischio, potrebbe riprendere quota il settore dello sharing, in particolare di bici, monopattini e scooter o moto. Le due ruote infatti espongono meno al rischio virus rispetto all’abitacolo di un’auto o all’interno di un tram che sono ambienti chiusi. Per cui potenziare il noleggio ed incentivarne l’utilizzo, magari attraverso percorsi preferenziali, potrebbe da un lato permettere di rispondere alla domanda di mobilità.

Crescerà la mobilità privata?

Sulla scorta dei rischi di contrarre il virus associati all’utilizzo del trasporto pubblico, molti potrebbero essere spinti a puntare maggiormente sulla mobilità privata. Secondo Asstra c’è infatti il rischio di un «ricorso indiscriminato al mezzo privato non potendosi, nell’immediato, incrementare le frequenze per indisponibilità di mezzi e di personale (la produzione di mezzi richiederebbe tempi variabili che vanno dai 18 ai 36 mesi in relazione alla tipologia dei mezzi, bus o treni) e per mancanza di capacità delle reti ferroviarie». E’ ragionevole dunque pensare che potrà intensificarsi il ricorso al mezzo privato, sia esso di auto o di moto.

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