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Che la Ferrari non fosse fuori dai giochi per la vittoria alla 24 Ore di Le Mans 2025 era chiaro, anche a fronte di un BoP non favorevole. Ma il successo della 499P n.83 Giallo Modena di Robert Kubica, Yifei Ye e Phil Hanson è arrivato dopo una corsa autorevole, in cui la Ferrari ha persino accarezzato il sogno di una clamorosa tripletta. Il suo passo notevole ha potuto compensare serie di sbavature e di penalità arrivate nel corso della gara. Basti pensare al filotto di foratura, penalità di cinque secondi per un contatto e stop-and-go di 20 secondi per il mancato rispetto della bandiera gialla messo a segno dalla Ferrari 499P n.51 terza classificata quando a Le Mans era notte fonda. Ma c'è stato, sempre sulla n.51, anche il testacoda all’ingresso in pitlane di Alessandro Pier Guidi.
Nonostante tutto questo, la Rossa è riuscita a piazzare due delle sue tre vetture sul podio alla 24 Ore di Le Mans 2025, ribadendo quanto di buono fatto vedere nelle prime tre gare della stagione. Fondamentale è stata la perfetta gestione delle gomme, fronte su cui le avversarie dirette hanno invece accusato alcuni problemi. È vero che a Le Mans il passo gara non è il fattore chiave, ma lo può diventare in una corsa tirata, con pochissimi ritiri. Le vetture della classe Hypercar hanno una tenuta tale da consentire ai piloti di spingere, naturalmente nella misura in cui è possibile farlo in una gara da 24 Ore. Sono solo due, alla fine, le vetture che non hanno concluso la corsa per problemi tecnici: due Cadillac LMDh.
Cadillac, come spesso è capitato, ha mostrato una forma invidiabile in qualifica, ma non sul passo gara, perdendosi. BMW e Alpine hanno deluso, con prestazioni inferiori rispetto a quelle attese alla vigilia. Un'Aston Martin in evidente inferiorità tecnica causa assenza dell’ibrido sulla Valkyrie si porta a casa la soddisfazione di aver concluso la corsa con entrambi i prototipi schierati nella classica del Circuit de la Sarthe. Delude – questo, in effetti, era preventivabile alla vigilia – la Peugeot, con una 9X8 sì penalizzata dal BoP ma comunque insufficiente.
Toyota, rispetto alle ipotesi della vigilia, non aveva il passo necessario per fare la differenza. Lo si è visto soprattutto con la GR010 n.7, scattata indietro perché non aveva passato il taglio per la Hyperpole. Il confronto tra la mancata rimonta dell’equipaggio e quella messa a segno invece dalla Porsche 963 n.6, addirittura estromessa dalle qualifiche perché sottopeso, è illuminante. A questo si sono aggiunti anche i problemi nel fissaggio della gomma anteriore destra sulla n.8, la gemella fino a quel momento rimasta in lizza per un potenziale piazzamento.
Alla fine, la 963 n.6 è riuscita ad aggrapparsi al secondo gradino del podio con arguzia strategica, infrangendo le illusioni su una potenziale tripletta che era sembrata alla portata per ampie fasi della gara. La Rossa, però, al Circuit de la Sarthe non solo ha colto la terza vittoria consecutiva, ma ha vinto con tutti gli equipaggi. Questa volta è toccato alla n.83 di AF Corse. Un successo storico, questo, per Robert Kubica e Yifei Ye, che per la prima volta hanno portato i rispettivi paesi sul gradino più alto del podio a Le Mans. Un onore anche per il terzo co-équipier, Phil Hanson, entrato a far parte del gruppo in questa stagione.
Ma soprattutto, la vittoria della Ferrari 499P n.83 rappresenta la chiusura di un cerchio per Robert Kubica, pilota dal talento innegabile la cui parabola ascendente in Formula 1 fu chiusa dolorosamente troppo presto dopo il gravissimo incidente occorsogli al Rally di Andora nel 2011. Non ha fatto mistero, Robert, di quanto fosse arrivato vicino a correre con la Ferrari in F1 nel 2012.Vincere a Le Mans con lo stemma del Cavallino rampante sul petto non gli restituisce quello che il destino gli ha tolto, ma rappresenta al meglio la sua capacità di portarsi oltre gli ostacoli che trova sul suo cammino.
Gli strascichi dell’incidente del 2011 si ripercuotono ancora oggi sulla vita di tutti i giorni di Robert, ma queste limitazioni sembrano invisibili quando scende in pista con la sua 499P. È il riscatto di un pilota a cui il destino deve molto, un successo arrivato grazie a un progetto nato sotto una buona stella e sviluppato con lungimiranza, senza troppa smania di bruciare le tappe con i gettoni. Ma a Le Mans vince anche Brembo, visto che la Ferrari ha frenato per 24 ore con pinze, dischi, pastiglie e Brake by Wire di sua produzione. Sarà anche stata sfavorita dal BoP, ma la Rossa si è dimostrata più forte di tutto.