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Pensavate che la crisi dei semiconduttori fosse un brutto ricordo della pandemia? Ripensateci. L'industria automobilistica europea e americana si trova di nuovo con il fiato sospeso, questa volta non per colpa di un virus, ma per qualcosa di ancora più prevedibile: le tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina. E al centro di questa tempesta perfetta c'è un'azienda olandese di cui probabilmente non avevate mai sentito parlare fino a oggi: Nexperia.
Nexperia non produce i chip futuristici che fanno funzionare le auto a guida autonoma o i sistemi di intelligenza artificiale. No, questa azienda si occupa di componenti molto più umili ma assolutamente essenziali: quegli interruttori e controller che gestiscono l'illuminazione, i comandi al volante e le centraline elettroniche.
Il problema è che Nexperia produce centinaia di milioni di questi chip ogni anno, e adesso le sue fabbriche cinesi sono bloccate. Le scorte esistenti? Secondo i gruppi industriali, dureranno solo poche settimane.
La vicenda di Nexperia è un perfetto esempio di come la geopolitica possa trasformare un'azienda da asset strategico a patata bollente nel giro di pochi anni. Tutto inizia nel 2017, quando il colosso olandese NXP decide di vendere la sua divisione Standard Products a due investitori cinesi per 2,75 miliardi di dollari. Un affare che all'epoca sembrava semplicemente una normale operazione di mercato.
Nel 2019 entra in scena Wingtech Technology, un produttore cinese di elettronica, che acquisisce il controllo di Nexperia per 3,6 miliardi di dollari. Zhang Xuezheng, fondatore di Wingtech, diventa CEO. L'azienda continua ad avere sede a Nimega, nei Paesi Bassi, ma ormai è chiaro a tutti che il centro di gravità si è spostato verso est. Con 2,06 miliardi di dollari di fatturato e 331 milioni di utile netto nel 2024, Nexperia si rivela una gallina dalle uova d'oro per Wingtech.
Peccato che le galline d'oro attirino sempre attenzioni indesiderate.
La vera crisi esplode nel contesto della guerra commerciale tra Washington e Pechino. A dicembre 2024, Wingtech finisce nella famigerata "lista nera" americana delle aziende soggette a controlli sulle esportazioni. Ma il colpo di grazia arriva il 29 settembre, quando questi controlli vengono estesi alle filiali, Nexperia compresa.
La risposta non si fa attendere. Il giorno dopo, il 30 settembre, in una mossa degna di un thriller della guerra fredda, il governo olandese prende il controllo di Nexperia invocando una legge risalente proprio a quell'epoca. La giustificazione ufficiale parla di "gravi carenze di governo" e di sicurezza nazionale, traduzione: meglio mettere le mani su questa azienda prima che qualcuno sposti tutto in Cina. Naturalmente, l'Olanda nega categoricamente che la mossa sia stata fatta sotto pressione americana.
La Cina, comprensibilmente irritata, risponde il 4 ottobre imponendo controlli sulle esportazioni dalle fabbriche cinesi di Nexperia. Risultato? Un bel punto morto che sta mandando in panico l'industria automobilistica globale. Il 14 ottobre, come ciliegina sulla torta, Zhang viene rimosso dalla carica di CEO.
L'ACEA, il gruppo che rappresenta le case automobilistiche europee, non usa mezzi termini. Il 15 ottobre dichiara che i suoi membri hanno ricevuto un avvertimento da Nexperia che "delineava una sequenza di eventi" che avrebbe portato l'azienda a non poter più garantire la consegna dei chip. Sigrid de Vries, Direttore Generale dell'ACEA, parla di "situazione allarmante" e chiede "soluzioni rapide e pragmatiche".
Dall'altra parte dell'Atlantico, John Bozzella dell'Alliance for Automotive Innovation, che rappresenta praticamente tutte le grandi case automobilistiche è ancora più diretto: se la spedizione dei chip non riprende rapidamente, la produzione automobilistica negli Stati Uniti e in molti altri paesi verrà sconvolta. Alcune fonti anonime riferiscono a Reuters che gli stabilimenti americani potrebbero essere colpiti già dal mese prossimo.
Le reazioni dei singoli produttori mostrano quanto sia diffuso il problema. BMW ammette che alcune parti della sua rete di distribuzione sono state interessate, ma fa la timida quando si tratta di dettagli. Mercedes dice di essere "in contatto con le parti interessate", che è più o meno l'equivalente aziendale di dire "stiamo ancora cercando di capire quanto siamo nei guai". Volkswagen ha creato addirittura una task force, sempre un ottimo segnale che la situazione è sotto controllo. Anche Stellantis e Renault stanno "monitorando la situazione", mentre il mega fornitore Bosch sta cercando di "ridurre al minimo qualsiasi potenziale impatto".
Dopo anni di crisi successive, pandemia, guerra in Ucraina, attacchi alle spedizioni nel Mar Rosso, le case automobilistiche avevano promesso solennemente di diversificare le loro catene di approvvigionamento. Eppure, come ammette candidamente l'ACEA, "il rischio non può essere ridotto a zero".
Il problema specifico con i chip Nexperia è che si tratta di tecnologia matura con margini di profitto più bassi, controllata da un numero relativamente limitato di fornitori. Inoltre, questi chip sono integrati in componenti già certificati per gli standard di qualità e sicurezza automobilistica, il che significa che non si possono semplicemente sostituire con quelli del concorrente come se steste cambiando marca di caffè.
Yu Yang, analista del Yole Group, spiega che il vero collo di bottiglia è che la maggior parte dei prodotti Nexperia viene confezionata e testata in Cina, precisamente nella fabbrica di Dongguan ora bloccata dai controlli all'esportazione. Il risultato? Possibili ritardi di mesi per le vostre auto con marchio europeo.
Il governo olandese ha annunciato il 17 ottobre di aver avviato colloqui con la Cina per revocare i controlli. Il ministro dell'economia Vincent Karremans ha spiegato in un'intervista televisiva che i cinesi pensano che l'Olanda stia collaborando con gli americani, mentre in realtà l'obiettivo era impedire all'ex CEO Zhang di trasferire operazioni e proprietà intellettuale fuori dall'Europa. Una distinzione sottile che probabilmente non convince molto Pechino.
C'è anche il tanto discusso vertice tra Trump e Xi previsto per questo mese in Corea del Sud, che potrebbe ridefinire il contesto commerciale tra le due superpotenze. Ma come nota la Brookings Institution, non è nemmeno certo che l'incontro avrà luogo, viste le crescenti tensioni.
Nel frattempo, alcune case automobilistiche stanno già attivando piani di emergenza, avendo imparato qualcosa dall'ultima carenza di chip. La domanda è: sarà abbastanza, e sarà abbastanza veloce?
Una cosa è certa, se stavate pensando di ordinare un'auto nuova, forse è il caso di affrettarsi. O di rispolverare quella vecchia che avevate pensato di rottamare. Dopotutto, almeno quella funziona ancora, anche se con chip di un'epoca in cui Stati Uniti e Cina non si facevano ancora dispetti a vicenda come bambini in un'asilo.