Fermi tutti! Ep.2 - Super League, Mondiali Alternativi e MotorSport

Fermi tutti! Ep.2 - Super League, Mondiali Alternativi e MotorSport
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Super League, Super Lega per un nuovo torneo di super potenze del Calcio. Un emisfero che traballa per una scossa che ha come obiettivo una maggiore “partecipazione” al futuro. Qualcosa è già successo anche nel mondo dei Motori…
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
19 aprile 2021

18 Aprile. Anche il coronavirus che si andrebbe arrendendo è notizia che rotola in fondo alle prime pagine. Ce n’è una che “spacca”. È una data storica. 18 Aprile, lo scisma del grance Calcio. Un… calcio alla Federazione e nasce la Super League, torneo d’élite voluto, deciso e gestito da un fronte di super potenze del Football.

Inter, Milan, Juventus, che si aggiungono agli altri “fondatori”, Atletico Madrid, Arsenal, Chelsea, Barcelona, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid, Tottenham Hotspur. Mancano all’appello solo Paris Saint Germain, Bayern Monaco e Borussia Dortmund, e dall’altra parte rimarrebbero davvero con un palmo di naso.

È un torneo “parallelo”, con finanziatori del calibro di JP Morgan, e di fatto l’annichilimento della Champions League tradizionale se la Federazione deciderà di punire i rivoltosi cancellandoli dalla struttura ufficiale del calcio. In programma un super Campionato. Due gironi di 10 squadre, quarti, semifinali e una finalissima. Spettacolo di Calcio infrasettimanale di altissimo, massimo livello.

La pandemia sarebbe stata la spoletta di innesco dalla “rivoluzione”, non si tratterebbe di una scisma ma di una “proposta”, leggermente forzata, di dialogo con UEFA e FIFA per il solito futuro migliore. Intanto, da subito, gestione più diretta degli introiti derivati e un’idea di redistribuzione verso la disciplina basata direttamente sull’entità di tali guadagni. Non m’intendo di calcio, ho smesso di seguirlo da quando l’Inter ha iniziato a farci penare, quindi magari mi sfugge qualcosa. Ma non il grosso, che mi fa venire alla mente altre storie di “alternativa”.

È successo anche nel mondo dei motori. Anche il Motorsport ha rivendicato con un progetto alternativo il diritto di una gestione più diretta, o più “aggiornata” e ispirata, di fatto proponendosi come attore principale anche nell'amministrazione delle economie dirette e di scala. Ma com’è finita?

Dall'erba all'asfalto...

Alla fine della prima decade di questo millennio la FOTA, l’associazione dei Team lanciata nel 2008 da Luca di Montezemolo, volle avere una voce in capitolo, unica e monocorde di fronte alla FIA, nelle decisioni sul futuro della Formula 1.

In ballo costi e gestione dei diritti, soprattutto… televisivi. Purtroppo per i “rivoltosi” riuniti dall’altra parte c’era la FIA di Mosley, e l’ultima parola fu quella di Bernie Ecclestone il quale portò “argomenti” che condussero alla “naturale” dissoluzione degli obiettivi e della FOTA. Lo scadere imminente del Concorde Agreement in vigore, il famoso, “quasi” segreto Patto della Concordia, non sembra possa portare nuove minacce alla conduzione della Formula 1 da parte dell’attuale governance.

Un altro nuvolone oscurò per un attimo il cielo della Formula 1, da poco governata da Liberty Media, quando nel 2017 Ferrari, contraria a una sorta di ritenuto appiattimento tecnico, minacciò di abbandonare la Serie ufficiale per dar vita, si disse supportata anche da Mercedes, a un nuovo Campionato. Anche allora, se non proprio a tarallucci e vino, la faccenda fu chiusa abbastanza rapidamente e senza spargimenti di sangue.

Un "golpe" fallito

Alla fine del 1979 alcuni big boicottarono il Gran Premio del Belgio, ottava prova dell’allora MotoMondiale. Al centro della polemica le condizioni di sicurezza del circuito, Spa-Francorchamps dopo l’allarme lanciato da Kenny Roberts, e l’immancabile divisione dei pani… pardon, dei premi.

La maturata insofferenza nei rapporti tra i Team ufficiali e la FIM sfociò nella sospensione di Roberts e Virginio Ferrari e nella risposta di un cartello firmato da 40 Piloti che sanciva per l’anno successivo la nascita di un nuovo torneo planetario, allora definito World Series of Motorcycle Racing.

L’equilibrio del braccio di ferro si ruppe spostandosi verso le “tesi” FIM quando Yamaha decise di stare dalla parte del “potere”. Dopo aver comunque riattivato un dialogo costruttivo con la FIM (e dopo aver parlato con Giacomo Agostini) Kenny Roberts si presentò puntuale al via del Gran Premio delle Nazioni FIM, Misano Adriatico, Maggio 1980, e sul primo gradino del podio della 500, classe di cui avrebbe poi vinto il Mondiale.

... E poi anche nel fango...

Senza scomodare gli almanacchi del massimo Motorsport, c’è un evento analogo recente che nasce, vive e muore in una disciplina meno economicamente importante, l’Enduro.

Nel 2018 KTM e Husqvarna si staccano dal Mondiale FIM e, con la benedizione di Red Bull, partecipano alla prima edizione del WESS, World Enduro Super Series. Di fatto è un Mondiale “alternativo” che riunisce alcune “classiche” dell’Estremo e della Regolarità con l’intento di selezionare il Campione dei Campioni.

La prima stagione è vinta da Billy Bolt, la seconda da Manuel Lettenbichler, la terza, il 2020, dalla… pandemia. Non una sola gara disputata. I toni del braccio di ferro con la FIM, peraltro mai ufficialmente emersi, si smorzano definitivamente con l’avvento del nuovo presidente, il portoghese Jorge Viegas, e con una decisione salomonica che lascia per lo più sorpresi ma contenti, quella di affiancare al tradizionale Mondiale di Enduro anche un nuovo Mondiale Hard Enduro patrocinato dalla FIM e dai promotori dell’ormai ex WESS.

Come andrà a finire, secondo voi, tra FIFA-UEFA e Super League?

2. Continua…

© Immagini Wikimedia CC BY-SA 3.0 – Red Bull Content Pool - WESS

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