La Spagna apre alle auto cinesi: ecco il piano Spain Auto 2030 che piace a Pechino ma preoccupa l'Ue

La Spagna apre alle auto cinesi: ecco il piano Spain Auto 2030 che piace a Pechino ma preoccupa l'Ue
Pubblicità
La Spagna lancia il Piano Auto 2030, aprendo alle auto cinesi per rilanciare l'industria elettrica nazionale. L'Ue osserva con attenzione le implicazioni sulla produzione locale e la tecnologia
28 dicembre 2025

La Spagna punta a diventare uno dei leader europei nel mercato delle auto elettriche con il Piano Spain Auto 2030, una strategia da miliardi di euro che potrebbe favorire fortemente le auto cinesi.

Presentato dal governo di Madrid, il piano prevede incentivi diretti ai consumatori, sostegno alla costruzione di infrastrutture di ricarica e investimenti per modernizzare l'industria automobilistica nazionale, che contribuisce per circa il 10% al pil del Paese. Secondo il presidente del Consiglio Pedro Sanchez, nel 2026 saranno stanziati 400 milioni di euro per sussidi diretti all'acquisto di veicoli elettrici e 300 milioni per ampliare la rete di ricarica, rendendo le auto elettriche più accessibili alle famiglie della classe media e lavoratrice.

Opportunità e crescita delle auto cinesi in Spagna

Le auto cinesi sono già protagoniste del boom EV in Spagna. BYD, leader cinese del settore, ha venduto oltre 22.300 veicoli nel Paese nei primi 11 mesi del 2025, con un incremento del 452% rispetto all’anno precedente. Anche Leapmotor, co-controllata dal gruppo Stellantis, ha visto le proprie vendite moltiplicarsi oltre 30 volte, raggiungendo 2.533 unità nello stesso periodo.

L’industria automobilistica spagnola, secondo l'Associazione nazionale dei costruttori di automobili (Anfac), potrebbe generare un valore aggiunto lordo di 120 miliardi di euro entro il 2030, rispetto agli attuali 85 miliardi, con un incremento superiore al 40%. Gran parte di questo sviluppo dipenderà dalla collaborazione con investitori cinesi, già presenti con impianti come la joint venture Chery-Ebro EV a Barcellona e la possibile terza fabbrica europea di BYD. Anche CATL, gigante cinese delle batterie, ha avviato la costruzione di un impianto spagnolo, co-finanziato da Stellantis, nel 2024.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Sfide normative e il ruolo dell’Ue

Nonostante le opportunità, il piano Spain Auto 2030 preoccupa l'Ue, che mira a garantire una produzione “made in Europe” e ridurre la dipendenza tecnologica dalla Cina. La Commissione europea sta valutando regole che obbligherebbero i produttori a realizzare almeno il 70% dei componenti sul territorio europeo, secondo quanto riportato dal South China Morning Post. Inoltre, la concorrenza con altri Paesi europei a basso costo, come Ungheria, rende necessario attrarre investimenti cinesi ad alta tecnologia per salvaguardare la produzione locale.

Gli analisti avvertono che senza la partecipazione di Pechino, gli obiettivi del piano – come portare al 95% la quota di veicoli elettrici prodotti in Spagna entro il 2035 – sarebbero difficili da raggiungere. In totale, il piano mobiliterà tra 35 e 40 miliardi di euro in investimenti pubblici e privati nei prossimi cinque anni, puntando a rafforzare un settore che oggi impiega 1,9 milioni di persone e produce 2,4 milioni di veicoli, con l’obiettivo di arrivare a 2,7 milioni entro il 2030.

Argomenti

Pubblicità