ESP, da 25 anni le auto prevengono le perdite di controllo e sono più sicure

ESP, da 25 anni le auto prevengono le perdite di controllo e sono più sicure
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Valerio Nebuloni
Il sistema ESP compie 25 anni, dal 1995 l'intelligenza elettronica rimedia alle perdite di controllo e situazioni pericolose, salvando vite ed evitando incidenti.
1 giugno 2020

Il sistema ESP spegne 25 candeline dalla sua presentazione avvenuta nel 1995, dopo 10 anni di sviluppo negli anni precedenti. Il sistema ESP (chiamato anche VDC, ESC, DSC ect.) è uno dei più importnati sistemi elettronici di sicurezza delle moderne vetture, che lavora in simbiosi con il sistema ABS. Quest'ultimo, forse più noto, si occupa di evitare il bloccaggio delle ruote durante la frenata, riducendo così gli spazi di arresto e mantenendo la maovrabilità e direzionalità delle ruote anteriori che continuano a girare durante la frenata. 

Il sistema ESP, ideato da Bosch, si occupa invece di garantire la stabilità della vettura durante l'esecuzione di manovre impegnative per motivi di sicurezza o di particolare violenza nell'esecuzione, evitando sbandamenti, sovrasterzi, sottosterzi e ribaltamenti. Il suo funzionamento avviene utilizzando alcuni sensori già presenti per il sistema ABS ed altri inediti, come gli accelerometri sul corpo vettura, intervenendo in autonomia sui freni e sull'acceleratore.

In pratica, la centralina del sistema ESP riceve dati dai sensori di velocità  montati su ogni ruota, da un accelerometro montato a centro vettura che fornisce indicazioni quali accelerazioni frontali, laterali e angolari intorno al proprio asse e infine da un sensore posto nello sterzo che informa circa la volontà direzionale del conducente.

A velocità sostenuta, ad esempio, se vogliamo o dobbiamo operare un rapido spostamento di corsia, si verificano molte condizioni e risposte fisiche della vettura, talvolta pericolose in quanto opposte alla volontà del conducente. Nel primo momento di sterzata si può verificare un sottosterzo a causa dell'inerzia della vettura più forte della resistenza generata dalla sterzata degli pneumatici anteriori. Il sistema ESP, si accorge dell'angolo volante del conducente e del fatto che la vettura non sta rispondendo all'indicazione tramite i dati dell'accelerometro e dei sensori di giri sulle ruote. Così facendo, in frazioni di secondo interviene correggendo e rispondendo con interventi mirati per soddisfare le richieste del conducente. tornando al caso del sottosterzo, l'ESP comanda una frenata mirata alla ruota posteriore dal lato di sterzo, in modo da creare fisicamente un momento angolare che farà sterzare la vettura. 

Una volta intrapresa ed effetuata questa manovra ci si troverà nella condizione di rispondere con un controsterzo, per far rimanere la vettura nella corsia. A questo punto, sempre l'inerzia e le leggi fisiche, faranno però sì che il retrotreno della vettura continui la sua corsa chiudendo l'angolo di sterzo anteriore della vettura e generando un sovrasterzo. Sempre L'ESP si accorge in millesimi di secondo, tramite sensori, di questo comportamento ed opera altre mitigazioni, intervenendo sempre in modo selettivo su una ruota anteriore (a seconda della direzione del controsterzo) per creare nuovamente un altro momento angolare che compenserà l'inerzia del corpo vettura fintanto che si dissipi del tutto.

Tutto questo si traduce nella possibilità di controllare meglio il mezzo in situazioni di emergenza, senza doversi preoccupare delle reazioni nervose della vettura conseguenti alle manovre impreviste. Un caso eclatante fù quello della Classe A di prima generazione, sprovvista di ESp, che fallì miseramente il test dell'alce, ribaltandosi improvvisamente. Anche in questo caso dopo l'adozione del sistema il suo comportamento cambiò radicalmente, in quanto gli interventi operati mitigavano la sbandata ed il carico dell'asse anteriore nella fase di controsterzo che - complice il baricentro alto della  vettura - portava ad un imprevedibile ribaltamento dell'auto. 

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