FCA, più utili e meno debiti. Ma target e rilancio Alfa si allontanano

FCA, più utili e meno debiti. Ma target e rilancio Alfa si allontanano
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Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
Sono risultati incoraggianti quelli raccolti da FCA nel 2015, favoriti anche dallo scorporo di Ferrari. Ma la crisi cinese allontana i target e dilata i tempi del rilancio Alfa
  • Matteo Valenti
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27 gennaio 2016

Mercati, analisti e semplici appassionati aspettavano con fervore i risultati 2015 del Gruppo FCA. Dati sensibili soprattutto per il pubblico italiano, dove la massiccia presenza di stabilimenti rende di estrema attualità qualsiasi vicenda legata al colosso italo-americano.

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La prime notizie sono molto positive. FCA infatti ha chiuso il 2015 con un utile netto rettificato in crescita del 91% a due miliardi di euro. L’Azienda stima di chiudere il 2016 - i risultati non includeranno più Ferrari, ormai separata dal resto del Gruppo - con un utile netto rettificato di 1,9 miliardi di euro (nel 2015 senza Ferrari è pari a 1,7 mld), ricavi netti oltre 110 miliardi (111 mld con la casa di Maranello) e un risultato operativo rettificato di oltre 5 miliardi (era 4,8). L'indebitamento netto industriale è previsto al di sotto dei 5 miliardi, quindi invariato. 

FCA ha chiuso il 2015 «in forte progresso con risultati ben al di sopra dei target per l’anno», si legge nella nota del Gruppo. Includendo Ferrari, i ricavi netti sono cresciuti del 18% a 113,2 miliardi di euro, l'Ebit adjusted è salito del 40% a 5,3 miliardi di euro e l'utile netto adjusted è aumentato del 91% a 2,0 miliardi di euro. La scissione di Ferrari ha permesso inoltre al gruppo di iniziare il 2016 con un indebitamento netto industriale di 5 mld di euro. L'indebitamento netto industriale al 31 dicembre 2015 era pari a 6 miliardi di euro, in calo rispetto ai 7,7 miliardi di euro al 31 dicembre 2014. La riduzione - spiega Fca nella nota - riflette per 9,7 miliardi di euro il flusso di cassa positivo della gestione operativa e per 0,7 miliardi di euro l'effetto positivo dei cambi di conversione, principalmente dovuto alla svalutazione del Real brasiliano, in parte compensati da 9,2 miliardi di euro di investimenti.

Migliorano utili e indebitamento, ma attenzione alla liquidità
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Liquidità in calo, ecco perché

La riduzione riflette inoltre incassi pari a 0,9 miliardi di euro relativi all'Ipo del 10% di Ferrari e 0,3 miliardi di euro versati ai soci di minoranza. A seguito del completamento della scissione di Ferrari il 3 gennaio 2016, l'indebitamento netto industriale è sceso a 5 miliardi di euro. La liquidità disponibile complessiva al 31 dicembre 2015 è pari a 25,2 miliardi di euro, in calo rispetto ai 26,2 miliardi di euro del 31 dicembre 2014. La diminuzione - si legge nel comunicato - riflette il rimborso di prestiti obbligazionari per 7,3 miliardi di euro, tra cui il rimborso anticipato delle Secured Senior Notes di Fca Us (in scadenza nel 2019 e 2021) per un ammontare nominale complessivo di 5,3 miliardi di euro e il rimborso a scadenza di due prestiti obbligazionari per un ammontare nominale complessivo di 1,9 miliardi di euro. 

Tale riduzione è stata in parte compensata dall'emissione di prestiti obbligazionari senior unsecured (con scadenze nel 2020 e nel 2023) per un ammontare nominale complessivo di 3,0 miliardi di dollari Usa (2,8 miliardi di euro), dall'aumento netto di 1,5 miliardi di euro nei prestiti bancari, altri debiti finanziari e linee di credito, da disponibilità pari a 0,7 miliardi di euro generate dalle attività operative al netto degli investimenti, dalle operazioni connesse all'Ipo del 10% di Ferrari, che hanno generato 0,6 miliardi di euro, e dall'effetto positivo dei cambi di conversione per 0,7 miliardi di euro. La liquidità disponibile complessiva include la nuova linea di credito sindacata revolving sottoscritta a giugno per 2,5 miliardi di euro che salirà a 5 miliardi di euro una volta rimossi i vincoli finanziari con Fca Us, previsto nel primo trimestre 2016. A seguito del completamento della scissione di Ferrari il 3 gennaio 2016, la liquidità disponibile è diminuita marginalmente a 24,6 miliardi di euro. 

I veicoli consegnati a livello globale da FCA sono stati, nel 2015, 4,6 milioni di unità, in linea con il 2014

FCA: stabili le vendite, record Jeep

Ma guardiamo anche i numeri di vendita. I veicoli consegnati a livello globale da FCA sono stati, nel 2015, 4,6 milioni di unità, in linea con il 2014. E' proseguito "l'ottimo andamento" del marchio Jeep, con consegne a livello globale che hanno raggiunto il livello record di 1,3 milioni di unità, in rialzo del 21%. Risultati talmente positivi che il Gruppo ha rivisto in positivo gli obiettivi per il brand americano. FCA prevede per il brand Jeep vendite in aumento a 2 milioni al 2018 rispetto agli 1,9 milioni inizialmente previsti: di questi 1.100.000 sono attesi in Nafta (Usa, Canada e Messico), 200.000 in Emea (Europa, Russia, Medio Oriente e Africa), 200.000 in America Latina e 500.000 in Asia

Ci sono notizie però anche meno positive e la prima riguarda il preannunciato ritardo nel piano di rilancio Alfa Romeo. Il marchio di Arese infatti "a causa dell'incertezza della Cina e per garantire una distribuzione adeguata del brand nel mondo" rinvia il lancio di alcuni modelli: non sarà più tra 2017 e 2018, ma tra il 2017 e metà del 2020. Per quanto riguarda Maserati il Gruppo ripone ogni speranza su Levante. I volumi di Maserati cresceranno grazie al nuovo Suv Levante. Confermato intorno al 15% il target del margine Ebit al 2018. E' quanto si legge nelle slides di Fca. Sarà anche possibile rafforzare la rete dei concessionari attraverso l'integrazione con Alfa Romeo. La previsione per il mercato cinese del segmento premium al 2018 è in linea con i livelli 2015. 

Per Sergio Marchionne il target a 7 milioni non ha più senso di esistere
Per Sergio Marchionne il target a 7 milioni non ha più senso di esistere

Il Gruppo poi allontana eventuali ombre di uno scandalo emissioni. "Tutti i veicoli prodotti sono conformi con le leggi correnti e operano allo stesso modo sulla strada e nei laboratori". Lo afferma Fca nelle slide in cui illustra gli aggiornamenti al business plan presentato nel 2014. "Abbiamo assunto iniziative per verificare software e processi sia interni sia di fornitori esterni. I controlli hanno evidenziato come le regole siano pienamente rispettate", spiega Fca che annuncia ulteriori verifiche.

Marchionne: «Target a 7 milioni? Non è più importante»

Infine le dichiarazioni di Marchiane che dopo aver definito “fenomenali” i risultati 2015 ha dichiarato: «So che qualcuno in questa conference call mi chiederà sul target di vendite di 7 milioni di unità al 2018 previsto dal Business Plan presentato nel 2014. Non è importante, siamo focalizzati sui nuovi target finanziari al 2018». Marchionne ha spiegato che il target di 7 milioni «si basava sulla visione del mercato che avevamo nel 2014. Poi abbiamo dovuto adeguare le nostre stime, in Brasile il mercato ha perso un milione di unità in 18 mesi». In ogni caso «nel 2018 saremo in una posizione migliore di oggi. Dobbiamo attraversare il deserto, siamo fiduciosi. Quando le acque sono agitate, serve una buona organizzazione, saremo capaci di navigare», ha aggiunto parlando dell'industria automobilistica.

Fonte: Ansa

Lo scorporo Ferrari ha aiutato a contenere l'indebitamento
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