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General Motors sta pagando caro il suo azzardo sull’elettrico. Dopo anni di investimenti miliardari e annunci trionfali, il colosso americano si trova oggi costretto a ridimensionare i piani: circa 3.300 lavoratori perderanno il posto, tra tagli definitivi e temporanei. È la conseguenza diretta di una domanda di auto elettriche inferiore alle attese e di un quadro normativo meno favorevole, che ha colpito duramente la produzione e i margini dell’azienda. Dopo il recente stop in Canada, ora la crisi colpisce anche gli Stati Uniti, dove GM è costretta a sospendere intere linee produttive dedicate ai suoi modelli 100% elettrici.
Il colpo più duro arriva dal cuore della rivoluzione EV di GM: la Factory Zero di Detroit, la fabbrica simbolo della transizione elettrica, dove vengono costruiti modelli come Chevrolet Silverado EV, GMC Sierra EV, GMC Hummer EV e Cadillac Escalade IQ. Qui spariranno circa 1.200 posti di lavoro, mentre altri 550 tagli sono previsti nello stabilimento Ultium Cells in Ohio, dove si producono le batterie. A questi si aggiungono 1.550 licenziamenti temporanei tra gli impianti di Ohio e Tennessee.
Il motivo? Le vendite dei modelli EV non stanno decollando come previsto, neppure con l’ex incentivo federale da 7.500 dollari. E la fine del tax credit per i veicoli puliti, insieme all’allentamento delle normative sotto l’amministrazione Trump, ha reso il piano industriale di GM insostenibile nel breve periodo.
La casa di Detroit parla di “ristrutturazione strategica” e di una pausa “per aumentare la flessibilità produttiva”. Le fabbriche di batterie di Warren (Ohio) e Spring Hill (Tennessee) resteranno ferme fino a metà 2026, periodo durante il quale verranno “aggiornate” per adattarsi ai nuovi piani. GM promette che i dipendenti coinvolti riceveranno una parte consistente del salario e dei benefici, ma il clima resta teso.
Solo una settimana fa, la CEO Mary Barra si mostrava ottimista con gli investitori, parlando di “un altro trimestre positivo” e di “una quota di mercato ai massimi dal 2017”. Tuttavia, ha anche ammesso che la domanda EV sarà più lenta del previsto, spingendo l’azienda a “rivedere la capacità produttiva e il footprint industriale”. Per ora GM non abbandona la sua “stella polare elettrica”, ma la strada verso il futuro sembra più accidentata che mai.