La guerra dei chip scuote le case automobilistiche europee: ecco cosa succede (e cosa c'entra la Cina)

La guerra dei chip scuote le case automobilistiche europee: ecco cosa succede (e cosa c'entra la Cina)
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L'industria automobilistica europea rischia di essere travolta dalla guerra dei chip in corso tra gli Stati Uniti e i loro alleati e la Cina
2 novembre 2025

Da giorni le più importanti aziende del settore avvertono di possibili interruzioni nella loro produzione di auto. L'esempio più emblematico arriva da Volkswagen. Il colosso tedesco è alle prese con un'improvvisa carenza di microchip di fabbricazione cinese – componenti necessari ai fini della costruzione delle sue auto – e per questo sarebbe in procinto di interrompere la costruzione di Golf e Tiguan, due dei suoi modelli più popolari.

Mentre l'azienda parla di interruzione programmata per motivazioni di inventario, il quotidiano Bild scrive che la reale ragione dipenderebbe proprio dalla carenza di chip Made in Cina (l'Eden di questi componenti). Detto altrimenti, dalla Cina arrivano sempre meno microprocessori e così è impossibile procedere con una regolare produzione.

Ma che cosa diavolo c'entra Pechino? Sarà solo un caso, ma la situazione è degenerata dopo che il governo olandese ha deciso di applicare una normativa simile al Golden Power italiano per prendere il controllo del produttore di chip Nexperia, a sua volta detenuto da un gruppo cinese.

Per quale motivo? La mossa dell'Aia sarebbe stata determinata dalle pressioni degli Stati Uniti desiderosi di soffocare le capacità hi- tech di Pechino, soprattutto per quanto riguarda alcune aree strategiche come chip e semiconduttori. Ebbene, in tutta risposta, il Dragone avrebbe bloccato le esportazioni di chip Made in Cina tramite Nexperia.

Le auto europee affrontano una grave carenza di chip cinesi

Il Financial Times ha scritto che le case automobilistiche europee stanno mettendo in atto il loro "manuale Covid" e che si preparano a una "feroce battaglia" per accaparrarsi le forniture di chip in circolazione. Alla Cina è bastato staccare la spina a Nexperia, o comunque ridurre il suo flusso di componenti chiave, per colpire il tallone d'Achille dell'automotive del Vecchio Continente.

Nexperia, controllata dai cinesi di Wingtech, produce chip di base a basso margine di profitto; chip che sono utilizzati nei sistemi elettronici delle automobili e che controllano di tutto, dai sistemi di illuminazione e airbag alle serrature e ai finestrini. L'Associazione Europea dei Costruttori di Automobili (Acea) è stata chiarissima: le scorte di chip Nexperia si esauriranno nel giro di poche settimane.

E dopo? "Sarà una guerra tra case automobilistiche". Ognuno si arrangia come può. Volkswagen, pur continuando a ripetere che la sua produzione non è stata interessata da carenze di alcun tipo, ha istituito una task force per gestire il dossier. Stellantis e BMW hanno riferito di stare collaborando con i fornitori per valutare i potenziali rischi di approvvigionamento. Bosch ha invece dichiarato di essere in contatto con Nexperia, che produce i suoi componenti elettronici, nonché con altri fornitori e clienti: "Monitoriamo costantemente gli sviluppi del mercato e ci adattiamo alle situazioni in continua evoluzione".

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Le conseguenze per l'industria automobilistica europea: come la carenza di chip dalla Cina influisce sulle auto

Nexperia rappresenta il 5% di una parte fondamentale ma cruciale del mercato globale dei chip per il settore automobilistico, nonché circa due quinti dei transistor e dei diodi. La percentuale è piccola ma rilevante. E ancora: è vero che i componenti dell'azienda possono essere realizzati anche da concorrenti, come Infineon e STMicroelectronics, ma una carenza di chip Nexperia potrebbe in ogni caso influire sul lancio di importanti prodotti da parte di case automobilistiche tedesche come BMW, Mercedes-Benz e Volkswagen.

Il problema principale è che l'azienda olandese produce wafer semiconduttori in Germania e nel Regno Unito, ma i suoi chip vengono inviati in Cina per il confezionamento e i test. E in Cina viene elaborato l'80% dei suoi prodotti finali. "Sotto gli attuali controlli sulle esportazioni la stragrande maggioranza dei nostri prodotti rimarrà in Cina", ha tagliato corto il presidente di Wingtech, Yang Mu.

Dalla Gran Bretagna, intanto, la Society of Motor Manufacturers and Traders ha lanciato l'allarme: "Un'ulteriore carenza di chip semiconduttori è l'ultima cosa di cui l'industria automobilistica globale ha bisogno. Sebbene il settore si sia impegnato a diversificare le proprie catene di approvvigionamento, se non risolto rapidamente, questo problema potrebbe compromettere gravemente la produzione di veicoli e l'offerta sul mercato".

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