Dopo un incidente da ubriaco, milanese condannato a fare campagna di prevenzione

Dopo un incidente da ubriaco, milanese condannato a fare campagna di prevenzione
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Umberto Mongiardini
  • di Umberto Mongiardini
Sei mesi di volontariato presso l'Associazione vittime della strada onlus. Questa la condanna ricevuta da un 59enne
  • Umberto Mongiardini
  • di Umberto Mongiardini
28 settembre 2017

Dopo essersi schiantato contro un muro con la propria auto all’uscita da una discoteca, un imprenditore 59enne di Milano con un tasso alcolemico di tre volte superiore al consentito era stato rinviato a giudizio per guida in stato di ebbrezza. I fatti risalgono alla notte del 20 dicembre 2015 e ora, a distanza di quasi due anni, è arrivata la sentenza del giudice della prima sezione penale del Tribunale di Milano che ha condannato l’automobilista ad una pena tanto alternativa, quanto esemplare: il 59enne dovrà distribuire il giovedì e il sabato sera, fuori dalle discoteche, dei volantini che avvisino i frequentatori dei locali della pericolosità dell’alcol alla guida.

Il giudice Guido Salvini ha temporaneamente sospeso il procedimento a carico dell'imputato, mettendolo così all’opera per sei mesi, affidandolo all'Associazione vittime della strada onlus del capoluogo lombardo. Se dopo questi mesi di prova il giudice dovesse ritenere soddisfacente l’operato svolto, dichiarerà estinto il reato.

Inoltre l’imprenditore dovrà anche partecipare al progetto "multa morale", che consiste nel consegnare una cartolina a tutti coloro che stanno commettendo infrazioni stradali quali il mancato uso della cintura di sicurezza e dei seggiolini per bambini o la guida con il telefono cellulare.

L’applicazione di pene alternative per i maggiorenni è possibile dal 2014, quando lo Stato ha acconsenti di prendere in considerazione la possibilità di rinunciare alla propria potestà punitiva per un certo numero di reati che prevedono pene massime di quattro anni, a patto che l’autorità giudiziaria guidi e segua l’imputato durante il percorso di abilitazione. Proprio durante questo percorso, l’imputato dovrà dimostrare di essersi responsabilizzato rispetto al reato commesso, ricomponendo la frattura tra l’operato illegale e la collettività. Questo istituto giuridico, in cui l’Ufficio esecuzione penale esterno ha un ruolo fondamentale per la buona uscita della riabilitazione, è stato esteso ai maggiorenni dopo una pluriennale esperienza positiva tra i minori di 18 anni.

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