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Nel 2018 avevamo visto da vicino la promessa di un’auto destinata a rivoluzionare la mobilità elettrica: la Sion di Sono Motors. Un progetto ambizioso, capace – almeno sulla carta – di aggiungere fino a 150 miglia (circa 240 km) di autonomia gratuita al giorno grazie a pannelli solari integrati nella carrozzeria. Ma la storia dell’azienda tedesca dimostra che non tutte le visioni presentate con entusiasmo arrivano davvero a prendere forma.
Fondata grazie a una campagna di crowdfunding su Indiegogo, la startup aveva raccolto oltre 700.000 dollari e migliaia di preordini. Il prototipo iniziale, svelato nel 2017, prometteva 18 miglia di ricarica solare quotidiana in aggiunta a un’autonomia di circa 160 km fornita da una batteria da 30 kWh. Negli anni successivi il progetto si era evoluto: nell’ultima versione, la Sion integrava 456 semicelle solari capaci – in condizioni ideali – di fornire tra 110 e 240 km al giorno senza cavi, con una batteria LFP da 54 kWh e ricarica rapida fino a 75 kW.
Nel 2022 il modello aveva persino intrapreso un tour negli Stati Uniti, con un prezzo di listino fissato a 25.000 dollari e una produzione prevista in Finlandia presso Valmet Automotive. Le prenotazioni paganti avevano raggiunto quota 45.000. Ma a inizio 2023, complice la difficoltà di reperire capitali e l’incertezza dei mercati, Sono Motors ha annunciato lo stop definitivo al progetto per concentrarsi su un modello di business “light”, vendendo pannelli solari a terzi.
Oggi, ciò che resta della Sion è finito all’asta su un sito austriaco: dai prototipi completi – non omologati e privi di documentazione – offerti a partire da 600 euro, a componenti come motori elettrici (50 euro), sedili anteriori (14 euro) e banchi posteriori (30 euro). Tra i lotti spiccano un curioso muletto basato su una Renault Twingo con fari della Mercedes Classe A e persino un esemplare distrutto in crash test.
Il caso Sion ricorda che tra l’idea e la realtà, nel mondo dell’auto – soprattutto quando si parla di tecnologie emergenti – la distanza può essere enorme. E che anche i progetti più visionari, capaci di entusiasmare a una presentazione stampa, possono svanire lasciando dietro di sé solo prototipi e promesse non mantenute.