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Il caso Dieselgate non si ferma. Secondo un articolo pubblicato da Reuters, un tribunale olandese ha accusato l’ex gruppo PSA di aver venduto nei Paesi Bassi vetture diesel equipaggiate con software in grado di aggirare i test sulle emissioni inquinanti.
Sotto accusa quattro marchi oggi parte di Stellantis: Peugeot, Citroën, DS e Opel (quest’ultima di proprietà di General Motors fino al 2017). I giudici sostengono che Opel abbia utilizzato in modo evidente dispositivi illegali sin dal 2009, mentre per gli altri tre brand parlano di una “sospetta” presenza di software di manipolazione. Nel loro parere, tuttavia, la convinzione è che a partire dal 2014 siano state vendute vetture diesel non conformi alle normative europee.
Stellantis, da parte sua, ha respinto ogni accusa e ha annunciato l’intenzione di intraprendere “i passi appropriati” per tutelare i propri interessi legali. “Stellantis crede fermamente che i veicoli siano conformi a tutte le normative applicabili in materia di emissioni e che il tribunale abbia fatto considerazioni errate”, si legge in una nota del gruppo.