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BYD non si ferma mai. Mentre il mondo osserva con attenzione le sue mosse commerciali, il gigante di Shenzhen continua a investire massicciamente in ricerca e sviluppo, puntando dritto al cuore pulsante di ogni veicolo elettrico: il motore. Quattro nuovi brevetti depositati presso la China National Intellectual Property Administration rivelano una strategia tecnologica chiara e ambiziosa, incentrata sui motori sincroni a magneti permanenti a flusso variabile.
Si tratta di una tecnologia che potrebbe sembrare un dettaglio ingegneristico, ma che in realtà rappresenta uno dei fronti più promettenti per migliorare l'autonomia reale delle auto elettriche senza aumentare la capacità delle batterie.
Per comprendere l'importanza di questi brevetti, occorre fare un passo indietro e analizzare i limiti dei motori elettrici tradizionali. I propulsori sincroni a magneti permanenti convenzionali utilizzano un campo magnetico fisso nel rotore. Questa configurazione garantisce eccellenti prestazioni a basse velocità, con una coppia generosa e pronta, ma diventa problematica quando il regime di rotazione aumenta. A velocità elevate, infatti, le forze controelettromotrici crescono, generando perdite energetiche significative e riducendo l'efficienza complessiva del sistema.
Il motore a flusso variabile supera questo compromesso grazie alla capacità di regolare dinamicamente l'intensità del campo magnetico in funzione delle condizioni operative. Durante le fasi di accelerazione o in salita, quando serve coppia elevata, il sistema massimizza il flusso magnetico. In crociera autostradale, invece, riduce l'intensità del campo per contenere le perdite e ottimizzare i consumi.
I documenti pubblicati dalla CNIPA delineano diverse soluzioni ingegneristiche per tradurre questo principio teorico in applicazioni concrete. BYD ha esplorato molteplici approcci, dall'integrazione di componenti per la regolazione del flusso direttamente nel gruppo motore-inverter, all'utilizzo di elementi magnetici mobili che modificano la loro posizione relativa rispetto al rotore per ampliare la finestra operativa ad alta efficienza.
Altri progetti si concentrano sulla regolazione del flusso lungo l'asse del rotore o sulla variazione dell'area effettiva delle parti magneticamente conduttive per modulare con precisione il campo interno. Ogni soluzione rappresenta un tassello di un mosaico tecnologico che punta a un obiettivo comune, ovvero di massimizzare l'efficienza in ogni scenario di utilizzo reale, dalla guida urbana stop-and-go ai lunghi trasferimenti autostradali.
Le implicazioni pratiche di questa tecnologia sono tutt'altro che trascurabili. Un motore capace di adattarsi alle condizioni di marcia promette autonomie superiori a parità di batteria, consumi energetici più prevedibili durante i viaggi lunghi, minore surriscaldamento dei componenti del powertrain e un utilizzo più efficace dell'energia immagazzinata, tanto nei veicoli puramente elettrici quanto negli ibridi plug-in.
Per BYD, questi brevetti rappresentano l'evoluzione naturale di ricerche precedenti sui sistemi a flusso variabile e confermano l'impegno del costruttore nello sviluppo interno di tecnologie proprietarie. In un mercato dove l'efficienza del powertrain può fare la differenza tra un'auto competitiva e una destinata all'oblio, il controllo di queste competenze chiave diventa un vantaggio strategico difficile da eguagliare.
Byd
's-Gravelandseweg 256
3125 BK Schiedam
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