Crisi elettrica per GM: salta il “grande piano EV”, migliaia di licenziamenti in USA

Crisi elettrica per GM: salta il “grande piano EV”, migliaia di licenziamenti in USA
Pubblicità
General Motors rallenta la sua corsa verso l’elettrico: oltre 3.000 lavoratori restano a casa dopo il flop delle vendite EV e la fine degli incentivi fiscali
3 novembre 2025

General Motors sta pagando caro il suo azzardo sull’elettrico. Dopo anni di investimenti miliardari e annunci trionfali, il colosso americano si trova oggi costretto a ridimensionare i piani: circa 3.300 lavoratori perderanno il posto, tra tagli definitivi e temporanei. È la conseguenza diretta di una domanda di auto elettriche inferiore alle attese e di un quadro normativo meno favorevole, che ha colpito duramente la produzione e i margini dell’azienda. Dopo il recente stop in Canada, ora la crisi colpisce anche gli Stati Uniti, dove GM è costretta a sospendere intere linee produttive dedicate ai suoi modelli 100% elettrici.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

I tagli partono da Factory Zero: la crisi dei pickup elettrici

Il colpo più duro arriva dal cuore della rivoluzione EV di GM: la Factory Zero di Detroit, la fabbrica simbolo della transizione elettrica, dove vengono costruiti modelli come Chevrolet Silverado EV, GMC Sierra EV, GMC Hummer EV e Cadillac Escalade IQ. Qui spariranno circa 1.200 posti di lavoro, mentre altri 550 tagli sono previsti nello stabilimento Ultium Cells in Ohio, dove si producono le batterie. A questi si aggiungono 1.550 licenziamenti temporanei tra gli impianti di Ohio e Tennessee.

Il motivo? Le vendite dei modelli EV non stanno decollando come previsto, neppure con l’ex incentivo federale da 7.500 dollari. E la fine del tax credit per i veicoli puliti, insieme all’allentamento delle normative sotto l’amministrazione Trump, ha reso il piano industriale di GM insostenibile nel breve periodo.

GM corre ai ripari ma il futuro resta incerto

La casa di Detroit parla di “ristrutturazione strategica” e di una pausa “per aumentare la flessibilità produttiva”. Le fabbriche di batterie di Warren (Ohio) e Spring Hill (Tennessee) resteranno ferme fino a metà 2026, periodo durante il quale verranno “aggiornate” per adattarsi ai nuovi piani. GM promette che i dipendenti coinvolti riceveranno una parte consistente del salario e dei benefici, ma il clima resta teso.

Solo una settimana fa, la CEO Mary Barra si mostrava ottimista con gli investitori, parlando di “un altro trimestre positivo” e di “una quota di mercato ai massimi dal 2017”. Tuttavia, ha anche ammesso che la domanda EV sarà più lenta del previsto, spingendo l’azienda a “rivedere la capacità produttiva e il footprint industriale”. Per ora GM non abbandona la sua “stella polare elettrica”, ma la strada verso il futuro sembra più accidentata che mai.

Pubblicità