Fiat: scarsa adesione allo sciopero di Cassino. Pomigliano stop a fine agosto

La crisi economica che da anni attanaglia il mondo occidentale sembra non voler concedere un periodo di sosta al nostro Paese, riflettendosi sulla produttività dello stesso e sulle sue aziende. Tra queste figura anche il marchio Fiat, che a causa della difficile situazione globale si trova costretto ad imporre un periodo di stop, dal 20 al 31 agosto, allo stabilimento di Pomigliano. A renderlo noto è stato lo stesso Gruppo torinese, che in una nota ha inoltre comunicato di trovarsi costretto a dover avviare la cassa integrazione ordinaria per 2.150 lavoratori dello stabilimento campano.

Quest'ultimo, precisa Fiat, si fermerà per due settimane dopo la pausa estiva e «nei prossimi mesi la situazione sarà oggetto di continuo monitoraggio.» Fiat spiega che, in una situazione di crisi del mercato dell'auto (in Italia ai livelli del 1979), «l'equilibrio fra produzione e domanda è stato realizzato con periodici ricorsi a sospensioni della produzione nei vari stabilimenti con utilizzo della cassa integrazione. Per lo stabilimento di Pomigliano, in salita produttiva dall'inizio dell'anno, non era stato fino ad oggi necessario alcun intervento. Oggi, però la situazione impone di ridurre la produzione per evitare inutili e costosi accumuli di vetture.»

Nel frattempo, nello stabilimento Fiat di Piedimonte San Germano, vicino a Cassino, in provincia di Frosinone, ha preso il via oggi uno sciopero di 8 ore per contestare l'ipotesi di accorpamento della fabbrica con Pomigliano e per chiedere all'azienda torinese interventi e investimenti per assicurare lo sviluppo del più importante stabilimento della Ciociaria e del Lazio.

Lo sciopero è stato proclamato dalla Fiom - che oggi pomeriggio terrà anche una manifestazione nella piazza del municipio di Piedimonte San Germano – il quale però ha avuto una bassa percentuale di adesione, pari al 4% tra gli operai e nessun impiegato.