Ford riapre gli impianti europei

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Dal 4 maggio riavvio graduale delle fabbriche in Germania, Spagna e Romania
29 aprile 2020

Ford ha annunciato che intende riavviare la produzione nella maggior parte dei suoi impianti europei a partire dal 4 maggio.

La produzione di veicoli e propulsori riprenderà gradualmente negli stabilimenti di Saarlouis e Colonia (Germania), Valencia (Spagna) e Craiova (Romania). L’impianto di Valencia che produce propulsori riaprirà il 18 maggio, mentre la data di riapertura dei siti produttivi di motori Ford Dagenham e Bridgend, nel Regno Unito, sarà confermata in un secondo momento.

La produzione inizierà dando la priorità agli ordini dei veicoli già venduti e verrà gradualmente incrementata nei prossimi mesi. I piani di produzione tengono conto della disponibilità dei fornitori, delle restrizioni alla circolazione imposte dai Governi nazionali e della graduale riapertura dei concessionari Ford nei mercati principali, nonché della domanda dei clienti.

I dipendenti delle aree non produttive inizieranno a rientrare gradualmente a partire dal 4 maggio, con priorità data a coloro che sono coinvolti nella pianificazione della ripresa delle attività aziendali strategiche o le cui funzioni lavorative richiedono di utilizzare attrezzature specifiche disponibili solo presso i siti Ford, come ad esempio quelle per effettuare prove sui veicoli. Gli altri dipendenti continueranno, per il momento, a lavorare in remoto.

«Dobbiamo prepararci ad affrontare un nuovo scenario, una volta superato il picco iniziale della pandemia di coronavirus in Europa. La priorità del nostro piano “return to work” passa attraverso l’implementazione di standard definiti da Ford a livello globale in materia di distanziamento sociale e rafforzamento dei protocolli di sicurezza a tutela della salute sul posto di lavoro. I nostri dipendenti devono sapere che stiamo adottando tutte le misure più adeguate per la loro salvaguardia», ha affermato Stuart Rowley, presidente di Ford Europa.

Ford produce autonomamente mascherine da utilizzare nelle proprie strutture europee, contribuendo a ridurre la domanda di dispositivi di protezione individuale nei confronti dei fornitori che supportano i servizi sanitari e altri settori produttivi.

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