Crisi dei chip, si muove il Governo?

Crisi dei chip, si muove il Governo?
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Un'azione congiunta con la Comunità Europea per sganciare il nostro Paese dalla dipendenza delle forniture dei produttori asiatici
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
28 ottobre 2021

Dai saloni (vuoti) dei concessionari, alle austere aule del Parlamento: la crisi di disponibilità di chip, che incide gravemente sulla produzione di nuovi modelli e allunga sine die i tempi di consegna, sulla spinta anche degli allarmi lanciati dalle associazioni dei costruttori, varca le soglie del Palazzo ed approda sui banchi della Camera. 

La materia è stata richiamata in occasione dell’interrogazione a risposta immediata in commissione Attività produttive della Camera: Alessandra Todde, viceministra allo Sviluppo Economico, ha risposto alla richiesta di chiarimenti presentata a prima firma dal deputato Luca Sut, del Movimento 5 Stelle.

«È indubbio - questa la risposta della viceministra, anch'essa esponente del Movimento 5 Stelle - che negli ultimi anni sia emersa la vulnerabilità del sistema produttivo, in termini di approvvigionamento delle materie prime, in particolare nel settore automotive. Ed èltrettanto chiaro come la situazione colpisca tutte le industrie europee e che quindi richieda soluzioni a livello sovranazionale. In quest'ambito, il Governo si è attivato con l’obiettivo di promuovere una linea d’intervento comune ed efficace, aggiornando la strategia industriale dell’Unione, mappando i prodotti per i quali ha una dipendenza dai Paesi terzi, tra i quali figurano i semiconduttori, con l'intento di creare una catena del valore europea e rendere le catene degli approvvigionamenti più sicure e resilienti alle variabili del commercio mondiale».

Proprio in tale direzione è stato definito in sede comunitaria un “Microchips Act”, annunciato dalla presidente della Commissione Ue, la tedesca Ursula von der Leyen, a metà settembre.

In un contesto fortemente turbolento, uno strumento fondamentale per arrivare alla catena di rifornimento europea sono gli Ipcei (Important projects of common european interest), tra i quali quelli relativi a ricerca e innovazione in diversi settori, con l’obiettivo di sviluppare tecnologie e componenti microelettroniche da trasferire al mondo industriale, con quello autotive in prima fila. 

Grazie a tale iniziativa, la filiera nazionale dell’elettronica ha ottenuto uno stanziamento da oltre settecento milioni di euro, per progetti autorizzati dalla Commissione europea e già in corso di realizzazione.

«Il Mise - ha aggiunto Alessandra Todde - è impegnato in un secondo Ipcei sulla microelettronica, per rafforzare lo sviluppo in Italia e in Europa di tecnologie e prodotti innovativi nella microelettronica, quali ad esempio i microchip di ultima generazione. Inoltre, nell’anno in corso, il Governo ha stanziato oltre un miliardo per incentivare l’acquisto di veicoli a basse emissioni, prorogando al 30 giugno 2022 il termine entro cui concludere le prenotazioni dei contributi effettuati nel semestre in corso».

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