Fiat-Governo: Marchionne risponde a Della Valle e snobba i tedeschi

Fiat-Governo: Marchionne risponde a Della Valle e snobba i tedeschi
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Il vertice Governo-Fiat tenutosi sabato non smette di scatenare reazioni, tra esponenti politici, sindacati e Marchionne, che dichiara di non aver bisogno dei tedeschi e replica alle accuse mosse
24 settembre 2012

Il vertice Governo-Fiat tenutosi nella giornata di sabato non smette di scatenare reazioni, tanto tra gli esponenti politici ed i sindacati, quanto tra le massima cariche dell'azienda stessa, a partire dall'Amministratore Delegato Sergio Marchionne, che in merito all'attuale condizione del Gruppo Fiat dichiara: «L'azienda nel suo complesso non è malata, è sana ed è in ottima forma. La Fiat prevede di chiudere il 2012 con ricavi superiori a 77 miliardi di euro, un utile della gestione ordinaria compreso tra 3,8 e 4,5 miliardi che rappresenta il risultato più alto nei 113 anni di storia di una Fiat che includeva la Fiat Industrial, un utile netto tra 1,2 e 1,5 miliardi di euro, un indebitamento netto industriale tra 5,5 e 6 miliardi, liquidità superiore ai 20 miliardi.»

«L'incontro con il Governo è stato soddisfacente nel senso che abbiamo messo sul tavolo la situazione. Capiscono benissimo le condizioni di mercato e credo che ci sia un livello di comprensione per le scelte che dobbiamo fare. Nessuno può investire in un mercato che perde. Il passo in avanti dopo questo incontro è che i fatti sono condivisi. Fiat ha la disponibilità di fare quello che vuole e quando vuole. Non ha bisogno di nessuno, faremo gli investimenti ma non mi chiedete i tempi.»

Rapporto con la politica

Marchionne si rivolge poi all'Esecutivo, dichiarando che: «Il Governo deve fare la sua parte per rimuovere quelle zavorre che stanno ancorando il nostro Paese al passato», mentre in merito alla ricerca di alleati dichiara: «Negli ultimi otto anni e mezzo - ha affermato Marchionne - ho cercato costantemente di coinvolgere un partner nelle nostre attività in Italia. Non ho avuto successo. Dichiaro il mio completo fallimento. Non c'è nessuno che voglia accollarsi anche una sola delle zavorre italiane. Vorrei essere chiaro su un punto. Non sono i lavoratori, non è la nostra gente il problema. Il sistema lo è.»

Il Governo deve fare la sua parte per rimuovere quelle zavorre che stanno ancorando il nostro Paese al passato


«La nostra non è competizione politica, non siamo a caccia di voti, non organizziamo né partecipiamo a raduni elettorali o feste in maschera, non siamo un movimento populista con baci, abbracci, foto di gruppo da Vasto. Non abbiamo nessuna coalizione di minoranza a garantirci la poltrona. Ma soprattutto non esprimiamo opinioni su argomenti che non conosciamo e che non sono di nostra competenza. Siamo soltanto noi nei mercati.»

Replica a della Valle

Per quanto concerne gli investimenti nel Paese, Marchionne precisa: «Confermo l'impegno della Fiat verso questo Paese», rispondendo poi a Diego Della Valle dichiarando: «Non parliamo di gente che fa borse, io faccio vetture. Quanto lui investe in un anno in ricerca e sviluppo, noi non ci facciamo nemmeno una parte di un parafango. La smetta di rompere le scatole.» In merito invece alle difficili condizioni di mercato, Marchionne precisa che «chiunque operi nel settore dell'auto oggi in Europa sta sperimentando diversi gradi di infelicità. Ognuno sta soffrendo le pene dell'inferno a modo suo. Il mercato europeo dell'auto è un disastro.»

Alfa Romeo

L'Amministratore Delegato del Gruppo torna inoltre sulla questione Alfa Romeo, che molte voci – peraltro smentite dall'azienda stessa – vorrebbero nel futuro entrare nell'orbita del Gruppo Volkswagen, precisando: «Ben venga la Volkswagen nel nostro Paese, ma l'Alfa Romeo non è in vendita.» «Non sarò certo io - prosegue Marchionne - a deludere quelli che inneggiano a un intervento della Volkswagen. Per quanto mi riguarda do loro il benvenuto come produttori in questo Paese e farò tutto il possibile per facilitare il loro ingresso. Ben venga uno stabilimento Volkswagen nel nostro Paese. Ma, a quelli tra voi che sono sul libro paga di Wolfsburg, chiedo gentilmente di ribadire ai vostri proprietari tedeschi un concetto semplice e chiaro: l'Alfa Romeo non è in vendita.»

Se i tedeschi vogliono veramente concorrere, vadano in circuiti di Formula 1 e poi ce la vediamo lì. L'Alfa non gliela do


«Ho pensato di dirvelo in piemontese per rendere efficace il senso di quello che intendo. 'Monsu' Piech, lassa perde, va canté 'nt n'autra cort'. Le spacconate dei tedeschi non mi sorprendono. Quello che trovo stupefacente è che noi, in questo Paese, abbiamo perso ogni barlume di orgoglio nazionale. Se vogliono veramente concorrere, vadano in circuiti di Formula 1 e poi ce la vediamo lì. L'Alfa non gliela do, che vadano a risolvere i loro problemi altrove. Loro un grande problema ce l'hanno con la Seat, se lo vadano a risolvere con le loro forze.»

Sempre a riguardo Marchionne rincara la dose, precisando che «il fatto di attaccarsi allo straniero come salvatore dell'Italia è la più grande pirlata che abbia mai sentito in vita mia. Uno può fare scelte di mercato molto chiare, può comprare macchine che non sono nostre, ma non cerchiamo di ammirare troppo gli altri

Fonte: Ansa

 

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