BYD punta sulle batterie LFP: fino a 1.000 km di autonomia per i futuri modelli elettrici

BYD punta sulle batterie LFP: fino a 1.000 km di autonomia per i futuri modelli elettrici
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La casa cinese continuerà a scommettere sulla tecnologia litio-ferrofosfato (LFP), più economica e sicura, anche per le prossime generazioni di auto elettriche
13 novembre 2025

Nessuno mette in dubbio che le batterie allo stato solido rappresentino il prossimo grande salto tecnologico per la mobilità elettrica. Tuttavia, la rivoluzione non è ancora alle porte e, nel frattempo, i costruttori devono fare i conti con le tecnologie esistenti, divise principalmente tra celle agli ioni di litio e celle al litio-ferrofosfato (LFP).

Tra questi, BYD ha scelto con decisione la seconda strada, diventando negli ultimi anni il principale produttore mondiale di batterie LFP grazie al lavoro della sua divisione energetica FinDreams.

Storicamente considerate una soluzione “minore” rispetto alle batterie NCM (nichel, cobalto, manganese), le celle LFP hanno saputo riscattarsi grazie a costanti miglioramenti in termini di densità energetica, durata e sicurezza. Oggi, rappresentano una delle opzioni più convincenti per auto elettriche di grande diffusione.

Secondo Li Yunfei, responsabile delle relazioni pubbliche di BYD, la priorità rimane la sicurezza: “le batterie LFP offrono un’elevata stabilità termica e non si incendiano nemmeno in test estremi di perforazione con chiodi”, ha dichiarato Yunfei, sottolineando come le Blade Battery di BYD abbiano già dimostrato di poter evitare fumo o fiamme anche in condizioni critiche.

Un risultato non da poco, supportato da milioni di veicoli circolanti senza alcun caso di combustione spontanea. Una credenziale che, secondo BYD, rimane uno dei principali argomenti a favore di questa tecnologia.

Fino a 1.000 km di autonomia

FinDreams, la controllata energetica del gruppo, ha recentemente annunciato nuovi progressi sulle celle LFP di prossima generazione, in grado di offrire autonomie superiori ai 600 km nel ciclo cinese CLTC. In prospettiva, queste potrebbero raggiungere i 1.000 km grazie a ulteriori ottimizzazioni nella densità energetica e nella gestione termica.

Sebbene BYD non escluda in futuro il passaggio alle batterie allo stato solido, i tempi non sono ancora maturi. La casa cinese intende quindi continuare a perfezionare la tecnologia LFP, sfruttandone appieno i vantaggi economici e industriali.

Uno dei punti di forza delle batterie LFP è la maggior convenienza economica e, secondo le stime per il 2025, il prezzo medio di una batteria LFP sarà di circa 380 yuan/kWh (46 €/kWh), contro i 550 yuan/kWh (66 €/kWh) delle celle ternarie al litio.

A questo si aggiunge un vantaggio strategico: le batterie LFP non richiedono metalli rari come cobalto o nichel, e si basano invece su fosforo e ferro, materiali abbondanti e facilmente reperibili in Cina. Ciò riduce la dipendenza da forniture estere e contribuisce alla stabilità della filiera produttiva.

La posizione di BYD ha influenzato l’intero settore: CATL, il più grande produttore mondiale di batterie, ha recentemente confermato la propria intenzione di investire ulteriormente nella tecnologia LFP e aprirà un nuovo stabilimento in Spagna, presso il sito Stellantis di Zaragoza Una mossa che conferma come le batterie litio-ferrofosfato stiano diventando una soluzione standard per la mobilità elettrica di massa, in attesa che le più complesse e costose batterie allo stato solido diventino finalmente una realtà industriale.

 

Fonte: hibridosyelectricos

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