Ecco come il Coronavirus strizza l’occhio alle compagnie di assicurazione

Ecco come il Coronavirus strizza l’occhio alle compagnie di assicurazione
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Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
Sono tanti - e troppo spesso dolorosi - gli effetti del contagio, ma per alcuni gli affari vanno meglio. Fra questi il settore della RCAuto
  • Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
16 marzo 2020

Riflessioni in tempo di pandemia. C’è una categoria, che senza ingegnarsi a scovare vie alternative, vede incrementare sul Coronavirus i propri margini senza battere ciglio. Sono le compagnie di assicurazione per la responsabilità civile auto, RCA.

Da due settimane e in qualche zona anche da quattro, il traffico automobilistico è quasi inesistente, diciamo ridotto almeno del 90%. Quello merci, invece, è sceso molto meno, forse del 20%. I consumi di gasolio e di benzina sono l’indice più rivelatore di questo calo. Che, è evidente, porterà a una riduzione vertiginosa degli incidenti stradali, per tre motivi:

- circolano molte meno auto, all’incirca il 10% del normale;

- quelle poche adottano un comportamento prudente per la insolita presenza di agenti sulle strade;

- i veicoli merci, per la prima volta, circolano in mezzo a poche autovetture, quindi in condizioni di fluidità;

- ma soprattutto sono spariti pedoni e ciclisti, che costituiscono da qualche anno la fascia più a rischio della RCA, con oltre 1.000 vittime sulla strada, contro un totale generale di 3.300 decessi.

Il risultato non può che essere una riduzione generale della velocità, delle alterazioni dell’andatura del traffico, del numero degli incidenti e delle lesioni conseguenti.

Un debito di coscienza

In altre parole senza alcun merito le compagnie si troveranno ad aver incassato premi sulla base di risultanze del passato, ma di andare incontro a un periodo nel quale gli indennizzi scenderanno notevolmente. E la cui entità dipenderà dal tempo della quarantena. Non aggiungiamo altro.

Il Paese è in affanno e piange le sue vittime, non vorremmo però che qualcuno si stropicciasse le mani. Al contrario, siamo pronti ad applaudire quelle compagnie che, coscienziosamente, sapranno tener conto di guadagni immeritati e di restituirli l’anno prossimo ai loro clienti.

Non come già avvenne all’epoca della patente a punti, quando gli incidenti scesero del 30% - per solo merito degli automobilisti - ma le polizze rimasero invariate mentre i pedaggi autostradali crebbero proprio grazie alla riduzione degli incidenti.

Alzi la mano chi è d’accordo.

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