Filosofia della tecnica. Stranieri in Italia: chi segue le regole e chi pensa che non ce ne siano

Filosofia della tecnica. Stranieri in Italia: chi segue le regole e chi pensa che non ce ne siano
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Ogni anno in Italia, nonostante tutto, numerosissimi turisti arrivano dall’estero per trascorrere le vacanze e molti di questi lo fanno in automobile. Alcuni però sembrano non ricordarsi che anche nel nostro Paese ci sono regole
28 agosto 2014

Ogni anno in Italia, nonostante tutto, numerosissimi turisti arrivano dall’estero per trascorrere le vacanze e molti di questi lo fanno in automobile, sobbarcandosi con santa pazienza le code d’ingresso e di uscita alle nostre frontiere ed ai tunnel alpini. E’ l’occasione per osservare il loro modo di guidare, associandolo alla targa del Paese di provenienza.

Chi segue le regole e chi pensa che non ce ne siano

Sostanzialmente il comportamento delle auto con targa straniera si può dividere in due grosse categorie: quelle guidate da chi anche a casa nostra agisce rispettando le regole come se fosse a casa sua e quelle guidate da chi è convinto (magari in base ad esperienze precedenti) che in Italia non ci siano regole o, almeno, che si tollerino parecchie trasgressioni e che comunque si può evitare di pagarne le sanzioni. In altri termini, in questa stagione, ci sono (poche) vetture con targa straniera che circolano peggio della media delle auto italiane ed altre  invece, che procedono a rilento, secondo le indicazioni (talvolta assurde) della nostra segnaletica posticcia.

ferrari 599 gtb fiorano
Alcuni stranieri appena varcano il confine italiano si comportano come se non ci fossero regole

 

Facciamo due esempi semplificativi. Viaggiando in autostrada nei pressi dei confini alpini si viene spesso sorpassati da “bolidi” stranieri in piena velocità. Eppure questi provengono, tutti, da Paesi che hanno limiti di velocità autostradale ben precisi, osservati rigorosamente: entrati in Italia ritengono di non avere più regole da rispettare. Ed in effetti o vengono “pescati sul fatto” dalle pattuglie di controllo, oppure la fanno franca quasi sempre. Invece gli stranieri che scrupolosamente osservano i limiti di velocità al di fuori dei percorsi autostradali, sono destinatari delle maledizioni degli altri automobilisti per i quali i cartelli di limite di velocità massima di 30, 20, o addirittura 10 km/h sono puramente indicativi.

Tantissime biciclette: ma le piste ciclabili?

Con le vacanze poi, aumenta in modo esponenziale la presenza di biciclette, che da noi godono di pochissime piste riservate e che quindi viaggiano spesso sulla sede stradale, mischiate col traffico misto. Si vedono velocipedi che ormai da noi sono solo un ricordo, come i “tandem”, e strani rimorchietti a ruote per portare bagagli o addirittura  infanti. Questi turisti molto spesso non sono affatto dei “poveracci” come vengono classificati dagli stupidi superficiali, bensì convinti sportivi che al loro Paese (dove magari usano l’automobile) esercitano rispettabili e ben retribuite professioni.

Eppure provengono, tutti, da Paesi che hanno limiti di velocità autostradale ben precisi, osservati rigorosamente

 

Lo stato penoso di molte delle nostre strade costringe i ciclisti a zigzagare per evitare buche e tombini fuori livello, per cui la loro traiettoria è piuttosto imprevedibile. Gli automobilisti stranieri scrupolosi hanno molte esitazioni ad effettuare un sorpasso e spesso rimangono accodati a lungo, sicché non di rado vengono bersagliati dalle “strombazzate” di chi è incolonnato dietro. Addirittura qualcuno che è in seconda o terza posizione si ingaggia in un sorpasso che ha come scopo quello di superare tutti, compresi i ciclisti in testa al gruppo.

 

Questa attitudine rischiosa è praticata anche quando il turista viaggia ad un ritmo tranquillo che gli consente di osservare il paesaggio mentre chi sopravviene “non ha tempo da perdere”. Di conseguenza, paradossalmente, l’abitante del luogo che viaggia forsennatamente, superando tutti, alla fin fine non si è mai accorto di certe bellezze panoramiche che il turista ha notato pur passando una sola volta nella vita.


Carlo Sidoli

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