Dakar 2013, tappa 11. Ultimo bollettino argentino

Dakar 2013, tappa 11. Ultimo bollettino argentino
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Dakar 2013. Undicesima tappa. Il grande anello argentino ha lasciato il segno sulla gara di molti concorrenti. Grande variabilità tecnica e paesaggistica, ma anche… meteo | <i>P. Batini</i>
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17 gennaio 2013

Fiambalà, 15 gennaio - Il temibile anello argentino della Dakar 2013 ha riservato non poche sorprese, sin dall’arrivo al bivacco della tappa di Salta. Numerosi sono stati i colpi di scena, e le rivoluzioni nella classifiche delle varie classi, Quad soltanto esclusa. Colpo di scena vuol dire quasi sempre “disgrazia”, ma non necessariamente. Resta il fatto che l’Argentina è stata il teatro di una parte davvero “tosta” del Rally 2013, e che le situazioni più imprevedibili si sono sviluppate proprio lì, ad Est della Cordillera. Anche per questo i Concorrenti saranno ben felici di tornare in Cile, con la dodicesima tappa tra Fiambalà e Copiapò e con l’attraversamento delle Ande per il passaggio del “famigerato” Paso San Francisco. Saranno felici, soprattutto, perché mancano tre tappe all’epilogo di Santiago. Ecco, invece. alcuni casi di “non felicità”, o di felicità conquistata con davvero molta fatica.

I piloti moto in difficoltà in Argentina

Jordi Viladoms. Il primo a pagare caro il “visto” argentino è stato Jordi Viladoms. Il Pilota catalano, quarto con il Team Bordone-Ferrari lo scorso anno, ha iniziato sul trasferimento il proprio calvario. Al bivacco a notte fonda, 141° in classifica dopo essere stato inseguito, e raggiunto, anche dalla neve sulle Ande, Viladoms è riuscito a ripartire il giorno seguente e ha ripreso cercando di dimenticare. Due tappe in buona forma, poi il forfait alla decima tappa, di nuovo fermato, e questa volta definitivamente, da un problema alla sua moto al chilometro 170, naturalmente in una zona irraggiungibile dalle assistenze. Ritiro obbligatorio, immediatamente seguito dalla promessa di tornare l’anno prossimo per vendicare l’esperienza negativa.


Helder Rodrigues. Il Pilota di Punta del Neo Team Honda HRC continua la sua Dakar sfortunata. Deve essere ben difficile, dopo due podi consecutivi alla Dakar e un Titolo di Campione del Mondo, ritrovarsi al di sotto delle proprie ambizioni. Ma Rodrigues mette in mostra in questo caso il lato di eccezionale professionalità della sua forte personalità. Se dal punto di vista del risultato la Dakar di quest’anno sta “streta” al Campione portoghese, bene, Helder sa anche che il suo compito è quello di contribuire allo sviluppo della moto. Mai in grado di dire veramente la sua, Rodrigues aveva una buona opportunità di riscattarsi nella tappa di Fiambalà, che aveva condotto inizialmente in testa con buona decisione. Ma non è andata bene neanche questa volta.

Helder Rodrigues. Il Pilota di Punta del Neo Team Honda HRC continua la sua Dakar sfortunata. Deve essere ben difficile, dopo due podi consecutivi alla Dakar e un Titolo di Campione del Mondo, ritrovarsi al di sotto delle proprie ambizioni

 

David Casteu. La storia di Casteu è stata seguita nella cronaca. Perfetto nell’ombra della prima parte del Rally, il francese è balzato agli onori della cronaca con il 3° posto della quarta tappa, con la vittoria della 5° e, soprattutto, con la conquista della leadership al termine dell’ottava, regalandosi una giornata di riposo da imperatore. Alla ripresa della gara Casteu si è scontrato con una mucca lungo il percorso della Speciale, ha concluso la tappa in qualche modo ma non è riuscito a ripartire, il giorno successivo, per una ferita alla spalla.

 

Si è fermata nel corso dell’ottava tappa, con la moto in fiamme, la cilena Josefina Gardulski, e per poco lo stesso giorno non è stato fatale anche per Laia Sanz, rallentata durante il raccordo di neutralizzazione tra i due tratti cronometrati della speciale. Più fortunata, la campionessa del Mondo di Trial è riuscita a raggiungere il bivacco, a ripartire due ore dopo, senza riposare un minuto, nella nona tappa, e a rimanere in gara.

Auto: le difficoltà in Argentina

Al-Attiya. La storia di Nasser Al-Attiya e del suo navigatore Lucas Cruz ha riempito le prime pagine della Dakar, e naturalmente anche le nostre, fino a quella del 15 gennaio, quando il ritiro del Buggy Qatar-Red Bull maturato la sera prima è diventato, oltreché definitivo, anche ufficiale. Con il ritiro di Al-Attiya si chiude l’avventura 2013 del Team, e si passa al progetto 2014.

 

Famiglia Cinotto. Si assottiglia la pattuglia “azzurra”. Lo stesso giorno triste di Al-Attiya, diventava spiacevole anche per il definitivo il ritiro di Carlo Cinotto e Marco Arnoletti, in gara con una Nissan del team Tecnosport.

 

Miki Biasion. La nona tappa è la più brutta della bella Dakar degli IVECO di Miki Biaion e di Gerard De Rooy. È il “vettore” dell’olandese che accusa subito problemi alla turbina, prima, e allo sterzo, rallentando anche la gara di Miki Biasion. L’ex Campione del Mondo WRC si ferma per venire in aiuto del compagno di Squadra, e riesce a finire all’11° posto al temine di una tappa di inseguimento all’insegna dei sorpassi impossibili nella foresta.

 

La storia di Nasser Al-Attiya e del suo navigatore Lucas Cruz ha riempito le prime pagine della Dakar, e naturalmente anche le nostre, fino a quella del 15 gennaio, quando il ritiro del Buggy Qatar-Red Bull maturato la sera prima è diventato, oltreché definitivo, anche ufficiale

Alex Zanotti. Difficile seguire la gara del sanmarinese, costantemente alle prese con i ripetuti episodi dello stesso problema di alimentazione della sua TM Rally S13. È incredibile, ma solo a partire dalla nona tappa i meccanici sono riusciti, incrociamo le dita, ad isolare il problema. La gara di Alex è ripresa con altre motivazioni e altri stati d’animo rispetto ai “giorni felici” di Lima. Zanotti è 46° a La Rioja e finalmente 30° e di nuovo in chiave agonistica a Fiambalà, sospinto dal mordente, che non mai ha perso per strada, neanche nelle situazioni più critiche.

 

Manuel Lucchese. Anche la Dakar di Manuel Lucchese non è una passeggiata. Manuel, però, è in un certo senso abituato a soffrire, e la sua “tenuta” in queste condizioni è formidabile. Ad onore di Lucchese va anche il fatto che il nostro Pilota è perfettamente solo in questa spedizione. Per fortuna ha trovato lungo il cammino un sacco di amici che lo hanno sostenuto nel proseguimento dell’avventura.

 

Alessandro Botturi. Anche Alessandro Botturi entra nel nostro bollettino. Ma con una notizia “neutra”, quasi una curiosità. Il bresciano ufficiale Husqvarna ha rimediato ieri una piccola frattura al mignolo della mano sinistra. Ma naturalmente il “Bottu” non se ne cura. Interpellato al riguardo è rimasto quasi sorpreso. “Il dito? Ah, sì, mi fa un po’ male.” Come dire: non è nulla.

 

E per finire con una nota di buonumore, un SMS-comunicato stampa appena arrivato:
Endurology sempre più protagonista alla 34° Dakar. Il Presidente Lorenzo Napodano è transitato alla fine della PS al 125° posto. Il Notaio Stefano Rampolla è 126°. L'Italia tutta è sempre più in visibilio per i due piloti che tengono alta la bandiera tricolore in Sudamerica”.

Classifiche

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